lunedì, novembre 28, 2005
Loro ( ! ) e Kevin
ho casulamente trovato questo link... e domani dovrebbe pure scomparire....
che link?... bah, il titolo.
che link?... bah, il titolo.
domenica, novembre 27, 2005
Carnet de Voyage
rapida segnalazione. Coconino press stampa finalmente "Carnet di Viaggio" di Craig Thompson, un diario di viaggio vestito con gli abiti di una graphic novel. un must.
livin in a magazine
lo stato dell'editoria musicale americana non sembra vivere un periodo molto fertile. oppure lo e' con pubblicazioni minori e poco storicizzate che noi non conosciamo, ma sul fronte di alcune vecchie glorie le cose non sembrano andare molto bene. una crisi che già ha toccato il mondo dei magazine inglese in modo profondo non più tardi di due anni fa. oggi in usa, anche in ambiti differenti, non tira una bell'aria: Punk Planet ha perso l' accordo distributivo e si trova nella brutta situazione di non riuscire più a far circolare in modo massiccio, sul territorio nazionale, le proprie pubblicazioni; BPM, magazine dedicato al mondo elettronico, per sopravvivere si e' dovuta riposizionare su una nicchia di mercato che fa incontrare il suono danzereccio nelle nuove ipotesi che lo vedono flirtare con il rock, ma soprattutto con quel piccolo fenomeno americano di party a base di musica, fashion, glamour alternativo...insomma lifestyle....mettendo ad esempio in copertina steve aoki aka kid millionarie(patron della dim mak) e spendendo diverse pagine riguardo al nuovo king of indie-paparazzi mr thecobrasnake.com ; una pubblicazione come Grove, sorta di theWire totalmente dedicata alla musica elettronica, decide di chiudere l'edizione cartacea e di lanciare solo una versione online a pagamento...
http://www.groovesmag.com/news_item.php?id=00000008
http://www.groovesmag.com/news_item.php?id=00000008
I wanna be your...t-shirt
Non ho informazioni riguardante il brand Pedrho, ma vi assicuro che il catalogo online mostra alcune delle migliori sweater viste ultimamente in giro. un marchio totalmente indipendente che smista le sue cose attraverso pochi negozi nel nordest d'italia. date un occhio al sito http://www.pedrho.com/# insomma non esistono solo le "marche" blasonate...siate originali!
altri produttori "non allineati" di t-shirt e sweater:
humanempire.com
livincompany.de
altri produttori "non allineati" di t-shirt e sweater:
humanempire.com
livincompany.de
venerdì, novembre 25, 2005
State of the Pop-Art
Immagini e parole. parole ed immagini. sui muri delle citta'. negli spazi delle citta'. nuove forme di comunicazione e d'arte. protesta e celebrazione dell'ingenio artistico oltre all'ormai dilagante semplicistica appropriazione di spazi urbani tramite un tag.
stencil, street art sticker per definire un nuovo linguaggio artistico.
"Art is not like other culture because its success is not made by its audience. We, the public, fill concert halls and cinemas every day. We read novels by the millions and buy records by the billions. We, the people, affect the making, the taste and the quality of our culture.
The Art we look at, however, is made by only a select few. A small group create, promote, purchase, exhibit and decide the success of Art. Not more than 5000 people in the world have any real say. When you go to an Art gallery you are simply a tourist waving flags at a parade. A parade where the winner was decided without you.
We want to make Art that charts. We thought of calling it a revolutionary new way to sell Art but it's not revolutionary. It's just cheap.
The malls are coming out of the walls." (manifesto di http://www.picturesonwalls.com )
Alcuni esempi:
http://www.banksy.co.uk
http://www.space-invaders.com
http://www.stencilrevolution.com/
http://www.obeygiant.com
http://www.freewayblogger.com/
http://www.akayism.org/
http://www.stickernation.net
stencil, street art sticker per definire un nuovo linguaggio artistico.
"Art is not like other culture because its success is not made by its audience. We, the public, fill concert halls and cinemas every day. We read novels by the millions and buy records by the billions. We, the people, affect the making, the taste and the quality of our culture.
The Art we look at, however, is made by only a select few. A small group create, promote, purchase, exhibit and decide the success of Art. Not more than 5000 people in the world have any real say. When you go to an Art gallery you are simply a tourist waving flags at a parade. A parade where the winner was decided without you.
We want to make Art that charts. We thought of calling it a revolutionary new way to sell Art but it's not revolutionary. It's just cheap.
The malls are coming out of the walls." (manifesto di http://www.picturesonwalls.com )
Alcuni esempi:
http://www.banksy.co.uk
http://www.space-invaders.com
http://www.stencilrevolution.com/
http://www.obeygiant.com
http://www.freewayblogger.com/
http://www.akayism.org/
http://www.stickernation.net
mercoledì, novembre 23, 2005
a minute of noise in lovin memory of sir john peel
a glorious 'minutes noise' by Mogwai in tribute to the late great John Peel, recorded live during "john peel night" at mono, glasgow, oct 13.
champions!
(clicca il titolo per scaricare)
champions!
(clicca il titolo per scaricare)
Silently Alarmed
Di fronte alla pochezza dell'esibizione dei Bloc Party in quel del vox di nonantola e' necessario ricordare che: il POP e' una cosa seria, molto seria. vorrebbe trattato con rispetto. continuo a pensare che silent alarm sia un album carino, ma il dubbio che in sede di produzione ci siano andati gia' pesantemente non suona piu' cosi malizioso. dacci di beat detector...un colpetto di auto-tune....la c'e' un giro di chitarra efficace, copia e incolla...e cosi' via. la cosa eccezionale e' che nell'insieme l'album suona credibile e coerente. oggi il pettinatissimo pitchfork sostiene che la versione remixata di silent alarm sia meglio dell'originale; vien quasi da dargli ragione, magari chiedendosi se anche l'originale non possa essere considerato "il remix album dei demo di una band liceale da parte di un buon produttore". la prova live ha mostrato troppe poche idee, mordente pari a zero(se non un paio di episodi pari al brian molko ospite a san remo...quindi il peggio del peggio) ed una decisa sciatteria del repertorio esibito dal vivo(il nuovo singolo two more years, che su disco piace, dal vivo ha la stassa pacca dei pooh).
il merito del successo dei bloc party sta probabilemente nelle capacità del loro menager: simon white, uno che nella pochezza ci ha fatto l'oro e vissuto bei periodi. quindi un'ipotetico disco dell'anno dovrebbe esser dato a lui, l'ex chitarrista dei menswear.
il merito del successo dei bloc party sta probabilemente nelle capacità del loro menager: simon white, uno che nella pochezza ci ha fatto l'oro e vissuto bei periodi. quindi un'ipotetico disco dell'anno dovrebbe esser dato a lui, l'ex chitarrista dei menswear.
domenica, novembre 20, 2005
Words of Mouth!
Porre domande a chi di norma fa domande non e' semplice. i lettori di musica in questo paese, ma anche gli ascoltatori radiofonici (ehhh, i bei tempi della radio durante le finte serate di studio alle superiori) spesso hanno avuto a che fare con un certo Fabio De Luca. Penna ispirata, per lungo corso su Rumore, oggi con XL, rolling stone, hot...ed altre...autore di tre saggi (ah, ma si trova ancora "Fuori Tutti?")...ma soprattutto voce storica di programmi su radio rai come "planet rock" "suoni&ultrasuoni" e "weekendance"(oggi e' la sua cosa online, aggiornata regolarmente con l'archivio di articoli per giornali, mp3, podcast e riflessioni agili su cose della musica). non dimentichiamoci pure il ruolo nel definire il concetto di "mutandato" o di dj extraordinarie. insomma, una bella figura completa ed unica nel panorma musicale nostrano (oserei dire "non solo nazionale"). ricordiamocelo, la musica e' fatta non solo di musicisti, ma anche di altri attori che contribuiscono ad una crescita culturale, in senso un po' piu' ampio, di cio' che chiamiamo scena musicale. non devo citare personaggi come peel, e la loro importanza, per farvi capire, vero?
perfetto... ecco a seguire quattro...no cinque chiacchiere con Fabio De Luca. cinque chiacchiere, una playlist ed una manciata di links.
1) ciao fabio. prima di tutto volevo farti una di domanda riguardo al clubbing in europa, ma non solo. c'è una grande attenzione per club piccoli, caratterizzati fortemente da nuove figure di dj (penso ai vari erol al trash, gli optimo o situazioni come "liars club" ed "our disco") che sostanzialmente mischiano selezioni musicali dove sia l'elettronica che il rock sono intese come "dance music", e spesso sono accompagnate da band che si esibiscono dal vivo. una nuova attitudine che si propone (ormai da un paio di anni) sulla scena dei club... che ne pensi di questo fenomeno?...prevedi uno sviluppo possibile su piu' larga scala (penso all'esperienza del manumission, se non sbaglio, ad ibiza durante l'estate)? insomma mi dai una tua lettura di questa tendenza?
FDL: Più che qualcosa di nuovo in realtà è quasi un ritorno alle origini del clubbing... Allo spirito dei primi club newyorkesi degli inizi anni Settanta (Loft, Sanctuary, Gallery) e dei dj che li animavano (David Mancuso, Francis Grasso, Nicky Siano), che erano appunto dei “selezionatori” nel senso che sceglievano tra diversi generi - soul, funk, rock, brazil - quello che funzionava per la pista da ballo. Erol Alkan secondo me è esattamente l’equivalente dei nostri giorni di un Larry Levan, per come lavora su più livelli e non ha paura di sporcarsi le mani con il “pop” pur rimanendo fedele ad una sua etica. Tutti lo ricordano per la stagione dei mash-up, ma in rete si trovano registrazioni di “aperture” di sue serate in cui si capisce quanto è straordinariamente bravo a creare da zero il mood di una serata con scelte filologiche e di altissimo livello. Poi magari nel peak-time suona pure 50 Cent, ma - ecco - anche in questo, cioè nell’essere sia filologo sia abile battona, risiede il suo essere un attendibile erede di Mancuso e Levan.
Se vogliamo anche il ritorno dei “live” nei club è un po’ un ritorno alla preistoria - quando il dj era solo un riempitivo tra i due tempi del concerto della band dal vivo - ma un ritorno “consapevole”, nel senso che Fischerspooner o Lcd Soundsystem o Soulwax o DK7 sono act che hanno ognuno a suo modo fortemente assorbito gli ultimi vent’anni di club-culture e sono quindi perfettamente coerenti con lo spazio del club. Se questa cosa abbia un margine di sviluppo dipenderà unicamente da quante band così “perfettamente coerenti” verranno fuori in futuro. In realtà la coesistenza in un club tra una band ed un dj non è una cosa facilissima: funziona solo quando c’è una perfetta continuità tra l’una e l’altro. Di band che-non-c’entrano-un-cazzo messe a forza nella programmazione di un club (e di come la loro presenza abbia ammosciato l’atmosfera) penso sia una cosa di cui un po’ tutti hanno fatto esperienza almeno una volta. E non è questione che la band debba per forza suonare elettronica o 4/4: i Tv On The Radio, per dire, potrebbero probabilmente integrarsi molto bene nel sound di un club.
C’è però da dire che come al solito qui in Italia siamo due giri indietro: mentre in Uk siamo al ritorno del live percepito come perfettamente coerente col dj-set, qui siamo ancora al dj-set guardato immobili viso-al-palco come fosse un concerto... (scherzo, ma un po’ è vero!)
2) come sempre in italia siamo ancora impantanati nel vecchio concetto di dance culture. questo e' quello che posso vedere io...ed ammetto di avere un occhio ed orecchio poco puntuale in questo campo. ma l'impressione e' che qui continui a imperare un'idea di dance culture decisamente reazionaria, vedi il mix di house e "costantino" che si puo' vedere di fronte alle classiche "discoteche" che forse resistono solo qui. se parliamo di club spurii... che provano a mischiare...si fanno delle "nite version" in solitudine. non credo oggi esista un club di quel tipo. tu che mi dici a riguardo. sei un dj, oltre che attento osservatore, quindi ti e' sicuramente piu' facile fotografare la situazione italiana.(questa domanda si collega direttamente anche ad alcune riflessioni fatte da loserino qualche settimana fa...a cui tu interessante replica...)
FDL: Beh, l’Italia è forse l’unico posto nell’universo in cui il fenomeno dei rave della seconda metà degli anni Ottanta è nato già dentro il circuito commerciale... (salvo poi, un decennio dopo, venire sdoganato e adottato dall’ala movimentista dei centri sociali, ma questo è un altro discorso). La “discoteca” in certe zone d’Italia (ma mi verrebbe quasi da dire *in tutta Italia*) è un business assai robusto, ed in più è leggibile una perfetta continuità storica tra antiche balere e discoteche post-’77... (pensa solo al “vestirsi bene per andare a ballare” che qui da noi non ha mai conosciuto flessioni). Sommando questi due elementi è abbastanza ovvio perché in Italia la scena alternativa del clubbing sia da sempre una cosa minuscola, ai confini dell’insignificante... Ok: il Maffia, Xplosiva a Torino, Agatha a Roma... ma nel grosso del “paese (notturno) reale” il sound continua a essere quello della house cantata, della techno maranza e dell’ “ingresso tavoli”. Una milanesità esportata a tutte le latitudini. Con occasionali eccezioni: il venerdì dei Magazzini Generali a Milano, il sabato del Tenax a Firenze, molte cose degli Angels Of Love a Napoli... che non sono club “alternativi” - tutt’altro - ma posti mainstream in cui la programmazione è però di buona qualità.
La cosa più divertente comunque è parlare con i dj - non quelli già arrivati ovviamente, quelli rimasti a metà strada del cammino verso la fama. A sentir loro sembrerebbe che siano tutti dei Jeff Mills inespressi, che «cazzo, è il gestore della sala che non mi lascia suonare quello che voglio». Oh, li capisco eh, bisogna pur comprare il pane e pagare il mutuo in qualche modo. Però, ugualmente, che tristezza...
C’è una via italiana alle “Night Versions” nel 2005? Forse è quella di club molto piccoli, retrobottega di bar o ristoranti che è facile riempire con 100 appassionati da cui cominciare a costruire uno zoccolo duro per poi eventualmente passare a spazi più grossi.
3) noi tutti abbiamo seguito con attenzione l'esplosione del fenomeno lcd soundsystem, a mio avviso mostruosamente bravi nel far collidere tutti i loro ascolti per partorire un qualchecosa di estremamente eccitante se non addirittura nuovo. ecco, all'inizio di quell'avventura, sembrava quasi che james murphy e soci potessero in parte cambiare in modo significativo il corso della musica...semplicemente influenzando un maggior numero di band ed allargando il loro bacino di utenza. a distanza di qualche mese, tutto quel parlare eccitato sembra molto lontano e tristemente, su tutto, sembra aver avuto la meglio la "revanche" la resurrezione del britpop, che e' davvero ridicolo se ci pensiamo, perche' appena dieci anni fa il britpop era stato sepolto da "un maggiore numero di campionatori venduti rispetto a quello delle chitarre in uk".
ecco mi accorgo che questa non e' una domanda, sono pensieri che si collegano appena appena tra loro...ma non vale la pena di rifletterci su?
FDL: Secondo me gli Lcd Soundsystem hanno rivoluzionato la musica dell’ultimo anno: solo che la loro era un tipo di rivoluzione necessariamente rivolta ad una sottocultura della sottcultura, e difficilmente replicabile su larga scala. Paradossalmente molto di questo *nuovo-britpop* che circola oggi (Art Brut, Kasabian, Clor, Arctic Monkeys, per certi versi gli stessi Kaiser Chiefs) secondo me si muove in territori e risponde a istanze non così dissimili da quelle degli Lcd: sono gruppi che recuperano il punk (Damned, Buzzcocks) ma al tempo stesso hanno una sensibilità molto “da club” (hanno un senso “del ballo” prima ancora che del pop, usano “drones” di synth, spesso l’idea dei “remix” è già endemica ai loro pezzi e non solo un trucchetto di marketing) e questo perché sono una generazione che è cresciuta in un contesto in cui il clubbing non era più “nemico” del rock come era fino alla fine degli anni Ottanta.
L’operazione di Lcd Soundsystem è molto più intellettuale e raffinata - anche perché Murphy è una vecchiazza, e gli Art Brut invece hanno 23 anni. Prendere delle scorie (di punk, di punk già pre-contaminato con il funk e la disco - vd. i Contortions - di noise, di garage-rock, di acid-house, di funk) e trattarle come farebbe un dj con il suo campionatore - solo facendolo CON GLI STRUMENTI VERI, cioè senza campionatore... E c’è un altro fatto curioso: a differenza di qualsiasi altro gruppo “epocale”, è impossibile ripetere la formula degli Lcd Soundsystem senza diventare automaticamente una brutta copia conforme degli Lcd Soundsystem (che è il grande problema dei DK7, ad esempio). Quella che è replicabile è l’attitudine, dosando diversamente gli ingradienti, che è ad esempio quello che hanno fatto - intelligentemente - i Soulwax.
Per inciso, in “Losing my edge” c’è anche la risposta (ironica) al fenomeno dei giradischi Technics che superano in termini di venduto le chitarre e relativo processo inverso...
4) la domanda che anche marzullo ti fara', se mai sarai suo ospite. ti auguro di no. sia per marzullo, che per la domanda. cmq... qual'e' il ruolo del dj o del giornalista musicale....ovvero oltre a suonare e parlare di dischi, si può (devono) fare cultura... ed influenzare altri ascoltatori appassionati di musica?...per fare questo occorre prendersi dei rischi. oggi c'e' spazio per il rischio e la curiosita' nel vostro mestiere di giornalisti/dj?
FDL: Influenzare sicuramente... anche se più che influenzare direi “contagiare”... Specialmente per il dj la modalità di diffusione della musica è per contagio più che per indottrinamento: esponi gli altri ad una certa musica ed alcuni tra loro magari ne vengono contagiati, ti chiedono «cos’è?», si vanno a cercare il disco o se lo scaricano... Il giornalista - lavorando con le parole - ha più a che fare con l’indottrinamento e la retorica ma c’è pure lì un margine per “contagiare” il lettore, se sei molto bravo (e ti diverti) a giocare con le parole... Ovviamente parliamo di giornalisti (e dj) per cui l’ascolto e la scoperta sono ancora momenti centrali del proprio lavoro... non quelli che si accontantano di quel che passano gli uffici stampa. Spazi per prendersi dei rischi - o meglio: per forzare i limiti - ce ne sono sempre, commisuratamente agli ambiti nei quali uno lavora: su un magazine a larga tiratura sarà provare a introdurre alle masse i Clap Your Hands Say Yeah, su una fanzine sarà il compilare la più dettagliata discografia di Max Tundra mai compilata... non vedo questi due livelli come opposti, e nemmeno uno come necessariamente più “onesto” dell’altro. Sono entrambi interessanti e a modo loro divertenti, se affrontati - come appunto dicevi nella domanda - con curiosità e ironia.
5) gli mblog ed i blog stanno cambiando esclusivamente le abitudini dei "maniaci della musica" oppure anche di un pubblico piu' genarilizzato....ovvero e' una nicchia che parla a se stessa o c'e' di piu'? ed il loro impatto nel ridefinire la fruizione della musica non sta trasformando in generale il modo in cui la gente si muove alla scoperta di quest'ultima?
FDL: È sicuramente un nicchia che parla a sé stessa, ma non è detto che questo sia un problema, nel senso che blog/mblog stanno cambiando il linguaggio ed i modi di interagire all’interno della nicchia, e questa è sicuramente un’ottima cosa. Se prima il percorso era A) Pitchfork/Wired/Blow Up dicono che un certo disco è cool, B) me lo scarico da Soulseek, ora il tutto è un filino più circolare. Ossia: Pitchfork e Blow Up continuano a dire cos’è cool ed a definire il gusto all’interno della nicchia, ma “io” posso intervenire attivamente nel processo mettendo online la mia flash-radio o i miei mp3 (anche se non ho uno spazio web, c’è YouSendIt) definendo “io” quello che è cool per me, e influenzando - forse - un infinitesimo di frammento di nicchia. C’è ancora un forte verticismo (senza la recensione di Pitchfork i blog americani non si sarebbero accorti così in fretta dei Clap Your Hand Say Yeah, e di conseguenza neanche quelli europei), ma il processo di frammentazione è ugualmente interessante. C’è più scambio, mi pare. Scambio all’interno di una nicchia, ok, ma sempre meglio che “ognuno a casa propria a scaricare da Soulseek i dischi del mese di Blow Up”... E’ più divertente! Fra l’altro blog etc hanno rimesso in circolo anche un know-how di tipo estetico e pure linguistico che mancava da qualche anno (dai tempi delle fanzine fotocopiate, forse). E forse - molto lentamente - stanno anche cominciando a creare delle reali comunità, come è il caso di Polaroid qui in Italia, blog che non a caso agisce anche nel mondo “reale” della radio e dei concerti sul territorio.
playlist:
1) BENJAMIN THEVES, “Texas (SebastiaAn remix)”
2) BABYSHAMBLES, “Down In Albion” album
3) FRANZ FERDINAND, “The Fallen (Justice edit)”
4) OPTIMO, “Psyche Out” album
5) PSYCHIC TV, “Ov Power”
6) un certo pezzo r’n’b cantato da una donna che è un mese che lo sento per radio e ancora non sono riuscito a capire cos’è...
7) MUNK, “Disco Clown (Digitalism remix)”
8) MADONNA, “Confessions On A Dancefloor” album
9) PRINS THOMAS, Goettsching
10) RAZ OHARA, “Where Is My Mind?” (cover dei Pixies, trovata su un mblog)
link:
http://www.beatsinspace.net/
http://20jazzfunkgreats.blogspot.com/
http://www.livejournal.com/users/imomus/
perfetto... ecco a seguire quattro...no cinque chiacchiere con Fabio De Luca. cinque chiacchiere, una playlist ed una manciata di links.
1) ciao fabio. prima di tutto volevo farti una di domanda riguardo al clubbing in europa, ma non solo. c'è una grande attenzione per club piccoli, caratterizzati fortemente da nuove figure di dj (penso ai vari erol al trash, gli optimo o situazioni come "liars club" ed "our disco") che sostanzialmente mischiano selezioni musicali dove sia l'elettronica che il rock sono intese come "dance music", e spesso sono accompagnate da band che si esibiscono dal vivo. una nuova attitudine che si propone (ormai da un paio di anni) sulla scena dei club... che ne pensi di questo fenomeno?...prevedi uno sviluppo possibile su piu' larga scala (penso all'esperienza del manumission, se non sbaglio, ad ibiza durante l'estate)? insomma mi dai una tua lettura di questa tendenza?
FDL: Più che qualcosa di nuovo in realtà è quasi un ritorno alle origini del clubbing... Allo spirito dei primi club newyorkesi degli inizi anni Settanta (Loft, Sanctuary, Gallery) e dei dj che li animavano (David Mancuso, Francis Grasso, Nicky Siano), che erano appunto dei “selezionatori” nel senso che sceglievano tra diversi generi - soul, funk, rock, brazil - quello che funzionava per la pista da ballo. Erol Alkan secondo me è esattamente l’equivalente dei nostri giorni di un Larry Levan, per come lavora su più livelli e non ha paura di sporcarsi le mani con il “pop” pur rimanendo fedele ad una sua etica. Tutti lo ricordano per la stagione dei mash-up, ma in rete si trovano registrazioni di “aperture” di sue serate in cui si capisce quanto è straordinariamente bravo a creare da zero il mood di una serata con scelte filologiche e di altissimo livello. Poi magari nel peak-time suona pure 50 Cent, ma - ecco - anche in questo, cioè nell’essere sia filologo sia abile battona, risiede il suo essere un attendibile erede di Mancuso e Levan.
Se vogliamo anche il ritorno dei “live” nei club è un po’ un ritorno alla preistoria - quando il dj era solo un riempitivo tra i due tempi del concerto della band dal vivo - ma un ritorno “consapevole”, nel senso che Fischerspooner o Lcd Soundsystem o Soulwax o DK7 sono act che hanno ognuno a suo modo fortemente assorbito gli ultimi vent’anni di club-culture e sono quindi perfettamente coerenti con lo spazio del club. Se questa cosa abbia un margine di sviluppo dipenderà unicamente da quante band così “perfettamente coerenti” verranno fuori in futuro. In realtà la coesistenza in un club tra una band ed un dj non è una cosa facilissima: funziona solo quando c’è una perfetta continuità tra l’una e l’altro. Di band che-non-c’entrano-un-cazzo messe a forza nella programmazione di un club (e di come la loro presenza abbia ammosciato l’atmosfera) penso sia una cosa di cui un po’ tutti hanno fatto esperienza almeno una volta. E non è questione che la band debba per forza suonare elettronica o 4/4: i Tv On The Radio, per dire, potrebbero probabilmente integrarsi molto bene nel sound di un club.
C’è però da dire che come al solito qui in Italia siamo due giri indietro: mentre in Uk siamo al ritorno del live percepito come perfettamente coerente col dj-set, qui siamo ancora al dj-set guardato immobili viso-al-palco come fosse un concerto... (scherzo, ma un po’ è vero!)
2) come sempre in italia siamo ancora impantanati nel vecchio concetto di dance culture. questo e' quello che posso vedere io...ed ammetto di avere un occhio ed orecchio poco puntuale in questo campo. ma l'impressione e' che qui continui a imperare un'idea di dance culture decisamente reazionaria, vedi il mix di house e "costantino" che si puo' vedere di fronte alle classiche "discoteche" che forse resistono solo qui. se parliamo di club spurii... che provano a mischiare...si fanno delle "nite version" in solitudine. non credo oggi esista un club di quel tipo. tu che mi dici a riguardo. sei un dj, oltre che attento osservatore, quindi ti e' sicuramente piu' facile fotografare la situazione italiana.(questa domanda si collega direttamente anche ad alcune riflessioni fatte da loserino qualche settimana fa...a cui tu interessante replica...)
FDL: Beh, l’Italia è forse l’unico posto nell’universo in cui il fenomeno dei rave della seconda metà degli anni Ottanta è nato già dentro il circuito commerciale... (salvo poi, un decennio dopo, venire sdoganato e adottato dall’ala movimentista dei centri sociali, ma questo è un altro discorso). La “discoteca” in certe zone d’Italia (ma mi verrebbe quasi da dire *in tutta Italia*) è un business assai robusto, ed in più è leggibile una perfetta continuità storica tra antiche balere e discoteche post-’77... (pensa solo al “vestirsi bene per andare a ballare” che qui da noi non ha mai conosciuto flessioni). Sommando questi due elementi è abbastanza ovvio perché in Italia la scena alternativa del clubbing sia da sempre una cosa minuscola, ai confini dell’insignificante... Ok: il Maffia, Xplosiva a Torino, Agatha a Roma... ma nel grosso del “paese (notturno) reale” il sound continua a essere quello della house cantata, della techno maranza e dell’ “ingresso tavoli”. Una milanesità esportata a tutte le latitudini. Con occasionali eccezioni: il venerdì dei Magazzini Generali a Milano, il sabato del Tenax a Firenze, molte cose degli Angels Of Love a Napoli... che non sono club “alternativi” - tutt’altro - ma posti mainstream in cui la programmazione è però di buona qualità.
La cosa più divertente comunque è parlare con i dj - non quelli già arrivati ovviamente, quelli rimasti a metà strada del cammino verso la fama. A sentir loro sembrerebbe che siano tutti dei Jeff Mills inespressi, che «cazzo, è il gestore della sala che non mi lascia suonare quello che voglio». Oh, li capisco eh, bisogna pur comprare il pane e pagare il mutuo in qualche modo. Però, ugualmente, che tristezza...
C’è una via italiana alle “Night Versions” nel 2005? Forse è quella di club molto piccoli, retrobottega di bar o ristoranti che è facile riempire con 100 appassionati da cui cominciare a costruire uno zoccolo duro per poi eventualmente passare a spazi più grossi.
3) noi tutti abbiamo seguito con attenzione l'esplosione del fenomeno lcd soundsystem, a mio avviso mostruosamente bravi nel far collidere tutti i loro ascolti per partorire un qualchecosa di estremamente eccitante se non addirittura nuovo. ecco, all'inizio di quell'avventura, sembrava quasi che james murphy e soci potessero in parte cambiare in modo significativo il corso della musica...semplicemente influenzando un maggior numero di band ed allargando il loro bacino di utenza. a distanza di qualche mese, tutto quel parlare eccitato sembra molto lontano e tristemente, su tutto, sembra aver avuto la meglio la "revanche" la resurrezione del britpop, che e' davvero ridicolo se ci pensiamo, perche' appena dieci anni fa il britpop era stato sepolto da "un maggiore numero di campionatori venduti rispetto a quello delle chitarre in uk".
ecco mi accorgo che questa non e' una domanda, sono pensieri che si collegano appena appena tra loro...ma non vale la pena di rifletterci su?
FDL: Secondo me gli Lcd Soundsystem hanno rivoluzionato la musica dell’ultimo anno: solo che la loro era un tipo di rivoluzione necessariamente rivolta ad una sottocultura della sottcultura, e difficilmente replicabile su larga scala. Paradossalmente molto di questo *nuovo-britpop* che circola oggi (Art Brut, Kasabian, Clor, Arctic Monkeys, per certi versi gli stessi Kaiser Chiefs) secondo me si muove in territori e risponde a istanze non così dissimili da quelle degli Lcd: sono gruppi che recuperano il punk (Damned, Buzzcocks) ma al tempo stesso hanno una sensibilità molto “da club” (hanno un senso “del ballo” prima ancora che del pop, usano “drones” di synth, spesso l’idea dei “remix” è già endemica ai loro pezzi e non solo un trucchetto di marketing) e questo perché sono una generazione che è cresciuta in un contesto in cui il clubbing non era più “nemico” del rock come era fino alla fine degli anni Ottanta.
L’operazione di Lcd Soundsystem è molto più intellettuale e raffinata - anche perché Murphy è una vecchiazza, e gli Art Brut invece hanno 23 anni. Prendere delle scorie (di punk, di punk già pre-contaminato con il funk e la disco - vd. i Contortions - di noise, di garage-rock, di acid-house, di funk) e trattarle come farebbe un dj con il suo campionatore - solo facendolo CON GLI STRUMENTI VERI, cioè senza campionatore... E c’è un altro fatto curioso: a differenza di qualsiasi altro gruppo “epocale”, è impossibile ripetere la formula degli Lcd Soundsystem senza diventare automaticamente una brutta copia conforme degli Lcd Soundsystem (che è il grande problema dei DK7, ad esempio). Quella che è replicabile è l’attitudine, dosando diversamente gli ingradienti, che è ad esempio quello che hanno fatto - intelligentemente - i Soulwax.
Per inciso, in “Losing my edge” c’è anche la risposta (ironica) al fenomeno dei giradischi Technics che superano in termini di venduto le chitarre e relativo processo inverso...
4) la domanda che anche marzullo ti fara', se mai sarai suo ospite. ti auguro di no. sia per marzullo, che per la domanda. cmq... qual'e' il ruolo del dj o del giornalista musicale....ovvero oltre a suonare e parlare di dischi, si può (devono) fare cultura... ed influenzare altri ascoltatori appassionati di musica?...per fare questo occorre prendersi dei rischi. oggi c'e' spazio per il rischio e la curiosita' nel vostro mestiere di giornalisti/dj?
FDL: Influenzare sicuramente... anche se più che influenzare direi “contagiare”... Specialmente per il dj la modalità di diffusione della musica è per contagio più che per indottrinamento: esponi gli altri ad una certa musica ed alcuni tra loro magari ne vengono contagiati, ti chiedono «cos’è?», si vanno a cercare il disco o se lo scaricano... Il giornalista - lavorando con le parole - ha più a che fare con l’indottrinamento e la retorica ma c’è pure lì un margine per “contagiare” il lettore, se sei molto bravo (e ti diverti) a giocare con le parole... Ovviamente parliamo di giornalisti (e dj) per cui l’ascolto e la scoperta sono ancora momenti centrali del proprio lavoro... non quelli che si accontantano di quel che passano gli uffici stampa. Spazi per prendersi dei rischi - o meglio: per forzare i limiti - ce ne sono sempre, commisuratamente agli ambiti nei quali uno lavora: su un magazine a larga tiratura sarà provare a introdurre alle masse i Clap Your Hands Say Yeah, su una fanzine sarà il compilare la più dettagliata discografia di Max Tundra mai compilata... non vedo questi due livelli come opposti, e nemmeno uno come necessariamente più “onesto” dell’altro. Sono entrambi interessanti e a modo loro divertenti, se affrontati - come appunto dicevi nella domanda - con curiosità e ironia.
5) gli mblog ed i blog stanno cambiando esclusivamente le abitudini dei "maniaci della musica" oppure anche di un pubblico piu' genarilizzato....ovvero e' una nicchia che parla a se stessa o c'e' di piu'? ed il loro impatto nel ridefinire la fruizione della musica non sta trasformando in generale il modo in cui la gente si muove alla scoperta di quest'ultima?
FDL: È sicuramente un nicchia che parla a sé stessa, ma non è detto che questo sia un problema, nel senso che blog/mblog stanno cambiando il linguaggio ed i modi di interagire all’interno della nicchia, e questa è sicuramente un’ottima cosa. Se prima il percorso era A) Pitchfork/Wired/Blow Up dicono che un certo disco è cool, B) me lo scarico da Soulseek, ora il tutto è un filino più circolare. Ossia: Pitchfork e Blow Up continuano a dire cos’è cool ed a definire il gusto all’interno della nicchia, ma “io” posso intervenire attivamente nel processo mettendo online la mia flash-radio o i miei mp3 (anche se non ho uno spazio web, c’è YouSendIt) definendo “io” quello che è cool per me, e influenzando - forse - un infinitesimo di frammento di nicchia. C’è ancora un forte verticismo (senza la recensione di Pitchfork i blog americani non si sarebbero accorti così in fretta dei Clap Your Hand Say Yeah, e di conseguenza neanche quelli europei), ma il processo di frammentazione è ugualmente interessante. C’è più scambio, mi pare. Scambio all’interno di una nicchia, ok, ma sempre meglio che “ognuno a casa propria a scaricare da Soulseek i dischi del mese di Blow Up”... E’ più divertente! Fra l’altro blog etc hanno rimesso in circolo anche un know-how di tipo estetico e pure linguistico che mancava da qualche anno (dai tempi delle fanzine fotocopiate, forse). E forse - molto lentamente - stanno anche cominciando a creare delle reali comunità, come è il caso di Polaroid qui in Italia, blog che non a caso agisce anche nel mondo “reale” della radio e dei concerti sul territorio.
playlist:
1) BENJAMIN THEVES, “Texas (SebastiaAn remix)”
2) BABYSHAMBLES, “Down In Albion” album
3) FRANZ FERDINAND, “The Fallen (Justice edit)”
4) OPTIMO, “Psyche Out” album
5) PSYCHIC TV, “Ov Power”
6) un certo pezzo r’n’b cantato da una donna che è un mese che lo sento per radio e ancora non sono riuscito a capire cos’è...
7) MUNK, “Disco Clown (Digitalism remix)”
8) MADONNA, “Confessions On A Dancefloor” album
9) PRINS THOMAS, Goettsching
10) RAZ OHARA, “Where Is My Mind?” (cover dei Pixies, trovata su un mblog)
link:
http://www.beatsinspace.net/
http://20jazzfunkgreats.blogspot.com/
http://www.livejournal.com/users/imomus/
Last night a "fuorone" played some records!
voglio dire? come si stabilisce la qualita' di un dj?...io non lo so e forse qualcuno piu' in gamba di me potrà darvi risposte soddisfacenti, pero' lasciatemi dire che la mezzoretta di djing ad opera di sonic boom, in quel del covo, ha lasciato il segno.
i silenzi tra un pezzo e l'altro, il mandare dischi al contrario su altri pezzi disturbando l'ascolto e la ballabilità, l'aspetto da ultimo de tossici: oh, adesso non giriamoci attorno, perche' forse sta li la sua "genialita'", mai nascosta come caratteritica. l'ultimo dei tossici. uno completamente fuori da non so quanti anni. dannoto per il resto della sua avventura. che nel momento in cui si approccia alla musica, diventa altro da se. riguadagna un'autonomia ed un lucidita' apparente unica. si muove tra la selezione dei dischi con coraggio e gusto(ovviamente per le corde di uno che ha fatto storia negli spacemen3).e se gli chiedete che disco ha appena suonato, beh lottando contro la forza di gravita' per rimanere in piedi, riesce a dirvi nome del gruppo, nome del pezzo e da che album e' preso. poi gli occhi risporfondano nel nulla, liquidi e persi.
ed io ho ballato, e non ero l'unico.
i silenzi tra un pezzo e l'altro, il mandare dischi al contrario su altri pezzi disturbando l'ascolto e la ballabilità, l'aspetto da ultimo de tossici: oh, adesso non giriamoci attorno, perche' forse sta li la sua "genialita'", mai nascosta come caratteritica. l'ultimo dei tossici. uno completamente fuori da non so quanti anni. dannoto per il resto della sua avventura. che nel momento in cui si approccia alla musica, diventa altro da se. riguadagna un'autonomia ed un lucidita' apparente unica. si muove tra la selezione dei dischi con coraggio e gusto(ovviamente per le corde di uno che ha fatto storia negli spacemen3).e se gli chiedete che disco ha appena suonato, beh lottando contro la forza di gravita' per rimanere in piedi, riesce a dirvi nome del gruppo, nome del pezzo e da che album e' preso. poi gli occhi risporfondano nel nulla, liquidi e persi.
ed io ho ballato, e non ero l'unico.
venerdì, novembre 18, 2005
Professore
tra un disco e l'altro, tra un dvd e l'altro, tra un romanzo e l'altro: ecco c'è anche dell'altro, molto altro.(e' un tema vecchio)
il professore Umberto Veronesi si dimostra una mente eccellente quando si esprime riguardo temi etici, morali, di civilta' e politici. con parole eleganti ed afficaci spiega due o tre cose che dovremmo tenere a mente. o almeno dovrebbe farlo chi si ritiene più o meno "progressista", sembre che questa parola non vi faccia venire i brividi. addirittura in una risposta condensa che vuol dire essere di sinistra nel 2005.
cliccare sul titolo per leggere l'intervista rilasciata a Repubblica.
il professore Umberto Veronesi si dimostra una mente eccellente quando si esprime riguardo temi etici, morali, di civilta' e politici. con parole eleganti ed afficaci spiega due o tre cose che dovremmo tenere a mente. o almeno dovrebbe farlo chi si ritiene più o meno "progressista", sembre che questa parola non vi faccia venire i brividi. addirittura in una risposta condensa che vuol dire essere di sinistra nel 2005.
cliccare sul titolo per leggere l'intervista rilasciata a Repubblica.
Same Ghost
Wolf Parade.é incredibile a dirsi: mi piace un gruppo che piace pure ad Enzo Polaroid! purtroppo è cosi. io se fossi in lui inizierei a preoccuparmi(io mi sto già preoccupando). tutto questo serve per introdurre un quesito: solo alle mie orecchie partigiane e faziose i 25 secondi finali si "same ghost every night" dei wolf sembra citare l'immenso assolo/momento epico di moya dei godspeed you black emperor? gia' nel corpo della canzone c'e' una piccola similitudine che cambia nella sua parte finale. questa coda di solo theremin sembra quasi fatta a mo di "ragazzi ci siamo accorti anche noi che la somiglianza puo' esserci, ma non e' cosi, e ci ridiamo pure sopra!". se cosi fosse, oltre che bravi per l'ottimo disco(davvero molto bello), bravi anche per il senso dell'humor. clap clap clap(no! enzo, tranquillo qui non sto dalla tua parte)
mercoledì, novembre 16, 2005
Nothing's Lost
l'indivia belga. e' una specie di lattuga, che la popolazione dei Valloni e delle Fiandre usa mangiare cruda accompagnandola con formaggi e salsine varie. sta benissimo su una tavolata estiva a mo di antipasto.
l'invidia cavriaghese. e' una specie di senzazione che il sottoscritto prova nei confronti di un abitante delle Fiandre, ma pochissimo conosciuto nei Valloni. questo fiammingo si chiama styrofoam e mi fa un sacco di invidia. quella buona, si intende, anche senza salsine di contorno. sebbene lo conosca e mi sia stato piu' di volte di grande aiuto, e quindi sappia come si pone nei confronti delle altre persone, riesce sempre a stupirmi la sua capacità di collaborare con nuove persone. insomma, uno che e' conosciuto solamente in meta' della sua nazione ma riesce a lavorare con molti dei suoi artisti preferiti...beh oltre che invidia mi muove un po' di rispetto. anzi, tanto rispetto. non voglio pensare chi saranno gli ospiti del suo prossimo album, perchè gia' mi fa rabbia.
Arne/Styrofoam sta girando per l'america in questi giorni.
http://standaard.typepad.com/styrofoam/ questo e' il link del suo diario di viaggio. ogni giorno potete leggere un resoconto in fiammingo, oppure limitarvi a guardare il fotoracconto di questo suo lungo tour. nell'impresa non e' solo, ma accompagnato dalla band che gia' si esibisce con lui da un annetto. avendo diviso il palco assieme nella capitale dei Valloni, dove siamo popolari entrambe allo stesso modo, posso dirvi che il live" merita, ha una bella carica crauto intismista dove il laptop non la fa da padrone, ma sono le ritmiche serrate ed il songwriting ad emergere. c'e' un cd a supporto del tour che racconta attraverso alcune registrazioni live quello che si cerca di dire qui con le parole. se qualcuno fosse interessato ad acquistarlo mi puo' contattare(non sara' ufficilamente messo in commercio).
cliccando sul titolo del post potete scaricarvi l'ennesima collaborazione eccellente: styrofoam che rielabora un pezzo dei The free design coadiuvato alla voce da sarah shannon:vi ricordate i velocity girl?erano su sub pop...mica c'erano solo quei nirvana su sub pop..
l'invidia cavriaghese. e' una specie di senzazione che il sottoscritto prova nei confronti di un abitante delle Fiandre, ma pochissimo conosciuto nei Valloni. questo fiammingo si chiama styrofoam e mi fa un sacco di invidia. quella buona, si intende, anche senza salsine di contorno. sebbene lo conosca e mi sia stato piu' di volte di grande aiuto, e quindi sappia come si pone nei confronti delle altre persone, riesce sempre a stupirmi la sua capacità di collaborare con nuove persone. insomma, uno che e' conosciuto solamente in meta' della sua nazione ma riesce a lavorare con molti dei suoi artisti preferiti...beh oltre che invidia mi muove un po' di rispetto. anzi, tanto rispetto. non voglio pensare chi saranno gli ospiti del suo prossimo album, perchè gia' mi fa rabbia.
Arne/Styrofoam sta girando per l'america in questi giorni.
http://standaard.typepad.com/styrofoam/ questo e' il link del suo diario di viaggio. ogni giorno potete leggere un resoconto in fiammingo, oppure limitarvi a guardare il fotoracconto di questo suo lungo tour. nell'impresa non e' solo, ma accompagnato dalla band che gia' si esibisce con lui da un annetto. avendo diviso il palco assieme nella capitale dei Valloni, dove siamo popolari entrambe allo stesso modo, posso dirvi che il live" merita, ha una bella carica crauto intismista dove il laptop non la fa da padrone, ma sono le ritmiche serrate ed il songwriting ad emergere. c'e' un cd a supporto del tour che racconta attraverso alcune registrazioni live quello che si cerca di dire qui con le parole. se qualcuno fosse interessato ad acquistarlo mi puo' contattare(non sara' ufficilamente messo in commercio).
cliccando sul titolo del post potete scaricarvi l'ennesima collaborazione eccellente: styrofoam che rielabora un pezzo dei The free design coadiuvato alla voce da sarah shannon:vi ricordate i velocity girl?erano su sub pop...mica c'erano solo quei nirvana su sub pop..
Conan? No, Khonnor
un anticipo d'inverno, che si mischia con la classica umidita' stagionale(quale stagione non e' umida in emilia). allora la notte si puo' uscire per una passeggiata, finalmente disponibili a godere di questa aria fresca. la mattina quando si va al lavoro lo si e' sempre un po' meno, ed al freddo si guarda in malo modo.
"handwriting" di khonnor e' il disco perfetto per passeggiate notturne accompagnate da temperature che si guardano i piedi. uno di quei dischi che sembrano studiati per accompagnare quel senso di solitudine post vacanze nataliazie, avete presente vero? attorno sembra esserci calore ovunque, ma voi avete scelto di stare fuori, da soli al freddo. ovviamente per scelta, vero?
il primo disco di khonnor suona come se "dagger" degli slowdive fosse stata concepita da un giovane fennesz ancora alle prese con gli studi delle potenzialita' dell'elettronica. l'NME ne' parlo con un po' piu' di senso poetico: "These hymns to introspection are worth, oh, at least a chapel of anyone's sonic cathedral." come si fa a non essere d'accordo, anche se a parlare e' il "bugiardino" inglese.
se cliccate sul titolo del post troverete sei canzoni scaricabili gratuitamente e legalmente. si tratta di materiale pre"handwriting", con il nostro ancora alle prese con un suono maggiormente idm-oriented. la voce compare timida in un solo episodio.e le chitarra acustica è ancora la nella sua custodia. ma un ascolto lo merita.
"handwriting" di khonnor e' il disco perfetto per passeggiate notturne accompagnate da temperature che si guardano i piedi. uno di quei dischi che sembrano studiati per accompagnare quel senso di solitudine post vacanze nataliazie, avete presente vero? attorno sembra esserci calore ovunque, ma voi avete scelto di stare fuori, da soli al freddo. ovviamente per scelta, vero?
il primo disco di khonnor suona come se "dagger" degli slowdive fosse stata concepita da un giovane fennesz ancora alle prese con gli studi delle potenzialita' dell'elettronica. l'NME ne' parlo con un po' piu' di senso poetico: "These hymns to introspection are worth, oh, at least a chapel of anyone's sonic cathedral." come si fa a non essere d'accordo, anche se a parlare e' il "bugiardino" inglese.
se cliccate sul titolo del post troverete sei canzoni scaricabili gratuitamente e legalmente. si tratta di materiale pre"handwriting", con il nostro ancora alle prese con un suono maggiormente idm-oriented. la voce compare timida in un solo episodio.e le chitarra acustica è ancora la nella sua custodia. ma un ascolto lo merita.
lunedì, novembre 14, 2005
Tentazioni
in dicembre, per i tipi della rhino, esce l'ennesimo cofanetto dedicato alla cariera dei New Order.
nessuna novità degna di segnalizione riguardo la tracklist. un appassionato ha gia tutto e di più. il novizio certo non legge qui. per chi non si perde remix è da segnalare un rework di "temptation"per mano degli americani secret machines. a erol elkan piace tantissmo, a me un passaggio fa venire in mente il tocco di the edge sulla sei corde.
ma non sottovalutate questo box, potrebbe essere il regalo di natale meglio confezionato: un gesto di affetto prontamente misurabile con il semplice contatto di dito a pigiare il tasto "play". non assicuro un risultato simile a quello del video di "krafty", ma la musica dei new order continua ad evocare la stessa senzazione: un incredibile amore adolescenziale, tra sorrisi e lacrime con cuore a mille. l'unica cosa per cui vale vivere. loro lo hanno dimostrato, eccome.
http://s20.yousendit.com/d.aspx?id=11HMCSI2RIMI804UA60ZXU1QRB (potete anche cliccare sul titolo del post)
nessuna novità degna di segnalizione riguardo la tracklist. un appassionato ha gia tutto e di più. il novizio certo non legge qui. per chi non si perde remix è da segnalare un rework di "temptation"per mano degli americani secret machines. a erol elkan piace tantissmo, a me un passaggio fa venire in mente il tocco di the edge sulla sei corde.
ma non sottovalutate questo box, potrebbe essere il regalo di natale meglio confezionato: un gesto di affetto prontamente misurabile con il semplice contatto di dito a pigiare il tasto "play". non assicuro un risultato simile a quello del video di "krafty", ma la musica dei new order continua ad evocare la stessa senzazione: un incredibile amore adolescenziale, tra sorrisi e lacrime con cuore a mille. l'unica cosa per cui vale vivere. loro lo hanno dimostrato, eccome.
http://s20.yousendit.com/d.aspx?id=11HMCSI2RIMI804UA60ZXU1QRB (potete anche cliccare sul titolo del post)
domenica, novembre 13, 2005
Rimane: Altro.(ovvero un pezzo inedito degli Altro datato 95)
non ricordo esattamente le date. la stessa cosa mi capita con i nomi di persona od i titoli delle canzoni. i miei genitori sostengono che questa sia una scarsa attenzione per i dettagli. sempre che si possono considerare dettagli. io, pero', non sono tanto d'accordo. pongo la mia attenzione in modo differente. non dimentico tanto facilmente una cosa accaduta piu' o meno in quel periodo e se me lo si chiedesse potrei fare una rapida fotografia dei miei pensieri in quel momento passato. oppure posso canticchiare il giro armonico che si ripete in una canzone. ai senza-nome sono capace di dare sempre un volto, io. le cose me le ricordo, tutte, in modo un po' diverso.
cosi, non saprei dirvi esattamente se nel 94 nel 95 o96 incontrai per la prima volta gli altro. sono però sicuro che a metterci tutti sulla stessa strada fu andrea pomini, che per molti oggi e' un redattore di rumore e componente dei disco drive, ma per me rimane mr. abBestia. a dispetto del nome della sua fanzine, per l'appunto abbestia, andrea era l'espressione che piu' mi piaceva del punk intaliano nei medi anni novanta. attento a tutto quello che si muoveva nella scena punk e limitrofi. fu il primo ad accorgersi di me e marco sagona e della nostra piccola fanzine e produzioni musicali(che non rimarrano certo nella storia della musica, ma nella nostra storia si.!). a quel tempo realizzavamo una piccola fanzine che prendeva il nome da un brano degli embrace: si chiamava "no more pain". trattavamo hardcore/punk ma con lo sguardo rivolto sempre altrove. ci piacevano i tipi della k, della kill rock star, gli irregolari di san diego e la washington dc che emozionava.
proprio quello sguardo "altrove", e letture come abbestia(importanti per l'attitudine ed il modo di trattare le cose e le persone, prima ancora di vicinanza musicale...quella importava relativamente se non poco) ci fecero incontrare gli altro. un gruppo con delle grafiche e testi che ce li proiettavano come alieni nel panorama hc italiano. la nostra scena totalemente dedicata all'espressione della "Rivolta contro il sistema", anche estetica, non sembrava poter comprender quanto gli Altro fossero genuina espressione punk. con i loro testi che non parlavano dei massimi sistemi, ma di piccole rivoluzioni personali. le loro grafiche che non si ispiravano alla vecchia tradizione libertaria/antagonista o a collage situazionisti tanto cari alle pratiche istituzionali penx: erano minimali racconti di adolescenza, oneste dichiarazioni di se stessi.
tutto questo, mischiato ad un approccio alla materia musicale cosi' naif e genuina, e per questo punk all'osso, non poteva non essere parte anche della nostra esperienza nella musica. c'era una comunanza che non saprei spiegare a parole. ma ci stavano simpatici, e questo bastava.
oggi gli altro sono ancora li in mezzo, nella terra di nessuno. non appartengono a nessuna scena. loro sono la scena in cui si muovono, semplicemente impermeabili a condizionamente esterni, grazie ad uno strato di genuinità e provincia che non permette il degrado dell'onestà. non si arrendono all'evidenza dell'essere troppo deboli ed alieni per questo mondo. spero solo che milano non li rovini.
cosi se cliccate sul titolo di questo post potete scaricarvi in inedito degli Altro datato novantacinque o giu' di li. perche' ve lo do io? semplice. perche' stava nella fanzine di cui vi parlavo prima. usavamo allegare o pubblicare delle cassette per la nostra "no more pain". era la testimonianza delle nostre intenzioni, del nostro modo di concepire la musica, del vivere la musica. attraverso le parole. attraverso le note. attraverso il sudore e gli spostamenti in treno.
attraverso le persone.
"Rimane:Altro"
segue la piu' bella intervista che abbia mai fatto.solo e semplicemente perche' la qualita' delle risposte e' molto alta...ma davvero tanto. io sono marginale in tutta questa storia...
intervista con Alessandro Baronciani, con la supervisione degli altri membri della band.
1-proprio in questi giorni mi e' capitato di vedere un paio di volte il vostro video, mi racconti com'e' andata? chi ha avuto l'idea, dove lo avete realizzato e come mai un video così?
cioe' mi sembra davvero molto carina l'idea di fare finalmente un video dove la gente suona(magari in playback)...ma ok...sembra davvero "darcene" sullo strumento...e non e' impalata proprio come se fosse li dietro ad una telecamera. e' un'idea molto piu' fresca...con il ragazzo che raccoglie l'asta....sai c'e' un bel gusto nella semplicità della cosa...ed e' anche molto punk...fotografare tutto nel momento in cui "brucia"... poi, ok, due canzoni per un video...bello.... dimmi un po tu'...
Alessandro: l'idea era nata dal video che ha fatto davide al concerto a pisa questa estate. Concerto bellissimo anche se mentre dormivamo di notte ci hanno divorato le pulci. Noi credevamo fossero zanzare, comunque c'erano anche quelle. Gianni si coprì con il sacco a pelo come un sudario. Io e matteo ce ne siamo andati a dormire sulla twingo. Verso le cinque di mattina, doveva ancora albeggiare, ho visto lo spettro di davide intorno alla macchina. Mi sono svegliato per salutarlo. Era pieno di bolle rosse per i morsi degli insetti, non ne poteva più. La sera del giorno dopo avrebbe suonato a perugia, e quindi ci siamo salutati all'alba, avrebbe cercato la strada per la stazione da solo. Quando ci siamo ritrovati a milano mi ha fatto vedere il filmato ed era l'idea che abbiamo rifatto nel videoclip. Il ragazzo che raccoglie l'asta è dani dei minnies mentre quello con la maglietta rosa é andrea. Mi piace che ci sia sempre qualcuno di amico mentre suoniamo o facciamo le cose con gli altro. L'altra cosa divertente era fare un video che da solo durasse meno di tutti i video visti fino a oggi. poi venne una idea ancora più divertente: fare due video che durassero meno di tutti i video del mondo e fare una cosa tipo due canzoni in una! nel video stiamo facendo le prove, ed è per quello che non suoniamo davanti alla telecamera, anzi cinepresa. Gli amplificatori sono girati verso di noi perché dobbiamo sentirci quando suoniamo: è un'idea così semplice che non ci ha mai pensato nessuno, ah ah! per fare questo video abbiamo dovuto fare il concerto più lungo e ripetitivo degli altro: 2 ore di fila suonando tre canzoni. si c'è anche un altro video, Rumba. ma cosi diventavano 3 minuti e 58 secondi.
2- per un gruppo come il vostro, che si e' sempre mosso in ambiente punk diy fare un video che finisce dritto dritto su mtv e' cosa strana....ed i soliti puristi...sono gia' li pronti a darvi addosso....ma io non ci vedo davvero nulla di strano...per un semplice motivo...credo che il video rientri appieno nel vostro mondo... cioe' sia un bel "documentario", prima ancora che un video, da una bella idea di chi siete e come siete...senza artifizi...e quindi la cosa funziona...butta alle ortiche mille critiche che possono essere riassunte sotto la parola "venduti". e' real direbbe bagatta o qualsiasi mc! la commistione con mtv(ovvero il video che passa in tv) vi ha reso dei venduti? ovviamente scherzo...la mia curiosita' sta piu nel chiederti che tipo di gruppo vi considerate... cioe' qual'e' il vostro ambiente naturale e perche' fate musica....
Alessandro:domanda difficile.
ci sono quei posti dove ti senti sempre a casa e i posti dove non avresti mai voluto suonare. È difficile capire sempre prima di un concerto quale sarà l'ambiente che trovi perché il concerto comincia dall cena. Da come ci si mette a tavola si capisce come sarà la serata, ad esempio: mangiare in piedi in una stanza senza finestre non sarà mai come mangiare con tizio e paffu (fooltribe) sul prato davanti a casa in prima primavera.
Sul video invece non abbiamo ragionato molto, nel senso che non abbiamo fatto una riunione dove abbiamo deciso, stanziato dei fondi, fatto pronostici. è stato tutto un po' come andare al mare e dire: guarda cosa faccio, tiro questo sasso lontano, lontano, vediamo dove arriva? Detta cosi sembra una frase bella, ma assomiglia ad una scena di un film di muccino.
3- ma com'e' che agli inizi...per anni, gia' registravate delle canzoni e dei dischi ma non avevate strumenti vostri, cioè dovevate chiederli agli amici ect.... non è un aspetto secondario, cavolo..o no? sai spesso i musicisti passano per maniaci dello strumento prima ancora che del fare musica...voi invece nulla....
Alessandro: semplice! quando a sedicianni abbiamo cominciato a parlare di suonare in un gruppo (poi però iniziammo a suonare verso i venti), la cosa più facile da trovare in casa è stata la chitarra di mio fratello. funziona un po' come in petzi e la nave, conosci petzi? Era un libro illustrato che leggevo sempre da piccolo, nel primo libro petzi e pingo (petzi è un orsacchiotto e pingo un pinguino. Okey! petzi era difficile da indovinare ma pingo ci si poteva pure arrivare) trovano in un barile vuoto un timone di una nave, prima pensano che sia una ruota di bicicletta, cosi provano a costruire una bicicletta con una ruota sola. poi arriva il pellicano e gli dice: guarda che quello serve per far girare le navi! Cosi decidono di costruire una nave. Noi invece con gli strumenti ci abbiamo costruito una bicicletta.
4- viene spesso da pensare che "altro" siano una tua creatura...perche' oltre alla musica ed i testi...ci sono le grafiche, che credo siano parte integrante del messaggio che il gruppo trasmette... ed anche una certa intercambiabilita' degli altri componenti del gruppo(a proposito c'e' stato un cambio definitivo della formazione?). insomma tu "sembri" il punto fermo....mi spieghi come sono le dinamiche del gruppo...? come funziona per l'appunto un gruppo come il vostro...che con il tempo si e' separato e vive in differenti parti dell'italia....
Alessandro: gli altro siamo noi tre, io ci metto molto, ma non posso dire che sia una creatura mia. Quando con bugo siamo andati a fare la masterizzazione di prodotto al nautilus, il tipo continuava a chiamare il disco il mio "progetto", definendolo "un progetto musicale interessante" ma questa persona suonava jazz e quindi usava parole sbagliate per indicare la musica. I progetti si fanno per costruire i palazzi come dice simone non per fare canzoni. Purtroppo esistono parole proprio brutte in campo musicale e spesso bisogna ricorrere all'inglese. Se dici di suonare in un gruppo non pensi ad una "band" ma ad un gruppo parrocchiale, se dici band a me viene in mente la banda di paese dove suona mio babbo. La cosa più divertente è stato quando, come per tutti i dischi masterizzati in questi posti seri, anche noi siamo stati inseriti in un archivio con una scheda.
Il nostro file in mezzo a renato zero e elisa si è chiamato altro, prodotto. Tra parentisi in quel posto ci abbiamo lasciato 300 euro. Però la differenza si sente, ma rico, sicuramente, avrebbe fatto la masterizzazione ugualmente bene. Forse.
5- scusa se ritorno al video, ma questo esce a distanza di quasi due anni dall'album che dovrebbe promuovere. quindi mi viene spontaneo chiedere se e' stato fatto perchè "gli altro sono un gruppo cosi. fanno le cose come e quando ne hanno voglia." oppure avete cose nuove in cantiere e questo video potrebbe servire da traino... in poche parole. avete un disco nuovo in uscita?
Alessandro: Andrea (Pomini), quando gli abbiamo detto che il nostro video passava su mtv, non ci credeva e stava quasi deragliando, ci chiese se avessimo pronto un tour o qualcos'altro in testa, io gli ho detto di no e lui è svenuto. "Come si possono suonare le stesse canzoni dopo due anni?". Poi il giorno dopo mi ha richiamato e mi ha detto che siamo come i nirvana. "fate le cose cosi tanto per farle, per vedere se ci riuscite, ah ah!"
La sera del video, a cena con Andrea ricominciò la sua filippica sugli amplificatori da comprare e da portare ad ogni concerto. "possibile che siete in giro da 10 anni e ancora non avete i vostri strumenti, la batteria?" Noi invece, che da quando abbiamo scoperto, dopo arezzowave, che non siamo sfigati senza strumenti ma vogliamo il backline, siamo più contenti ad andare in concerto con una persona in più invece che di un amplificatore. In questo modo possiamo prendere anche il treno. Stefano sprinzi al concerto dei wire mi disse: "sai, che per venire in tour in italia, i wire, giravano col treno, si facevano venire a prendere in stazione e gli strumenti sul palco se li facevano trovare direttamente dal locale come voi, ah ah!"
Mi piacerebbe avere dei remis degli altro, ma mi sembrano più difficili da fare che un video.
Enrico offlaga mi ha fatto ascoltare qualcosa che mi sembrava bellissimo! Dico mi sembra, perché ho ascoltato quello che ha combinato soltanto via telefono. Sembravano le produzioni dei new order della b music periodo cool as ice, section 25 della svolta. lui e dario (accorgitene) vorrebbero fare il disco degli altro di remis e chiamarlo riprodotto, ma ancora c'è poco e mostrare sempre troppo entusiasmo non porta a niente. Un po' come quando vai a suonare: può capitarti che chi ha organizzato il concerto ti prepari una pasta al pomodoro scotta come un buonissimo piatto tipico di testaroli con il pesto genovese come è successo l'ultima volta che abbiamo suonato a la spezia. Non farsi troppe aspettative rende piacevole la serata perché non sai cosa ti sta aspettando. Riesci anche a divertirti.
6- mi togli un'ultima curiosità. ma gli altro, quando si sono trovati assieme, oltre ai prudori adolescenziali, cosa volevano esprimere formando una band? che potevi dire con un gruppo che i fumetti non ti permettevano?
Alessandro: Con i fumetti scrivo quello che mi succede, o meglio quello che vorrei mi accadesse, o quello che avrei voluto dire in quel momento, in quella situazione con quella persona, ma che poi non è andata a finire così. Dentro i miei fumetti ci sono un po' di storie di persone che mi scrivono per posta e un po' di cose mie; ma a queste cose, ci sono arrivato molto tempo dopo che ho iniziato a suonare, e a dire la verità ci sono arrivato proprio perché ho iniziato a suonare. Fare fumetti e difficile e noioso e l'unica forza che puoi trovare è quando qualcuno decide di abbonarsi (appunto) alle tue storie e ti legge da lontano, ti scrive, e con un piccolo contributo ti costringe (pena il senso di colpa!) a disegnare.
Questo scambio di lettere, fanzine e dischi nel mondo dei fumetti non esisteva, nella musica è la prima cosa che scopri quando capisci che suonare alla festa dell'unita nelle frazioni di pesaro non è quello che avevi in testa quando ti sei messo a fare un gruppo. Gli altro e jukka si sono conosciuti quando ancora scrivevi "no more pain" una fanzine di cui gianni costudisce il primo e forse unico numero. Le notizie giravano cosi, uno invitava un gruppo a suonare a pesaro e al concerto trovavi nuovi dischi e fanzine di un'altra parte d'italia, prendevi gli indirizzi di queste fanzine, gli scrivevi una lettera, aspettavi un mese per la risposta, ma un mese ce l'avevi messo tu per scrivere, cosi dopo quattro mesi e due lettere potevi ricevere il disco di cui avevi sentito parlare nella fanzine (le due lettere erano obbligatorie per le regole di galateo della posta: la prima lettera era scritta soltanto per sapere se si era interessati a scambiare il disco o la cassetta con la tua). Quando abbiamo scoperto che c'erano altre persone in italia che suonavano come te e che ascoltavano la tua stessa musica era divertente. gianni a casa ha un disegno con l'italia con le città e i numeri di copie dei dischi che sono in quelle città.
7- approposito di fumetti....mi fai un poco la storia delle tue uscite...una cosa molto breve...e se c'e' qualchecosa di nuovo in arrivo... magari mi abbono subito... così, forse, riuscirai a farmelo arrivare con solo due mesi di ritardo rispetto all'uscita!?!?... ed anche li con i fumetti, direttamente dal produttore al consumatore, rispettando la tradizione diy... ma hai mai pensato di pubblicare le tue storie online? il fumetto online non funziona?
Alessandro: Non ho mai pensato di fare un fumetto online, però ho finito di ridisegnare e completare tutte le storie che erano state raccontate negli abbonamenti postali. È un lavoro di 160 e oltre pagine, sono molto contento di averlo finito e tra un po' stampato. Forse. Ci stavo lavorando da quasi due anni, ma ho sempre rimandato anche perché l'ho sempre fatto nei momenti di ritaglio.
8-prima ho detto l'ultima curiosita'...ma in verita'..questa e' l'ultima!...quindi quella di prima...vabbeh. senti, un caro amico comune, mi disse che quando andaste a comperare i vostri strumenti per la prima volta, il negoziante rimase impressionato...perche' non vi interessava il suono degli strumenti...vi interessava come funzionavano su di voi davanti allo specchio? cioe' lo strumento come un abito, deve avere una sintonia estetico/visiva con chi lo suona? guarda che sta cosa mi piace un sacco...
Alessandro: è vero! Te l'ha detto andrea? Quando dopo candore andrea iniziò la sua filippica sugli strumenti musicali, non aveva tutti i torti. al tempo abbiamo registrato il disco (e suonato in giro a concerti) con degli strumenti che ti guardavano negli occhi e ti chiedevano : bruciami, ti prego! Gianni aveva completamente sfasciato il ponte (si chiama così?) e non gli entrava più la quarta corda, la mia aveva l'ingresso del jack arruginito ed era partita la meccanica in alto del mi cantino. A noi piacevano perché avevano gli stessi colori. Non ci piacevano quei gruppi dove il chitarrista aveva la chitarra rossa e il bassista il basso color legno. Se ti devi comprare un strumento, e poi da sotto, la gente ti guarda e ti dice che ti sta male addosso, e come andare in giro con quel cappotto, che ti piaceva tanto quando l'hai comprato, ma che non riesci mai a metterti perché sembra che tutti ti guardino.
Detto questo un buon negozio di chitarre dovrebbe avere sempre un bello specchio per potersi vedere. Farebbe comprare più chitarre.
Sull'altro versante, non ho mai capito molto di suoni di chitarra, so soltanto che la stratocaster è quella imitazione, ma devi guardare sul manico per vedere da dove viene: mexico cattiva, usa molto buona, anche se l'imitazionestratocaster della squire la fanno in giappone. La telecaster è pesante, non ci si riesce a muovere suonando. una volta me l'ha prestata matteo e mi sono fatto male nella pancia perché me la sono sbattuta addosso mentre suonavo. Poi ci sono le diavoletto, ma fanno solo un suono distorto tipo punkcaliforniano. E quelle emo tipo rikembergher, che era un famoso tennista che si slogo il braccio giocando e poi creò questa chitarra per suonare in un gruppo surf. La mia è una danelectro, che il nome sembra la marca del mio frigorifero. È stata costruita con i pensili delle cucine, l'interno è vuoto, molto leggera, ma si scorda praticamente subito. Poi sei li che fai di-diiin, diiiii-diiiiin, diii-doooon, tutto il tempo. Ah! i pickup sono a forma di lucidalabbra anni '50 si chiamano lipsticks (appunto). Il basso di gianni invece è una imitazione thunderbird della epiphone e l'ha comprato dopo aver visto il video crystal dei new order.
9-sai che questa piccola intervista forse chiude un cerchio... "rimane" degli altro, ricordi?
Alessandro: si mi ricordo, mi piacerebbe riascoltarla, magari se riesci ad abbasare la voce. A quei tempi ero più stonato di adesso. Non c'era la tecnologia di adesso e soprattutto non si sapeva come registrare. In queste cose ci si deve inventare tutto dall'inizio. Ci si inventa giornalisti e si scrive una fanzine, discografici e si fa un' etichetta, fonici e si fanno un sacco di cazzate. Con il registratore a quattro piste, una traccia sopra l'altra, non ci abbiamo mai capito niente. Da qualche parte dovrei avere ancora il dat con le prese originali. A quei tempi impazzivamo per i god machine, tranne gianni che impazziva per la raccolta dei sensefield con il budda in copertina e ale per gli indian bingo. Registrammo questa canzone nell'officina degli attrezzi di mio babbo. Simone suonava il mulinello e la radio, io la chitarra acustica e gianni la chitarra elettrica.
Mmh, fammela ascoltare prima, valà!
cosi, non saprei dirvi esattamente se nel 94 nel 95 o96 incontrai per la prima volta gli altro. sono però sicuro che a metterci tutti sulla stessa strada fu andrea pomini, che per molti oggi e' un redattore di rumore e componente dei disco drive, ma per me rimane mr. abBestia. a dispetto del nome della sua fanzine, per l'appunto abbestia, andrea era l'espressione che piu' mi piaceva del punk intaliano nei medi anni novanta. attento a tutto quello che si muoveva nella scena punk e limitrofi. fu il primo ad accorgersi di me e marco sagona e della nostra piccola fanzine e produzioni musicali(che non rimarrano certo nella storia della musica, ma nella nostra storia si.!). a quel tempo realizzavamo una piccola fanzine che prendeva il nome da un brano degli embrace: si chiamava "no more pain". trattavamo hardcore/punk ma con lo sguardo rivolto sempre altrove. ci piacevano i tipi della k, della kill rock star, gli irregolari di san diego e la washington dc che emozionava.
proprio quello sguardo "altrove", e letture come abbestia(importanti per l'attitudine ed il modo di trattare le cose e le persone, prima ancora di vicinanza musicale...quella importava relativamente se non poco) ci fecero incontrare gli altro. un gruppo con delle grafiche e testi che ce li proiettavano come alieni nel panorama hc italiano. la nostra scena totalemente dedicata all'espressione della "Rivolta contro il sistema", anche estetica, non sembrava poter comprender quanto gli Altro fossero genuina espressione punk. con i loro testi che non parlavano dei massimi sistemi, ma di piccole rivoluzioni personali. le loro grafiche che non si ispiravano alla vecchia tradizione libertaria/antagonista o a collage situazionisti tanto cari alle pratiche istituzionali penx: erano minimali racconti di adolescenza, oneste dichiarazioni di se stessi.
tutto questo, mischiato ad un approccio alla materia musicale cosi' naif e genuina, e per questo punk all'osso, non poteva non essere parte anche della nostra esperienza nella musica. c'era una comunanza che non saprei spiegare a parole. ma ci stavano simpatici, e questo bastava.
oggi gli altro sono ancora li in mezzo, nella terra di nessuno. non appartengono a nessuna scena. loro sono la scena in cui si muovono, semplicemente impermeabili a condizionamente esterni, grazie ad uno strato di genuinità e provincia che non permette il degrado dell'onestà. non si arrendono all'evidenza dell'essere troppo deboli ed alieni per questo mondo. spero solo che milano non li rovini.
cosi se cliccate sul titolo di questo post potete scaricarvi in inedito degli Altro datato novantacinque o giu' di li. perche' ve lo do io? semplice. perche' stava nella fanzine di cui vi parlavo prima. usavamo allegare o pubblicare delle cassette per la nostra "no more pain". era la testimonianza delle nostre intenzioni, del nostro modo di concepire la musica, del vivere la musica. attraverso le parole. attraverso le note. attraverso il sudore e gli spostamenti in treno.
attraverso le persone.
"Rimane:Altro"
segue la piu' bella intervista che abbia mai fatto.solo e semplicemente perche' la qualita' delle risposte e' molto alta...ma davvero tanto. io sono marginale in tutta questa storia...
intervista con Alessandro Baronciani, con la supervisione degli altri membri della band.
1-proprio in questi giorni mi e' capitato di vedere un paio di volte il vostro video, mi racconti com'e' andata? chi ha avuto l'idea, dove lo avete realizzato e come mai un video così?
cioe' mi sembra davvero molto carina l'idea di fare finalmente un video dove la gente suona(magari in playback)...ma ok...sembra davvero "darcene" sullo strumento...e non e' impalata proprio come se fosse li dietro ad una telecamera. e' un'idea molto piu' fresca...con il ragazzo che raccoglie l'asta....sai c'e' un bel gusto nella semplicità della cosa...ed e' anche molto punk...fotografare tutto nel momento in cui "brucia"... poi, ok, due canzoni per un video...bello.... dimmi un po tu'...
Alessandro: l'idea era nata dal video che ha fatto davide al concerto a pisa questa estate. Concerto bellissimo anche se mentre dormivamo di notte ci hanno divorato le pulci. Noi credevamo fossero zanzare, comunque c'erano anche quelle. Gianni si coprì con il sacco a pelo come un sudario. Io e matteo ce ne siamo andati a dormire sulla twingo. Verso le cinque di mattina, doveva ancora albeggiare, ho visto lo spettro di davide intorno alla macchina. Mi sono svegliato per salutarlo. Era pieno di bolle rosse per i morsi degli insetti, non ne poteva più. La sera del giorno dopo avrebbe suonato a perugia, e quindi ci siamo salutati all'alba, avrebbe cercato la strada per la stazione da solo. Quando ci siamo ritrovati a milano mi ha fatto vedere il filmato ed era l'idea che abbiamo rifatto nel videoclip. Il ragazzo che raccoglie l'asta è dani dei minnies mentre quello con la maglietta rosa é andrea. Mi piace che ci sia sempre qualcuno di amico mentre suoniamo o facciamo le cose con gli altro. L'altra cosa divertente era fare un video che da solo durasse meno di tutti i video visti fino a oggi. poi venne una idea ancora più divertente: fare due video che durassero meno di tutti i video del mondo e fare una cosa tipo due canzoni in una! nel video stiamo facendo le prove, ed è per quello che non suoniamo davanti alla telecamera, anzi cinepresa. Gli amplificatori sono girati verso di noi perché dobbiamo sentirci quando suoniamo: è un'idea così semplice che non ci ha mai pensato nessuno, ah ah! per fare questo video abbiamo dovuto fare il concerto più lungo e ripetitivo degli altro: 2 ore di fila suonando tre canzoni. si c'è anche un altro video, Rumba. ma cosi diventavano 3 minuti e 58 secondi.
2- per un gruppo come il vostro, che si e' sempre mosso in ambiente punk diy fare un video che finisce dritto dritto su mtv e' cosa strana....ed i soliti puristi...sono gia' li pronti a darvi addosso....ma io non ci vedo davvero nulla di strano...per un semplice motivo...credo che il video rientri appieno nel vostro mondo... cioe' sia un bel "documentario", prima ancora che un video, da una bella idea di chi siete e come siete...senza artifizi...e quindi la cosa funziona...butta alle ortiche mille critiche che possono essere riassunte sotto la parola "venduti". e' real direbbe bagatta o qualsiasi mc! la commistione con mtv(ovvero il video che passa in tv) vi ha reso dei venduti? ovviamente scherzo...la mia curiosita' sta piu nel chiederti che tipo di gruppo vi considerate... cioe' qual'e' il vostro ambiente naturale e perche' fate musica....
Alessandro:domanda difficile.
ci sono quei posti dove ti senti sempre a casa e i posti dove non avresti mai voluto suonare. È difficile capire sempre prima di un concerto quale sarà l'ambiente che trovi perché il concerto comincia dall cena. Da come ci si mette a tavola si capisce come sarà la serata, ad esempio: mangiare in piedi in una stanza senza finestre non sarà mai come mangiare con tizio e paffu (fooltribe) sul prato davanti a casa in prima primavera.
Sul video invece non abbiamo ragionato molto, nel senso che non abbiamo fatto una riunione dove abbiamo deciso, stanziato dei fondi, fatto pronostici. è stato tutto un po' come andare al mare e dire: guarda cosa faccio, tiro questo sasso lontano, lontano, vediamo dove arriva? Detta cosi sembra una frase bella, ma assomiglia ad una scena di un film di muccino.
3- ma com'e' che agli inizi...per anni, gia' registravate delle canzoni e dei dischi ma non avevate strumenti vostri, cioè dovevate chiederli agli amici ect.... non è un aspetto secondario, cavolo..o no? sai spesso i musicisti passano per maniaci dello strumento prima ancora che del fare musica...voi invece nulla....
Alessandro: semplice! quando a sedicianni abbiamo cominciato a parlare di suonare in un gruppo (poi però iniziammo a suonare verso i venti), la cosa più facile da trovare in casa è stata la chitarra di mio fratello. funziona un po' come in petzi e la nave, conosci petzi? Era un libro illustrato che leggevo sempre da piccolo, nel primo libro petzi e pingo (petzi è un orsacchiotto e pingo un pinguino. Okey! petzi era difficile da indovinare ma pingo ci si poteva pure arrivare) trovano in un barile vuoto un timone di una nave, prima pensano che sia una ruota di bicicletta, cosi provano a costruire una bicicletta con una ruota sola. poi arriva il pellicano e gli dice: guarda che quello serve per far girare le navi! Cosi decidono di costruire una nave. Noi invece con gli strumenti ci abbiamo costruito una bicicletta.
4- viene spesso da pensare che "altro" siano una tua creatura...perche' oltre alla musica ed i testi...ci sono le grafiche, che credo siano parte integrante del messaggio che il gruppo trasmette... ed anche una certa intercambiabilita' degli altri componenti del gruppo(a proposito c'e' stato un cambio definitivo della formazione?). insomma tu "sembri" il punto fermo....mi spieghi come sono le dinamiche del gruppo...? come funziona per l'appunto un gruppo come il vostro...che con il tempo si e' separato e vive in differenti parti dell'italia....
Alessandro: gli altro siamo noi tre, io ci metto molto, ma non posso dire che sia una creatura mia. Quando con bugo siamo andati a fare la masterizzazione di prodotto al nautilus, il tipo continuava a chiamare il disco il mio "progetto", definendolo "un progetto musicale interessante" ma questa persona suonava jazz e quindi usava parole sbagliate per indicare la musica. I progetti si fanno per costruire i palazzi come dice simone non per fare canzoni. Purtroppo esistono parole proprio brutte in campo musicale e spesso bisogna ricorrere all'inglese. Se dici di suonare in un gruppo non pensi ad una "band" ma ad un gruppo parrocchiale, se dici band a me viene in mente la banda di paese dove suona mio babbo. La cosa più divertente è stato quando, come per tutti i dischi masterizzati in questi posti seri, anche noi siamo stati inseriti in un archivio con una scheda.
Il nostro file in mezzo a renato zero e elisa si è chiamato altro, prodotto. Tra parentisi in quel posto ci abbiamo lasciato 300 euro. Però la differenza si sente, ma rico, sicuramente, avrebbe fatto la masterizzazione ugualmente bene. Forse.
5- scusa se ritorno al video, ma questo esce a distanza di quasi due anni dall'album che dovrebbe promuovere. quindi mi viene spontaneo chiedere se e' stato fatto perchè "gli altro sono un gruppo cosi. fanno le cose come e quando ne hanno voglia." oppure avete cose nuove in cantiere e questo video potrebbe servire da traino... in poche parole. avete un disco nuovo in uscita?
Alessandro: Andrea (Pomini), quando gli abbiamo detto che il nostro video passava su mtv, non ci credeva e stava quasi deragliando, ci chiese se avessimo pronto un tour o qualcos'altro in testa, io gli ho detto di no e lui è svenuto. "Come si possono suonare le stesse canzoni dopo due anni?". Poi il giorno dopo mi ha richiamato e mi ha detto che siamo come i nirvana. "fate le cose cosi tanto per farle, per vedere se ci riuscite, ah ah!"
La sera del video, a cena con Andrea ricominciò la sua filippica sugli amplificatori da comprare e da portare ad ogni concerto. "possibile che siete in giro da 10 anni e ancora non avete i vostri strumenti, la batteria?" Noi invece, che da quando abbiamo scoperto, dopo arezzowave, che non siamo sfigati senza strumenti ma vogliamo il backline, siamo più contenti ad andare in concerto con una persona in più invece che di un amplificatore. In questo modo possiamo prendere anche il treno. Stefano sprinzi al concerto dei wire mi disse: "sai, che per venire in tour in italia, i wire, giravano col treno, si facevano venire a prendere in stazione e gli strumenti sul palco se li facevano trovare direttamente dal locale come voi, ah ah!"
Mi piacerebbe avere dei remis degli altro, ma mi sembrano più difficili da fare che un video.
Enrico offlaga mi ha fatto ascoltare qualcosa che mi sembrava bellissimo! Dico mi sembra, perché ho ascoltato quello che ha combinato soltanto via telefono. Sembravano le produzioni dei new order della b music periodo cool as ice, section 25 della svolta. lui e dario (accorgitene) vorrebbero fare il disco degli altro di remis e chiamarlo riprodotto, ma ancora c'è poco e mostrare sempre troppo entusiasmo non porta a niente. Un po' come quando vai a suonare: può capitarti che chi ha organizzato il concerto ti prepari una pasta al pomodoro scotta come un buonissimo piatto tipico di testaroli con il pesto genovese come è successo l'ultima volta che abbiamo suonato a la spezia. Non farsi troppe aspettative rende piacevole la serata perché non sai cosa ti sta aspettando. Riesci anche a divertirti.
6- mi togli un'ultima curiosità. ma gli altro, quando si sono trovati assieme, oltre ai prudori adolescenziali, cosa volevano esprimere formando una band? che potevi dire con un gruppo che i fumetti non ti permettevano?
Alessandro: Con i fumetti scrivo quello che mi succede, o meglio quello che vorrei mi accadesse, o quello che avrei voluto dire in quel momento, in quella situazione con quella persona, ma che poi non è andata a finire così. Dentro i miei fumetti ci sono un po' di storie di persone che mi scrivono per posta e un po' di cose mie; ma a queste cose, ci sono arrivato molto tempo dopo che ho iniziato a suonare, e a dire la verità ci sono arrivato proprio perché ho iniziato a suonare. Fare fumetti e difficile e noioso e l'unica forza che puoi trovare è quando qualcuno decide di abbonarsi (appunto) alle tue storie e ti legge da lontano, ti scrive, e con un piccolo contributo ti costringe (pena il senso di colpa!) a disegnare.
Questo scambio di lettere, fanzine e dischi nel mondo dei fumetti non esisteva, nella musica è la prima cosa che scopri quando capisci che suonare alla festa dell'unita nelle frazioni di pesaro non è quello che avevi in testa quando ti sei messo a fare un gruppo. Gli altro e jukka si sono conosciuti quando ancora scrivevi "no more pain" una fanzine di cui gianni costudisce il primo e forse unico numero. Le notizie giravano cosi, uno invitava un gruppo a suonare a pesaro e al concerto trovavi nuovi dischi e fanzine di un'altra parte d'italia, prendevi gli indirizzi di queste fanzine, gli scrivevi una lettera, aspettavi un mese per la risposta, ma un mese ce l'avevi messo tu per scrivere, cosi dopo quattro mesi e due lettere potevi ricevere il disco di cui avevi sentito parlare nella fanzine (le due lettere erano obbligatorie per le regole di galateo della posta: la prima lettera era scritta soltanto per sapere se si era interessati a scambiare il disco o la cassetta con la tua). Quando abbiamo scoperto che c'erano altre persone in italia che suonavano come te e che ascoltavano la tua stessa musica era divertente. gianni a casa ha un disegno con l'italia con le città e i numeri di copie dei dischi che sono in quelle città.
7- approposito di fumetti....mi fai un poco la storia delle tue uscite...una cosa molto breve...e se c'e' qualchecosa di nuovo in arrivo... magari mi abbono subito... così, forse, riuscirai a farmelo arrivare con solo due mesi di ritardo rispetto all'uscita!?!?... ed anche li con i fumetti, direttamente dal produttore al consumatore, rispettando la tradizione diy... ma hai mai pensato di pubblicare le tue storie online? il fumetto online non funziona?
Alessandro: Non ho mai pensato di fare un fumetto online, però ho finito di ridisegnare e completare tutte le storie che erano state raccontate negli abbonamenti postali. È un lavoro di 160 e oltre pagine, sono molto contento di averlo finito e tra un po' stampato. Forse. Ci stavo lavorando da quasi due anni, ma ho sempre rimandato anche perché l'ho sempre fatto nei momenti di ritaglio.
8-prima ho detto l'ultima curiosita'...ma in verita'..questa e' l'ultima!...quindi quella di prima...vabbeh. senti, un caro amico comune, mi disse che quando andaste a comperare i vostri strumenti per la prima volta, il negoziante rimase impressionato...perche' non vi interessava il suono degli strumenti...vi interessava come funzionavano su di voi davanti allo specchio? cioe' lo strumento come un abito, deve avere una sintonia estetico/visiva con chi lo suona? guarda che sta cosa mi piace un sacco...
Alessandro: è vero! Te l'ha detto andrea? Quando dopo candore andrea iniziò la sua filippica sugli strumenti musicali, non aveva tutti i torti. al tempo abbiamo registrato il disco (e suonato in giro a concerti) con degli strumenti che ti guardavano negli occhi e ti chiedevano : bruciami, ti prego! Gianni aveva completamente sfasciato il ponte (si chiama così?) e non gli entrava più la quarta corda, la mia aveva l'ingresso del jack arruginito ed era partita la meccanica in alto del mi cantino. A noi piacevano perché avevano gli stessi colori. Non ci piacevano quei gruppi dove il chitarrista aveva la chitarra rossa e il bassista il basso color legno. Se ti devi comprare un strumento, e poi da sotto, la gente ti guarda e ti dice che ti sta male addosso, e come andare in giro con quel cappotto, che ti piaceva tanto quando l'hai comprato, ma che non riesci mai a metterti perché sembra che tutti ti guardino.
Detto questo un buon negozio di chitarre dovrebbe avere sempre un bello specchio per potersi vedere. Farebbe comprare più chitarre.
Sull'altro versante, non ho mai capito molto di suoni di chitarra, so soltanto che la stratocaster è quella imitazione, ma devi guardare sul manico per vedere da dove viene: mexico cattiva, usa molto buona, anche se l'imitazionestratocaster della squire la fanno in giappone. La telecaster è pesante, non ci si riesce a muovere suonando. una volta me l'ha prestata matteo e mi sono fatto male nella pancia perché me la sono sbattuta addosso mentre suonavo. Poi ci sono le diavoletto, ma fanno solo un suono distorto tipo punkcaliforniano. E quelle emo tipo rikembergher, che era un famoso tennista che si slogo il braccio giocando e poi creò questa chitarra per suonare in un gruppo surf. La mia è una danelectro, che il nome sembra la marca del mio frigorifero. È stata costruita con i pensili delle cucine, l'interno è vuoto, molto leggera, ma si scorda praticamente subito. Poi sei li che fai di-diiin, diiiii-diiiiin, diii-doooon, tutto il tempo. Ah! i pickup sono a forma di lucidalabbra anni '50 si chiamano lipsticks (appunto). Il basso di gianni invece è una imitazione thunderbird della epiphone e l'ha comprato dopo aver visto il video crystal dei new order.
9-sai che questa piccola intervista forse chiude un cerchio... "rimane" degli altro, ricordi?
Alessandro: si mi ricordo, mi piacerebbe riascoltarla, magari se riesci ad abbasare la voce. A quei tempi ero più stonato di adesso. Non c'era la tecnologia di adesso e soprattutto non si sapeva come registrare. In queste cose ci si deve inventare tutto dall'inizio. Ci si inventa giornalisti e si scrive una fanzine, discografici e si fa un' etichetta, fonici e si fanno un sacco di cazzate. Con il registratore a quattro piste, una traccia sopra l'altra, non ci abbiamo mai capito niente. Da qualche parte dovrei avere ancora il dat con le prese originali. A quei tempi impazzivamo per i god machine, tranne gianni che impazziva per la raccolta dei sensefield con il budda in copertina e ale per gli indian bingo. Registrammo questa canzone nell'officina degli attrezzi di mio babbo. Simone suonava il mulinello e la radio, io la chitarra acustica e gianni la chitarra elettrica.
Mmh, fammela ascoltare prima, valà!
giovedì, novembre 10, 2005
Male, per dio!
sto lavorando al post piu' ambizioso ed in un certo senso impegnativo sotto diversi punti di vista. sara' un "come eravamo": io ed altre persone. soprattutto altre persone. spero di riuscire a mettere assieme tutto il materiale per il weekend. la prima corposa parte, quella che non vede l'utilizzo delle parole, e' fatta. rimane altro da fare. rimane.
in breve ora mi limito a dire che il remix album dei pulseprogramming e' un disco mediocre, pure per gli standard dei remix album. possono essere operazioni interessanti ma davvero e' importante l'amore e l'interesse che gli artisti remixatori spendono nel fare la loro "cosa". i migliori risultati si hanno, e soprattutto in campo non dance, quando non ci si trova piu' di fronte a remix ma a vere e proprie versioni degli album.
spiace essere freddi con i pulseprogramming perche' li ritengo un ottimo gruppo, ed il loro tulsa for a second un album pienamente riuscito, tra i pochi della stagione chiamata indietronica a rimanere. ma davvero in questo album di versioni e remix poco si eleva. i nomi che riescono a rendere letture personali e giustificano un ascolto attento(anche l'acquisto delle versioni in vinile dove molti dei pezzi non buoni o di contorno non sono pubblicati) si contano su le dita di una mano. e sono nomi noti. stanchero nel ripetere il nome degli hood, ma assieme a sylvain cheveaue sono gli unici che davvero fanno proprie le canzoni di altri. le due loro versioni, con la prima che sembra uscire da uno dei mitici singoli degli hood pre-coldhouse (non li si sentiva cosi da anni, giuro...per i fan vecchio stile si e' a rischio effetto "nostalgia canaglia") e mentre ilo francese ci fa una bella polaroid classicheggiante spocata di digitalia, vivono come composizioni originali. e nel farlo, non solo giustificano l'operazione, ma nobilitano pure gli originali. poi c'e' una seconda fascia di artisti tutti tedeschi, del solito giro berlinese, che fanno un buon lavoro, nulla di esaltante. ma static e schenider tm danno una loro versione dei fatti cosi come laub, morgestern e fleischman. anche il lavoro astratto di kohn e' apprezzabile. non si salvano invece tutti gli americani al lavoro, alcuni autori di prove, mi spiace dirlo ed essere onesto in questo caso, brutte o inutili. e forse le versioni inutili sono le peggiori: perche', ditemi voi, a che serve una versione con la cassa in quattro od una robetta downtempo dove non si osa nulla di nulla?
questo album un pregio indubbio lo ha: mette di fronte alla bruttura/inutilità del remix generico e ci offre anche la misura in alcuni artisti mostrano la volontà di andare oltre al semplice prendere un pezzo, cambiare ritmica ed aggiungere filtri. come in tutte le cose di musica (e della vita), ci vogliono cuore ed idee. due cose, che unite, fanno quella roba che usiamo chiamare personalità. si puo' giustamente continuare a suonare anche senza. i risultati saranno sempre gli stessi: poca roba.
ps l'album solista di marc hellner, meta' dei pulseprogramming, e' da poco uscito su peacefrog. merita quantomeno un ascolto. gli amanti del progetto madre non rimarrano delusi affatto.
in breve ora mi limito a dire che il remix album dei pulseprogramming e' un disco mediocre, pure per gli standard dei remix album. possono essere operazioni interessanti ma davvero e' importante l'amore e l'interesse che gli artisti remixatori spendono nel fare la loro "cosa". i migliori risultati si hanno, e soprattutto in campo non dance, quando non ci si trova piu' di fronte a remix ma a vere e proprie versioni degli album.
spiace essere freddi con i pulseprogramming perche' li ritengo un ottimo gruppo, ed il loro tulsa for a second un album pienamente riuscito, tra i pochi della stagione chiamata indietronica a rimanere. ma davvero in questo album di versioni e remix poco si eleva. i nomi che riescono a rendere letture personali e giustificano un ascolto attento(anche l'acquisto delle versioni in vinile dove molti dei pezzi non buoni o di contorno non sono pubblicati) si contano su le dita di una mano. e sono nomi noti. stanchero nel ripetere il nome degli hood, ma assieme a sylvain cheveaue sono gli unici che davvero fanno proprie le canzoni di altri. le due loro versioni, con la prima che sembra uscire da uno dei mitici singoli degli hood pre-coldhouse (non li si sentiva cosi da anni, giuro...per i fan vecchio stile si e' a rischio effetto "nostalgia canaglia") e mentre ilo francese ci fa una bella polaroid classicheggiante spocata di digitalia, vivono come composizioni originali. e nel farlo, non solo giustificano l'operazione, ma nobilitano pure gli originali. poi c'e' una seconda fascia di artisti tutti tedeschi, del solito giro berlinese, che fanno un buon lavoro, nulla di esaltante. ma static e schenider tm danno una loro versione dei fatti cosi come laub, morgestern e fleischman. anche il lavoro astratto di kohn e' apprezzabile. non si salvano invece tutti gli americani al lavoro, alcuni autori di prove, mi spiace dirlo ed essere onesto in questo caso, brutte o inutili. e forse le versioni inutili sono le peggiori: perche', ditemi voi, a che serve una versione con la cassa in quattro od una robetta downtempo dove non si osa nulla di nulla?
questo album un pregio indubbio lo ha: mette di fronte alla bruttura/inutilità del remix generico e ci offre anche la misura in alcuni artisti mostrano la volontà di andare oltre al semplice prendere un pezzo, cambiare ritmica ed aggiungere filtri. come in tutte le cose di musica (e della vita), ci vogliono cuore ed idee. due cose, che unite, fanno quella roba che usiamo chiamare personalità. si puo' giustamente continuare a suonare anche senza. i risultati saranno sempre gli stessi: poca roba.
ps l'album solista di marc hellner, meta' dei pulseprogramming, e' da poco uscito su peacefrog. merita quantomeno un ascolto. gli amanti del progetto madre non rimarrano delusi affatto.
mercoledì, novembre 09, 2005
piano musik
tra le tendenze, che non fanno troppo clamore, quella che piu' mi ha colpito negli ultimi anni e' stata il riscoprire certe sonorita' "classiche" in ambienti di elettronici. ovvero tutti questi giovani maniaci della "mela morsicata" che da un giorno all'altro spendono la loro dose settimanale di moneta in dischi guidati da esili composizioni di piano appena sporcate da scorie elettroniche, o maestose colonne sonore da laptop. la natura di tutto questo interesse? perchè un giovane "digitale" si interessa ai compositori baltici come l'immenso arvo part o fa un corso accelerato in nyman vs glass via satie?
se pensate alla collana di repubblica dedicata alla musica minimalista si nota quindi un interesse un po' piu' allargato nei confronti di certe sonorita'...ma quell'operazione al massimo influenza scalfarotto &co... che parlano di new economy nel rispetto delle identita' a suon di ludovico einaudi.
io sto parlando di gente che normalmente, per formazione e storia di ascolti non ha confidenza con certi suoni...cosa li spinge a scoprire e poi suonare musiche classicheggianti, viste da un altra prospettiva?
una ipotesi "pop", ma soprattutto stupida, si puo' collegare al fenomeno "amelie". in molti si innamorarono, oltreche della protagonista, anche delle musiche che accompagnavano la storia. che poi ribadite in goodbye lenin abbandovano il lato "folk" per concentrare l'interesse sulle melodie di piano. o chi si ricorda della "sottile linea rossa" con la sua colonna sonora mozzafiato. pensate oggigiorno come sonortà squisitamente college rock sono tornate alla ribalta grazie a serie tv adolescenziali...ma come dicevo e' un'ipotesi stupida, priva di fondamento, al massimo scarsa. quindi dimentichiamocela.
a mio avviso le ragione reali di questo connubbio sono piu' da ricercarsi in quel periodo in cui il post rock ha fatto la voce grossa, o cmq, e' in quel periodo che molti alternative rocker si sono avvicinati per la prima volta sia all'elettronica che al concetto di musiche per immagini oltreche' ai compositori legati al minimalismo e classica contemporanea. ma e', come dire, semplicemente un'ipotesi. apparte i rachel che musica, di fatto classica, la suonavano, il lato non math rock e muscolare di quel periodo era votato a certe riscoperte sonore ed all'idea di fare musica per ipotetiche colonne sonore. poi c'e' stato il grende avvento della tecnologia per tutti ect ect
che ne dite?
faccio un breve elenco, per dimostrarvi che in ogni fenomeno, qualche cosa che merita almeno di essere ascoltato c'e':
max richter- the blue notebooks (fat cat) oggi sulla bocca di tutti...no...di tanti per la produzione del nuovo album di vashti bunyan. ma è con questo solo album su fat cat che richter si propone come novello philp glass ai tempi dei lavori per goffrey reggio, ma anche come animo romantico capace di unire composizioni minalclasiche ad alto tasso cinematografico con piccole raffinatezze elettroniche.
the boats- we made it for you (moteer) un solo pezzo di piano. rivoltato rigirato, stropiccaito...fino ad ottenere un album di 14 pezzi. ovviamente brevissimi, malinconici e zoppi.
deaf center-pale revine (type) il disco piu' oscuro del lotto. greve. guai ad ascoltarlo da soli la notte. potrebbe darvi la sensazione che si prova nel perdersi di una foresta nordica...nel pieno dell'inverno. di notte. mmhhh
swod-gehen (city centre offices) pianismi accompagnati da elettronica finissima ed ambientale. un lavoro ottimo, di cui troppo poco si e' parlato.
sylvain chauveau- un autre decembre (fat cat) un piccolo satie. ne piu' ne meno.
senza dimenticarci del murcuf di "martes", geniale nell'unire algidi beat e frammenti digitali glaciali a campionamenti classici; qualche anno prima, e quasi sempre nei suoi dischi, un immenso aphex twin che il giochino del piano alla satie ripassato in altra salsa lo conosce bene.
se pensate alla collana di repubblica dedicata alla musica minimalista si nota quindi un interesse un po' piu' allargato nei confronti di certe sonorita'...ma quell'operazione al massimo influenza scalfarotto &co... che parlano di new economy nel rispetto delle identita' a suon di ludovico einaudi.
io sto parlando di gente che normalmente, per formazione e storia di ascolti non ha confidenza con certi suoni...cosa li spinge a scoprire e poi suonare musiche classicheggianti, viste da un altra prospettiva?
una ipotesi "pop", ma soprattutto stupida, si puo' collegare al fenomeno "amelie". in molti si innamorarono, oltreche della protagonista, anche delle musiche che accompagnavano la storia. che poi ribadite in goodbye lenin abbandovano il lato "folk" per concentrare l'interesse sulle melodie di piano. o chi si ricorda della "sottile linea rossa" con la sua colonna sonora mozzafiato. pensate oggigiorno come sonortà squisitamente college rock sono tornate alla ribalta grazie a serie tv adolescenziali...ma come dicevo e' un'ipotesi stupida, priva di fondamento, al massimo scarsa. quindi dimentichiamocela.
a mio avviso le ragione reali di questo connubbio sono piu' da ricercarsi in quel periodo in cui il post rock ha fatto la voce grossa, o cmq, e' in quel periodo che molti alternative rocker si sono avvicinati per la prima volta sia all'elettronica che al concetto di musiche per immagini oltreche' ai compositori legati al minimalismo e classica contemporanea. ma e', come dire, semplicemente un'ipotesi. apparte i rachel che musica, di fatto classica, la suonavano, il lato non math rock e muscolare di quel periodo era votato a certe riscoperte sonore ed all'idea di fare musica per ipotetiche colonne sonore. poi c'e' stato il grende avvento della tecnologia per tutti ect ect
che ne dite?
faccio un breve elenco, per dimostrarvi che in ogni fenomeno, qualche cosa che merita almeno di essere ascoltato c'e':
max richter- the blue notebooks (fat cat) oggi sulla bocca di tutti...no...di tanti per la produzione del nuovo album di vashti bunyan. ma è con questo solo album su fat cat che richter si propone come novello philp glass ai tempi dei lavori per goffrey reggio, ma anche come animo romantico capace di unire composizioni minalclasiche ad alto tasso cinematografico con piccole raffinatezze elettroniche.
the boats- we made it for you (moteer) un solo pezzo di piano. rivoltato rigirato, stropiccaito...fino ad ottenere un album di 14 pezzi. ovviamente brevissimi, malinconici e zoppi.
deaf center-pale revine (type) il disco piu' oscuro del lotto. greve. guai ad ascoltarlo da soli la notte. potrebbe darvi la sensazione che si prova nel perdersi di una foresta nordica...nel pieno dell'inverno. di notte. mmhhh
swod-gehen (city centre offices) pianismi accompagnati da elettronica finissima ed ambientale. un lavoro ottimo, di cui troppo poco si e' parlato.
sylvain chauveau- un autre decembre (fat cat) un piccolo satie. ne piu' ne meno.
senza dimenticarci del murcuf di "martes", geniale nell'unire algidi beat e frammenti digitali glaciali a campionamenti classici; qualche anno prima, e quasi sempre nei suoi dischi, un immenso aphex twin che il giochino del piano alla satie ripassato in altra salsa lo conosce bene.
martedì, novembre 08, 2005
life is full dntel remix
poi se uno osa dire che non sono il capo degli zii...
se cliccate il titolo di cui sopra si vince il remix che dntel ha fatto per i grizzly bear.
a questo punto devo approfondire il discorso con i grizzly bear...ma piu' avanti...ora, però, vado ad immergermi nella nebbia.
se cliccate il titolo di cui sopra si vince il remix che dntel ha fatto per i grizzly bear.
a questo punto devo approfondire il discorso con i grizzly bear...ma piu' avanti...ora, però, vado ad immergermi nella nebbia.
life is full of possibilities and dumb luck!
non so voi. ma io il lunedi notte, prima di un martedi di lavoro....che mannaggia, mi fara' perdere una data italiana di matt elliot....proprio non riesco a stare con le mani in mano. e l'unica cosa ovvia e sensata che mi viene in mente e' quella di cercare info su dntel. ok i postal service, belli bravi e buoni e si danzano pure carinamente, ma "life is full of possibilities" e' la perla. disco solista di jimmy tamborello aka Dntel, edito da plug research, che aiutò a ridefinire certi confini della musica elettronica, oltre che ad azzeccare alcune canzoni e collaborazioni da urlo.
ma ok dopo quel disco pochi sono stati i capitoli della vicenda artistica DNTEL. oggi con sommo piacere vengo a dirvi che sembra arrivato il momento. anzi ve lo dice lui:
"hello again,
oh before i begin, the postal service website is up: www.postalservicemusic.net
i got a url for dntel but haven't worked on it yet.
so the new dntel record is finally getting close to finished. if the last couple vocalists come through i think i could finish in the next couple months. it'll be called Dumb Luck and i have some paintings i had some chimpanzees paint which will probably make their way into the artwork. i think it will include 9 songs, all with vocals by different singers including me, andrew broder, jenny lewis, conor oberst, valerie trebeljahr and markus acher, and mia doi todd. there'll be a couple more singers but i don't want to say anything until i actually have their parts recorded.
i'm also finishing up a James Figurine record (the working title is Mistake Mistake Mistake Mistake but still not sure) which is sort of poppy techno stuff with some vocals (mostly by me). John Tejada's been helping me out with that one, mixing and adding sounds and stuff. i think david figurine will be providing the artwork and maybe some sounds and meredith figurine should be contributing some vocals, although she just moved to canada so we'll see if i can find her in time.
there are also some other little things coming out: a dntel 7" on AIM records, a dntel instrumental on The Sound of LA comp from plug research, a James Figurine remix of Goldmine Gutted by Bright Eyes, a dntel remix of Merge by Grizzly Bear, and a Postal Service remix of Mushaboom by Feist. hmm i think that's it maybe. i feel like i'm forgetting something but i guess i can post another message here if i think of it..."
sono notizie splendide. diciamolo pure, noi fan senza timore.
qui pero' manca una cosa: a gennaio 2006 uscira' anche un 12" di Chessie so lok musik che conterrà un altro remix di dntel(vecchio di due anni, e forse e' per questo che si tace a riguardo..) aggiungo anche che uno dei cantanti con cui sta lavorando e non e' elencato prima e' quello dei grizzly bear.
se poi siete nerd elettronici...di quelli che vogliono conoscere i trucchi del mestiere...eccoci qua...ecco cosa usa un dntel qualunque...
"i've never been super comfortable with technology and am a little hesitant talking about studio gear and computers, but i get asked about it a lot so here's what i use, but try and ask some other people if you're interested in setting up you own home studio, i'm probably wrong :)
i use Cubase SX3 on a Mac G5 with a MOTU 828 mkII for the audio interface.
For hardware synths i mostly use an Elektron MonoMachine and a microKorg. i also have a Nord (the little two octave keyboard one, i can't think of the name- not the Lead) but i use that mostly to process sounds from other sources, not as much for the built in sounds. i just ordered a miniMoog Voyager which will probably be my favorite but i can't say yet...
My favorite (and only) hardware drum machine is the Elektron Machinedrum.
I used to use a K2000 for sampling but i don't really use any samplers anymore, i mostly just record and manipulate audio straight into Cubase.
I use some software synths like Mode and impOscar and Battery for drums, but that stuff scares me, i try and stick with hardware when i can.
Besides that it's just some random microphones and compressors and stuff. oh yeah i use the line6 delay pedal a lot.
that's all i can think of right now."
ok that's all.
ps
questo e' un pezzo di "james figurine"(ovvero il progetto poppy techno..?!?!) non proprio facile da trovare ed e' targato 2000.
http://s49.yousendit.com/d.aspx?id=0R7EBFBBN30943HETYDW2YCOAB
ma ok dopo quel disco pochi sono stati i capitoli della vicenda artistica DNTEL. oggi con sommo piacere vengo a dirvi che sembra arrivato il momento. anzi ve lo dice lui:
"hello again,
oh before i begin, the postal service website is up: www.postalservicemusic.net
i got a url for dntel but haven't worked on it yet.
so the new dntel record is finally getting close to finished. if the last couple vocalists come through i think i could finish in the next couple months. it'll be called Dumb Luck and i have some paintings i had some chimpanzees paint which will probably make their way into the artwork. i think it will include 9 songs, all with vocals by different singers including me, andrew broder, jenny lewis, conor oberst, valerie trebeljahr and markus acher, and mia doi todd. there'll be a couple more singers but i don't want to say anything until i actually have their parts recorded.
i'm also finishing up a James Figurine record (the working title is Mistake Mistake Mistake Mistake but still not sure) which is sort of poppy techno stuff with some vocals (mostly by me). John Tejada's been helping me out with that one, mixing and adding sounds and stuff. i think david figurine will be providing the artwork and maybe some sounds and meredith figurine should be contributing some vocals, although she just moved to canada so we'll see if i can find her in time.
there are also some other little things coming out: a dntel 7" on AIM records, a dntel instrumental on The Sound of LA comp from plug research, a James Figurine remix of Goldmine Gutted by Bright Eyes, a dntel remix of Merge by Grizzly Bear, and a Postal Service remix of Mushaboom by Feist. hmm i think that's it maybe. i feel like i'm forgetting something but i guess i can post another message here if i think of it..."
sono notizie splendide. diciamolo pure, noi fan senza timore.
qui pero' manca una cosa: a gennaio 2006 uscira' anche un 12" di Chessie so lok musik che conterrà un altro remix di dntel(vecchio di due anni, e forse e' per questo che si tace a riguardo..) aggiungo anche che uno dei cantanti con cui sta lavorando e non e' elencato prima e' quello dei grizzly bear.
se poi siete nerd elettronici...di quelli che vogliono conoscere i trucchi del mestiere...eccoci qua...ecco cosa usa un dntel qualunque...
"i've never been super comfortable with technology and am a little hesitant talking about studio gear and computers, but i get asked about it a lot so here's what i use, but try and ask some other people if you're interested in setting up you own home studio, i'm probably wrong :)
i use Cubase SX3 on a Mac G5 with a MOTU 828 mkII for the audio interface.
For hardware synths i mostly use an Elektron MonoMachine and a microKorg. i also have a Nord (the little two octave keyboard one, i can't think of the name- not the Lead) but i use that mostly to process sounds from other sources, not as much for the built in sounds. i just ordered a miniMoog Voyager which will probably be my favorite but i can't say yet...
My favorite (and only) hardware drum machine is the Elektron Machinedrum.
I used to use a K2000 for sampling but i don't really use any samplers anymore, i mostly just record and manipulate audio straight into Cubase.
I use some software synths like Mode and impOscar and Battery for drums, but that stuff scares me, i try and stick with hardware when i can.
Besides that it's just some random microphones and compressors and stuff. oh yeah i use the line6 delay pedal a lot.
that's all i can think of right now."
ok that's all.
ps
questo e' un pezzo di "james figurine"(ovvero il progetto poppy techno..?!?!) non proprio facile da trovare ed e' targato 2000.
http://s49.yousendit.com/d.aspx?id=0R7EBFBBN30943HETYDW2YCOAB
domenica, novembre 06, 2005
Minuto+Posta
non so se anche a voi e' capitato di vedere il video italiano piu' bello di tutti i tempi. ed usciamo pure dalla dimensione "italiana". diciamo un gran video e buona li. sto parlando di "minuto+posta" degli altro. una delle band che cantano in lingua madre, piu' eccitanti da molto tempo a questa parte.
gli Altro ridefiniscono il concetto di punk, spontaneità-semplicità ed irruenza, unendolo a quello di pop, facilità di ascolto-universalità del messaggio-aspetto estetico fresco. lo fanno con una spontaneità, una gioa ed un candore... che li rendono unici. davvero un gruppo come pochi. pazzi a non farli volare in alto, pazzi e stolti.
gli Altro ridefiniscono il concetto di punk, spontaneità-semplicità ed irruenza, unendolo a quello di pop, facilità di ascolto-universalità del messaggio-aspetto estetico fresco. lo fanno con una spontaneità, una gioa ed un candore... che li rendono unici. davvero un gruppo come pochi. pazzi a non farli volare in alto, pazzi e stolti.
sabato, novembre 05, 2005
Rigurgiti rumorosi
sabato pivoso. meta' pomeriggio con gli strumenti in mano. poi il classico giro in edicola. le solite due riviste musicali. su quella che di nome fa Rumore, ho trovato una cosa che mi ha fatto piacere. nello spazio "ti faccio un cd", parla daniele rumori.tocca lui fare la lista delle canzoni che consiglia e quella roba che ne viene fuori e' una bella fotografia dell'autore. le canzoni ed i commenti a questo cd immaginario mi sono sembrati davvero..."daniele rumori". ovvero un'esatta fotografia di chi e' chi compila la lista, ed il perche' mette prorpio quei dischi li. bravo.
ma adesso io lo copio. non voglio essere da meno. ti sfido caro amico. ecco la mia lista:
Alison-Slowdive perchè le canzoni ricordano sempre qualcosa che non fa direttamente parte di quella storia li che ascoltate con le cuffie. alle canzoni date sempre un significato altro, eterno ed intoccabile. alcune canzoni vi aiutano ad idealizzare i vostri sentimenti o le compagne di scuola o le ragazze conosciute durante una breve vacanza tautonica. alison e' la ragazza piu' bella del mondo, e se volete vi racconto com'e'...
Consequence- Notwist un'estate che segnò "una" fine. i notwist sul palco di urbino. il tempo si ferma e fotografa il mio Amore per... nel suo momento piu' alto. l'unico momento in cui ho pensato che non amare me stesso piu' che ogni altra cosa non fosse cosa poi del tutto sbagliata e che magari potevo fare spazio anche per un altra persona. quando le cose diventano cosi evidenti e' inevitabile che ci siano delle conseguenze..che a volte ci lasciano paralizzati ed incapaci di andare avanti.
I can't find my brittle youth-Hood non e' la canzone piu' bella che i fratelli di leeds hanno scritto, ma il riferimento qualchecosa che non si trova legato alla gioventù e quell'assolino triste ed incompetente, la mandano alle stelle. loro sono i campioni delle domeniche pomeriggio in casa o delle passeggiate con il cane sotto la neve. badate, sono momenti serissimi. e se uno riesci a musicarli merita il mio rispetto. e forse anche devozione. e forse anche invidia. e forse anche...
The dream of evan and chan(superpitcher remix)-dntel l'essenza del remix. come far volare in alto tra le stelle due sfigati doc: jimmy dntel e benjamin for cutie sono proiettati in orbita da superpitcher. cassa in quattro, gelo sulla pista. un'incontenibile fattanza, ormonale, come solo i teenager imprigionati in corpo da adulto sanno soffrire. volano in alto, in alto.la, dove solo zingales sa osare.
Be sweat- Afgan Whigs entro in possesso di questo disco l'11 febbraio di parecchi anni fa. la sera stessa, per la prima volta, una ragazza si decise e mi baciò. finalmente qualcuno affrontava la mia timidezza. se non io, qualcun'altro doveva pur farlo. e mentre ero li, sotto il fuoco incrociato dei primi baci importanti, un po' arrabbiato per non esser l'autore di quella piccola rivoluzione, le uniche parole che riuscivo a sentire tra i rumori dei baci e quelli della disco primi anni 90, imploravano "baby you be sweet...be sweet..be sweet"
Moya- godspeed you black emperor un paradosso usare delle parole per descrivere un gruppo strumentale. potrei raccontervi della vacanza in inghilterra in cui dormii, non proprio legalmente, nella soffitta di un grande magazzino di covent garden.stessa vacanza in cui alla union chapel fui spettatore di ungran concerto dei gybe, con spalla i fridge di uno sbarbo kerian fourtet, che in linea del tutto teorica avrebbe dovuto portarci con la sua macchina ad un illigal organizzato dalla nascente soul jazz, ma una volta arrivati tutto era stato sbaraccato e quindi la serata era finita in giro a far chiaccherare con i laika, che raccontarono di aver partecipato alla lavorazione di loveless...e vi giuro potrei raccontarvi tutto nel dettaglio, ma non saro' mai piu' capace di raccontarlo come invece accadde al bar con gli amici pochi giorni dopo il mio ritorno . che bomba di pezzo
Chelsea Girl-Ride tutti impazzivano per i nirvana. lo sfigato che scrive qui, no. grazie a tobi H e la sua conduzione di alternative nation(grazie anche ad una rete locale che la notte si collegava ad mtv e non trasmetteva solamente spot di telefoni erotici) ero entrato in quel tunnel pericoloso chiamato shoegaze. Altarnative Nation passava il martedi notte e lo guardavo di straforo dai miei. un mercoledi mattina alle 9 esatte avevo gia' in tasca "nowhere" , che non contine chelsea girl, appena rubato in un negozio. non me ne fregava nulla di poter essere beccato. volevo quel cd e non avevo soldi. l'unico problema era trovare una giustificazione possibile per il preside. volevo entrare a scuola e dire a tutti che erano dei cazzoni: nevermind non valeva una cippa paragonato a nowhere(e dovevo ancora ascoltarlo!!!).
Spanish Bomb- The Clash il gruppo che mi ha inziato all'arte del r'n'r. amavo alla follia i Clash ed ancora si ripresentano nel mio stereo con regolare frequenza. la cosa che piu' mi faceva impazzire erano loro: joe strummer, voce roca di un figlio della borghesia inglese che si mette in combutta con dei tipi "così", talmente confuso e lucido, che prima si mette una maglia inneggiante le "brigade rosse" poi va a porre i suoi saluti ad un congresso socialista in piena craxi.era; paul simonon, con la sua fissa per la pittura, i capelli impomatati, le camicie alla "jackson pollock" e jackson pollock; topper hedon, l'unico batterista ad essere indispensabile in un gruppo punk; mick jones, con gli assolini piu' tristi della storia. spanish bomb porta con se tutta la storia dei clash: l'internazionalismo e l'impegno politico, la melodia e la rabbia. credo che gli smiths abbiano ascoltato questo pezzo forse anche piu' di me.
Rent It-Fugazi un'estate post P.C.I. e quindi senza festa dell'unità in paese. una vacanza in francia in cui acquisto questo cd e davanti ad un negozio, proprio sotto il sacro cuore di parigi, chiedo ai miei genitori di comprarmi una sg bianca come quella di ian mckaye. nulla da fare. neppure la possibilità di essere inseriti, grazie a questo regalo, nella futura biografia del figlio-sarebbe stato un episodio cruciale dell'opera- riesce a convincerli. ricordatevelo: rock e genitori non vanno a braccetto, quasi mai. ed e' giusto che sia cosi.
Regret-New Order fino a che non ci si passa in prima persona, nessuno sa qual'è il vero significato della parola amore. regret e' la colonna sonora del mio schianto. la colonna sonora di una fine, del momento in cui "love will tear us apart". na nanana nana to be a start....la lalllallalal telephone... non mi sono mai dato il tempo di imparare il testo, ma se volete so cmq cantarvelo benissimo. nannanaaa telephone..
Tracy-Mogwai ... se mai avrò un figlio la domenica mattina si sveglierà ascoltando questa canzone. ve lo giuro. non sara' il suono delle campane a tormentarlo, ma un padre troppo devoto alle grandi canzoni. "tracy", una di queste.
ma adesso io lo copio. non voglio essere da meno. ti sfido caro amico. ecco la mia lista:
Alison-Slowdive perchè le canzoni ricordano sempre qualcosa che non fa direttamente parte di quella storia li che ascoltate con le cuffie. alle canzoni date sempre un significato altro, eterno ed intoccabile. alcune canzoni vi aiutano ad idealizzare i vostri sentimenti o le compagne di scuola o le ragazze conosciute durante una breve vacanza tautonica. alison e' la ragazza piu' bella del mondo, e se volete vi racconto com'e'...
Consequence- Notwist un'estate che segnò "una" fine. i notwist sul palco di urbino. il tempo si ferma e fotografa il mio Amore per... nel suo momento piu' alto. l'unico momento in cui ho pensato che non amare me stesso piu' che ogni altra cosa non fosse cosa poi del tutto sbagliata e che magari potevo fare spazio anche per un altra persona. quando le cose diventano cosi evidenti e' inevitabile che ci siano delle conseguenze..che a volte ci lasciano paralizzati ed incapaci di andare avanti.
I can't find my brittle youth-Hood non e' la canzone piu' bella che i fratelli di leeds hanno scritto, ma il riferimento qualchecosa che non si trova legato alla gioventù e quell'assolino triste ed incompetente, la mandano alle stelle. loro sono i campioni delle domeniche pomeriggio in casa o delle passeggiate con il cane sotto la neve. badate, sono momenti serissimi. e se uno riesci a musicarli merita il mio rispetto. e forse anche devozione. e forse anche invidia. e forse anche...
The dream of evan and chan(superpitcher remix)-dntel l'essenza del remix. come far volare in alto tra le stelle due sfigati doc: jimmy dntel e benjamin for cutie sono proiettati in orbita da superpitcher. cassa in quattro, gelo sulla pista. un'incontenibile fattanza, ormonale, come solo i teenager imprigionati in corpo da adulto sanno soffrire. volano in alto, in alto.la, dove solo zingales sa osare.
Be sweat- Afgan Whigs entro in possesso di questo disco l'11 febbraio di parecchi anni fa. la sera stessa, per la prima volta, una ragazza si decise e mi baciò. finalmente qualcuno affrontava la mia timidezza. se non io, qualcun'altro doveva pur farlo. e mentre ero li, sotto il fuoco incrociato dei primi baci importanti, un po' arrabbiato per non esser l'autore di quella piccola rivoluzione, le uniche parole che riuscivo a sentire tra i rumori dei baci e quelli della disco primi anni 90, imploravano "baby you be sweet...be sweet..be sweet"
Moya- godspeed you black emperor un paradosso usare delle parole per descrivere un gruppo strumentale. potrei raccontervi della vacanza in inghilterra in cui dormii, non proprio legalmente, nella soffitta di un grande magazzino di covent garden.stessa vacanza in cui alla union chapel fui spettatore di ungran concerto dei gybe, con spalla i fridge di uno sbarbo kerian fourtet, che in linea del tutto teorica avrebbe dovuto portarci con la sua macchina ad un illigal organizzato dalla nascente soul jazz, ma una volta arrivati tutto era stato sbaraccato e quindi la serata era finita in giro a far chiaccherare con i laika, che raccontarono di aver partecipato alla lavorazione di loveless...e vi giuro potrei raccontarvi tutto nel dettaglio, ma non saro' mai piu' capace di raccontarlo come invece accadde al bar con gli amici pochi giorni dopo il mio ritorno . che bomba di pezzo
Chelsea Girl-Ride tutti impazzivano per i nirvana. lo sfigato che scrive qui, no. grazie a tobi H e la sua conduzione di alternative nation(grazie anche ad una rete locale che la notte si collegava ad mtv e non trasmetteva solamente spot di telefoni erotici) ero entrato in quel tunnel pericoloso chiamato shoegaze. Altarnative Nation passava il martedi notte e lo guardavo di straforo dai miei. un mercoledi mattina alle 9 esatte avevo gia' in tasca "nowhere" , che non contine chelsea girl, appena rubato in un negozio. non me ne fregava nulla di poter essere beccato. volevo quel cd e non avevo soldi. l'unico problema era trovare una giustificazione possibile per il preside. volevo entrare a scuola e dire a tutti che erano dei cazzoni: nevermind non valeva una cippa paragonato a nowhere(e dovevo ancora ascoltarlo!!!).
Spanish Bomb- The Clash il gruppo che mi ha inziato all'arte del r'n'r. amavo alla follia i Clash ed ancora si ripresentano nel mio stereo con regolare frequenza. la cosa che piu' mi faceva impazzire erano loro: joe strummer, voce roca di un figlio della borghesia inglese che si mette in combutta con dei tipi "così", talmente confuso e lucido, che prima si mette una maglia inneggiante le "brigade rosse" poi va a porre i suoi saluti ad un congresso socialista in piena craxi.era; paul simonon, con la sua fissa per la pittura, i capelli impomatati, le camicie alla "jackson pollock" e jackson pollock; topper hedon, l'unico batterista ad essere indispensabile in un gruppo punk; mick jones, con gli assolini piu' tristi della storia. spanish bomb porta con se tutta la storia dei clash: l'internazionalismo e l'impegno politico, la melodia e la rabbia. credo che gli smiths abbiano ascoltato questo pezzo forse anche piu' di me.
Rent It-Fugazi un'estate post P.C.I. e quindi senza festa dell'unità in paese. una vacanza in francia in cui acquisto questo cd e davanti ad un negozio, proprio sotto il sacro cuore di parigi, chiedo ai miei genitori di comprarmi una sg bianca come quella di ian mckaye. nulla da fare. neppure la possibilità di essere inseriti, grazie a questo regalo, nella futura biografia del figlio-sarebbe stato un episodio cruciale dell'opera- riesce a convincerli. ricordatevelo: rock e genitori non vanno a braccetto, quasi mai. ed e' giusto che sia cosi.
Regret-New Order fino a che non ci si passa in prima persona, nessuno sa qual'è il vero significato della parola amore. regret e' la colonna sonora del mio schianto. la colonna sonora di una fine, del momento in cui "love will tear us apart". na nanana nana to be a start....la lalllallalal telephone... non mi sono mai dato il tempo di imparare il testo, ma se volete so cmq cantarvelo benissimo. nannanaaa telephone..
Tracy-Mogwai ... se mai avrò un figlio la domenica mattina si sveglierà ascoltando questa canzone. ve lo giuro. non sara' il suono delle campane a tormentarlo, ma un padre troppo devoto alle grandi canzoni. "tracy", una di queste.
mercoledì, novembre 02, 2005
un dubbio. voglio una risposta?
Is robert lippok "close", from the mighty "open close open" on raster noton, based on a sample right from the most famous part of Mahler’s 5th symphony, the sentimental Adagietto???
please tell me....
please tell me....
ladies and gentlemen: da HOOD!
Con immenso piacere, signori e signore. gli hood. cinque domande facili ad uno dei miei gruppi preferiti di sempre. non c'e nulla da aggiungere se non, visitate il loro sito www.hoodmusic.net e comprate i loro dischi. si avvicina l'inverno ed e' cmq autunno. vi serviranno dischi come quelli fatti dai fratelli richard e chirs adams.
(ovviamente il mio inglese e' imperfetto. ma se capiscono loro perche' voi no?)
1- i saw you on the last tour and let me tell that actually you are finally a live band. i say that couse i saw you some years ago and honestly you seem not very at your best on the stage....but during "sonar" performance it was clear that you grown up as a live band... so actually, do you like to play live and tour? also you did a big tour... any good/bad things from the last one?
I think in the past we haven't really been confident about playing live but this time we did so many shows we kind of got used to it. the main aim was to present ourselves as a live band (rather than some guys with laptops) but it was really hard to try to re-create the music on stage as it was really a quite dense & complex studio record. i think we did kind of ok although i'd have liked it to be a bit better. i think some of us like playing live and some don't. i got really told off in spain for telling a spanish magazine that i didn't like touring & had loads of people coming up to me asking about it. so i'll not say too much more save to say that for me personally i'm more interested in the studio kind of things and creating new music. its nice to play music in front of people and get a reaction & meet the people buying the records but there are downsides too. there were loads of bad things from the last tour like getting robbed in the US but i prefer not to dwell on that. the best things were seeing good enthusiastic audiences at the shows & the kindness of everyone that booked shows and fed us. it was great to visit country's we'd never normally get the chace to visit
2- that line up will be the same for the next recordings....and any new recordings planned??? or this is "end of one train working"? what's next in the hood future?
we're taking a break at the moment. i'm doing a bit of recording just for fun with some friends. chris.....well i don't know what he's doing except decorating his house. i think he might be doing a bit of recording without telling me! we've already talked about doing some more hood stuff so i'm sure its just a question of when. i think that line up for the last tour is pretty much over but i'm not sure as we haven't really spoken about it. the others are kind of doing their own thing now -we'll have to wait & see.
3- a few words about "the hood tapes"...please...some of us maybe don't understand what is that release...
ha! we aim to confuse. its just a load of demo's, outtakes that we cobbled together to sell on tour. i think you have to do these type of things to make the tours break even. otherwise i think we'd be seriously in debt. theres about 2 or 3 songs on there we might re-work in the future but otherwise its just stuff that didn't fit in with what we were doing on the last record. we like to always do more lo-fi recordings where theres no pressure & i think tour cd's are away of getting some kind of release on this stuff rather than putting it out as a proper album and people saying - wow - this is shit!
4- uk actually is up again in the world charts...there is a british invasion again all over....what do you think about it as insider(from the uk i mean ) and as outsider (not part of the growing scene) ?
erm well. i can never find a band amongst all these new bands that i actually like - i think a lot of it is just hype & it all seems a bit contrived but i think amongst them there are some good bands that obviously have songs that get people excited- but i think having been involved in the whole 'music thing' my reaction at the moment is just to listen to outsider music & try to stay away from all the hype & kind of do our own thing. i'm sure it kills our 'career' or what there is of it but we're kind of happy in our own world & i try and ignore whats going on . it just seems like a different world to me
5- not a question... your listening list....
albums i've liked recently
songs of green pheasant - album on fat cat
arvo part ...various bits (estonian composer)
angels of light - various records on young god
sun kil moon's last album
alexander tuckers album on ATP
the new why? album
(ovviamente il mio inglese e' imperfetto. ma se capiscono loro perche' voi no?)
1- i saw you on the last tour and let me tell that actually you are finally a live band. i say that couse i saw you some years ago and honestly you seem not very at your best on the stage....but during "sonar" performance it was clear that you grown up as a live band... so actually, do you like to play live and tour? also you did a big tour... any good/bad things from the last one?
I think in the past we haven't really been confident about playing live but this time we did so many shows we kind of got used to it. the main aim was to present ourselves as a live band (rather than some guys with laptops) but it was really hard to try to re-create the music on stage as it was really a quite dense & complex studio record. i think we did kind of ok although i'd have liked it to be a bit better. i think some of us like playing live and some don't. i got really told off in spain for telling a spanish magazine that i didn't like touring & had loads of people coming up to me asking about it. so i'll not say too much more save to say that for me personally i'm more interested in the studio kind of things and creating new music. its nice to play music in front of people and get a reaction & meet the people buying the records but there are downsides too. there were loads of bad things from the last tour like getting robbed in the US but i prefer not to dwell on that. the best things were seeing good enthusiastic audiences at the shows & the kindness of everyone that booked shows and fed us. it was great to visit country's we'd never normally get the chace to visit
2- that line up will be the same for the next recordings....and any new recordings planned??? or this is "end of one train working"? what's next in the hood future?
we're taking a break at the moment. i'm doing a bit of recording just for fun with some friends. chris.....well i don't know what he's doing except decorating his house. i think he might be doing a bit of recording without telling me! we've already talked about doing some more hood stuff so i'm sure its just a question of when. i think that line up for the last tour is pretty much over but i'm not sure as we haven't really spoken about it. the others are kind of doing their own thing now -we'll have to wait & see.
3- a few words about "the hood tapes"...please...some of us maybe don't understand what is that release...
ha! we aim to confuse. its just a load of demo's, outtakes that we cobbled together to sell on tour. i think you have to do these type of things to make the tours break even. otherwise i think we'd be seriously in debt. theres about 2 or 3 songs on there we might re-work in the future but otherwise its just stuff that didn't fit in with what we were doing on the last record. we like to always do more lo-fi recordings where theres no pressure & i think tour cd's are away of getting some kind of release on this stuff rather than putting it out as a proper album and people saying - wow - this is shit!
4- uk actually is up again in the world charts...there is a british invasion again all over....what do you think about it as insider(from the uk i mean ) and as outsider (not part of the growing scene) ?
erm well. i can never find a band amongst all these new bands that i actually like - i think a lot of it is just hype & it all seems a bit contrived but i think amongst them there are some good bands that obviously have songs that get people excited- but i think having been involved in the whole 'music thing' my reaction at the moment is just to listen to outsider music & try to stay away from all the hype & kind of do our own thing. i'm sure it kills our 'career' or what there is of it but we're kind of happy in our own world & i try and ignore whats going on . it just seems like a different world to me
5- not a question... your listening list....
albums i've liked recently
songs of green pheasant - album on fat cat
arvo part ...various bits (estonian composer)
angels of light - various records on young god
sun kil moon's last album
alexander tuckers album on ATP
the new why? album
martedì, novembre 01, 2005
un maledetto palchetto
io non sono un tipo da teatro. oddio, non che abbia un'esperienza tale da giustificare quest'affermazione. ma insomma, posso dire con tranquillita' che la "seriosità" che il luogo ed il pubblico di un teatro portano con se, non sono cosa per me. preferisco il classico club e buona li. pero' a volte mi capita di andare.
tipo ieri sera. sakamoto(che conosco solo di nome e per la sua notorietà) e alva noto. questo progetto chiamato insen, che ha gia' portato alla pubblicazione di due album su rater noton(oovero la label di carsten nicolaj, ovvero alva noto) che e' una summa dell'arte dei due fautori. il tocco sul pianoforte del nipponico. il tocco sul laptop del teutonico. il risultato e', a volte, ottimo.
la performance live non e' stata affatto male. partita tra l'ennesimo dubbio di aver speso troppi soldi(28 euro) e il pregiudizio legato al luogo e al tipo di proposta e' cresciuta di intesita' mano a mano che i due artisti si dedicavano ad i loro strumenti. le note di pianoforte si confondevano tra i chip e la ram di due powerbook riuescendo a suonare evocative piaccione ruffiane ma cmq decisamete interessanti. alle suite di 60 minuti improvvisate modello "original silence" ovvero t. moore thierry ex, massimo zu e rumorosa compagnia al seguito, visti solo un mese prima-davvero sessanta minuti di nulla misto seghe sugli strumenti....beh...preferisco assolutamente un cinquantenne elegante ed un gelido tedesco che suonano per una platea di parvenue presenti solo per reclamare la loro presenza alla prossima cena e dire" eh beh, domenica scorsa ci siamo regalati un concerto di sakamoto..sai ha fatto forbidden color....dai quella del te nel deserto...eh si un momento a dir poco sublime" e giu' flut di vinello con mignolino in fuga. e' un'immagine aberrante, lo so. ma la preferisco di gran lunga ai giovani avanguardisti del nostro stivale che si sbracciano per cazzate ben piu' colossali. qui almeno c'era dello stile, forse solo quello.... ma insomma, guardiamoci attorno...un po' piu' di stile non farebbe male a nessuno.
ora per purgarmi pero' mi regalo un ascolto de "the hood tapes"....di cui parleremo prossimanete....magari direttamente con loro....
tipo ieri sera. sakamoto(che conosco solo di nome e per la sua notorietà) e alva noto. questo progetto chiamato insen, che ha gia' portato alla pubblicazione di due album su rater noton(oovero la label di carsten nicolaj, ovvero alva noto) che e' una summa dell'arte dei due fautori. il tocco sul pianoforte del nipponico. il tocco sul laptop del teutonico. il risultato e', a volte, ottimo.
la performance live non e' stata affatto male. partita tra l'ennesimo dubbio di aver speso troppi soldi(28 euro) e il pregiudizio legato al luogo e al tipo di proposta e' cresciuta di intesita' mano a mano che i due artisti si dedicavano ad i loro strumenti. le note di pianoforte si confondevano tra i chip e la ram di due powerbook riuescendo a suonare evocative piaccione ruffiane ma cmq decisamete interessanti. alle suite di 60 minuti improvvisate modello "original silence" ovvero t. moore thierry ex, massimo zu e rumorosa compagnia al seguito, visti solo un mese prima-davvero sessanta minuti di nulla misto seghe sugli strumenti....beh...preferisco assolutamente un cinquantenne elegante ed un gelido tedesco che suonano per una platea di parvenue presenti solo per reclamare la loro presenza alla prossima cena e dire" eh beh, domenica scorsa ci siamo regalati un concerto di sakamoto..sai ha fatto forbidden color....dai quella del te nel deserto...eh si un momento a dir poco sublime" e giu' flut di vinello con mignolino in fuga. e' un'immagine aberrante, lo so. ma la preferisco di gran lunga ai giovani avanguardisti del nostro stivale che si sbracciano per cazzate ben piu' colossali. qui almeno c'era dello stile, forse solo quello.... ma insomma, guardiamoci attorno...un po' piu' di stile non farebbe male a nessuno.
ora per purgarmi pero' mi regalo un ascolto de "the hood tapes"....di cui parleremo prossimanete....magari direttamente con loro....
Indie style? che e'?
un paio di settimane fa, reduce da una sfortunata giornata di "shopping" com mia madre-che rocker!- decisi di buttare via i miei soldi con qualche negozio on.line o senno' provando con ebay. ed e' su quest'ultimo che ho trovato una cosa leggermente sconcertante. mentre cercavo tra i vari capi di fred perry( vi assicuro che a reggio emilia non li vende, quasi, nessuno) mi sono imbattuto in questo maglione smanicato che nei commenti, per definirne meglio le caratteristiche, era etichettato all'incirca in questo modo: indie style, bloc party pete doherty. ecco, adesso ok su pete doherty, uomo del momento della scena musicale britannica reso prototipo del "nuovo stile" grazie al tocco divino di hedi slimane della maison dior. cioe' il tipo doherty anche prima, all'inzio della carriera, aveva puntato molto sul come presentarsi (mentre carl barat mi e' sempre sembrato piu' una liz taylor). ma adesso prendere i bloc party come esempio di stile, parlando di moda,o piu' volgarmente di maglioncini, mi sembra troppo. non c'e proprio nessun appiglio possibile. come al solito gli inglesi esagerano, riusciranno a farmi stare antipatico un gruppo che fino adesso non ci e' ancora riuscito.
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