martedì, settembre 30, 2008
domenica, settembre 28, 2008
Il primo mixtape non si scorda mai
AVERE TRENT'ANNI
The Focus Group- Salty Sun Tales
Harmonia- Dino
Suicide- Cheree
Glass Candy- Rolling Dawn The Hills
Group Inerane- Awal September
Trobbing Gristle- Distant dreams (part two)
Populous feat.Short Stories- Porcelain
Speceman 3- Big City
FourTet- Ribbons
The Upsetters- Groovy Dub
Broadcast- Come On Let's Go
Ennio Morricone- La Ballata di Hank McCain 2
"avere trent'anni ed un cardigan" questo era il primo titolo....quello definitvo e' il solo"Avere trent'anni". ricordo l'atp del 2000. ero nella prima metà dei miei vent'anni. nel bel mezzo dell'inghilterra, ed un festival con la gente più cool che avessi mai visto.guardavo con curiosità tutti sti tizi e tizie. belli. tutti quanti interessanti per chi come me e' abituato alla provincia italiana. al massimo c'era la bologna del post rock od il link ancora egregiamente attivo, ma grigio grigio. si anche la la gente andava di matto per i big black/shellac, ascoltava i june of 44 ed i mogwai. però impazziva per i sonic youth ed i labradford in egual maniera.gli stereolab erano nel punto piu' alto della carriera e della fama. i belle and sebastian guardavano i ganger. aphex era ballato da aidan moffat. i trail of dead suonavano contemporaneamente ai plone. i sigur ros suonarono decisamente peggio dei black emperor.ma non voglio parlare di quei concerti.mi colpivano i tizi grandi al festival, quelli che avevano trent'anni, quelli che poi la sera suonavano i dischi per farci ballare. pop disco new wave electro soul northern soul...ecco questo sarebbe stato il mio dj set. ma non siamo in uk. non siamo all'atp del 2000. non sono un ragazzo cool di londra.ma ho, adesso anche io, trent'anni. ed un mare di dischi. buon ascolto.
The Focus Group- Salty Sun Tales
Harmonia- Dino
Suicide- Cheree
Glass Candy- Rolling Dawn The Hills
Group Inerane- Awal September
Trobbing Gristle- Distant dreams (part two)
Populous feat.Short Stories- Porcelain
Speceman 3- Big City
FourTet- Ribbons
The Upsetters- Groovy Dub
Broadcast- Come On Let's Go
Ennio Morricone- La Ballata di Hank McCain 2
"avere trent'anni ed un cardigan" questo era il primo titolo....quello definitvo e' il solo"Avere trent'anni". ricordo l'atp del 2000. ero nella prima metà dei miei vent'anni. nel bel mezzo dell'inghilterra, ed un festival con la gente più cool che avessi mai visto.guardavo con curiosità tutti sti tizi e tizie. belli. tutti quanti interessanti per chi come me e' abituato alla provincia italiana. al massimo c'era la bologna del post rock od il link ancora egregiamente attivo, ma grigio grigio. si anche la la gente andava di matto per i big black/shellac, ascoltava i june of 44 ed i mogwai. però impazziva per i sonic youth ed i labradford in egual maniera.gli stereolab erano nel punto piu' alto della carriera e della fama. i belle and sebastian guardavano i ganger. aphex era ballato da aidan moffat. i trail of dead suonavano contemporaneamente ai plone. i sigur ros suonarono decisamente peggio dei black emperor.ma non voglio parlare di quei concerti.mi colpivano i tizi grandi al festival, quelli che avevano trent'anni, quelli che poi la sera suonavano i dischi per farci ballare. pop disco new wave electro soul northern soul...ecco questo sarebbe stato il mio dj set. ma non siamo in uk. non siamo all'atp del 2000. non sono un ragazzo cool di londra.ma ho, adesso anche io, trent'anni. ed un mare di dischi. buon ascolto.
mercoledì, settembre 24, 2008
dei due inediti suonati, anche in occasione del concerto milanese del magnolia, questo e' quello più furbetto meno convincente.
però...
rimane che i fuck buttons riescono con un solo riff a fregarti.
tra i dischi dell'anno c'e' sicuramente il loro street horrrsing
mercoledì, settembre 17, 2008
martedì, settembre 16, 2008
"Presidente, da lei mi farei toccare"
lunedì, settembre 15, 2008
disperati del suono
pubblico decisamente scarso. sto parlando del live dicembre 2008 tenuto da xela presso zuni a ferrara, invitato dal festival collateral.
un set ostico, capace di allontanare quasi tutto il pubblico apparte 3 o 4 coraggiosi, leggesi anche disperati del suono.
già in quel live john twells, in arte xela, annunciava alcune importanti novità nel suo cammino artistico. un approccio più avanguardista e dronico a lasciarsi alle spalle i precedenti dischi elettronici ed anche l'ultimo uscito per type rec che respirava arie sci fi bmovies horror. maggior implementazione dell'uso di fonti sonore live ed analogiche, loopstation unità di riverbero strumentazioni acustiche est europee microfoni a contatto e stratificazioni vocali.
un modo di vivere la produzione musicale nuovo per xela, che si rifà a tutto quel movimento di musiche altre che non trovano spazio ne nel sottobosco indie ne in quello prettamente avanguardista accademico. una terra di nessuno che vive e pulsa in mille microetichette a-commerciali, di artisti che guardano alle sperimentazioni dei 70 newyorkesi come quelle cosmiche tedesche. musica in cui lo spazio e la riflessione guardano sempre ad un'infinito interiore.
anche materialmente xela passa dal produrre album ufficiali su classici supporti quali cd o lp al mondo dei cdr, dei vinili pesanti in edizioni limitatissime, alle confezioni fatte a mano per finire alle cassette. le vecchie ed obsolete cassette, che trovano una seconda giovinezza in questo mondo di freak tecnologici fuori tempo massimo.
tutto questo per dire che il nostro duemila e otto passa anche du un ascolto massiccio e pesante di alcune uscite a nome xela. affascinati in modo particolare dall'uso dei droni vocali, costruiti sempre in modo melodico ed evocativo. imperdibile il romantiscismo di "the night of sevens(a love song)" da ajilvsga/xela "i love her til i die" c44 (99 copies) e "heirs of the fire" dal limitatissimo tour cdr americano e di prossima ristampa su smgt. buono quasi tutto il resto.
xela- heirs of the fire
un set ostico, capace di allontanare quasi tutto il pubblico apparte 3 o 4 coraggiosi, leggesi anche disperati del suono.
già in quel live john twells, in arte xela, annunciava alcune importanti novità nel suo cammino artistico. un approccio più avanguardista e dronico a lasciarsi alle spalle i precedenti dischi elettronici ed anche l'ultimo uscito per type rec che respirava arie sci fi bmovies horror. maggior implementazione dell'uso di fonti sonore live ed analogiche, loopstation unità di riverbero strumentazioni acustiche est europee microfoni a contatto e stratificazioni vocali.
un modo di vivere la produzione musicale nuovo per xela, che si rifà a tutto quel movimento di musiche altre che non trovano spazio ne nel sottobosco indie ne in quello prettamente avanguardista accademico. una terra di nessuno che vive e pulsa in mille microetichette a-commerciali, di artisti che guardano alle sperimentazioni dei 70 newyorkesi come quelle cosmiche tedesche. musica in cui lo spazio e la riflessione guardano sempre ad un'infinito interiore.
anche materialmente xela passa dal produrre album ufficiali su classici supporti quali cd o lp al mondo dei cdr, dei vinili pesanti in edizioni limitatissime, alle confezioni fatte a mano per finire alle cassette. le vecchie ed obsolete cassette, che trovano una seconda giovinezza in questo mondo di freak tecnologici fuori tempo massimo.
tutto questo per dire che il nostro duemila e otto passa anche du un ascolto massiccio e pesante di alcune uscite a nome xela. affascinati in modo particolare dall'uso dei droni vocali, costruiti sempre in modo melodico ed evocativo. imperdibile il romantiscismo di "the night of sevens(a love song)" da ajilvsga/xela "i love her til i die" c44 (99 copies) e "heirs of the fire" dal limitatissimo tour cdr americano e di prossima ristampa su smgt. buono quasi tutto il resto.
xela- heirs of the fire
venerdì, settembre 12, 2008
un amico mi ha detto di andare a vedere questa cosa,
si tratta di bon iver, artista americano...fantastico. l'unico folk che ascolto e che ascolterò ancora per lungo tempo. grande sensibilità melodica per uno dei dischi piu' belli dell'anno. canzoni vere, talento e poco altro.
in italia "for emma, forever ago" è arrivato da poco attraverso la stampa europea su 4 ad. non lascerà il segno. e' un paese distratto il nostro. non e' un paese per la qualità, questo.
solo la bava alla bocca.
mercoledì, settembre 10, 2008
album che aspettavo ma...
Premessa: parlare di album che debbono ancora uscire non è del tutto corretto. in questo caso mi appresto a scrivere le prime impressioni riguardanti tre album di prossima pubblicazione. ripeto si tratta di prime emozioni ed impressioni che questi lavori restituiscono. ci sara' tempo e forse voglia di riprenderli. ricordandoci che l'album dei notwist non mi era piaciuto con i primi ascolti mentre volerà alto in un'ipotetica classifica di fine anno.
Tv on the Radio- dear science
cambiano le carte in tavola. a tratti pare di ascoltare un altro gruppo. le chitarre che furono trademark e wall of sound diventano magre, scheletriche, funky! questo e' quello che piu' colpisce, come la presenza di ballad(2.0 ovviamente) e di canzoncine facili dal minutaggio contenuto. la materia sonora e' radicalmente diversa da quella dei primi due dischi, molto piu' scarna in questo caso. nessun passo in avanti o indietro. ci si è spostati di lato. in tutta questa rivoluzione rimane intatto e pienamente conservato un elemento classico dei dischi a firma tv on the radio: la noia...grandi musiche grandi pezzi ma... voi riuscite a reggere tutto un disco? ora mi sparo i fucked up a tutto volume e pesto una foto, presa dal giornale, del ministro della difesa. questo si che e' divertente.
Deerhunter- microcastle. allora voi forse sapete che i deerhunter sono il gruppo di bradford cox. non sono un gruppo. non sono bradford cox(lui da solo e' atlas sound). ma sono il gruppo di bradford cox. questa e' una nota non secondaria nell'approcciare i dischi della banda. ovvero qui ci sono un bassista un batterista e due chitarristi che cercano di contenere l'ego di bradford cox. un ego prolifico come un coniglio. che registra pezzi di notte, a casa, in ostello, in ostello in europa, a casa di un amico, durante un viaggio in furgone. insomma uno che grande senso melodico, una montagna di ascolti, belle idee. ma forse troppa fretta. ecco si, microcastle a mio avviso soffre di fretta. rispetto al precedente "cryptograms" questo nuovo e' un disco normalizzato. non speciale. le canzoni sono delle belle canzoni puliti ed indipendenti come piacciono a voi. noi da vecchi militanti con la bandiera sempre alzata lo sguardo al passato i motti antichi continuiamo a preferire cryptograms. un disco sporco e strambo di grandi song drone punk a buon tasso melodico. i dischi pulitini ascoltateli voi.
Mogwai- a hawk is hawling. come dirlo. e' difficile. ah ecco...che palle! quando i mogwai giocano a fare i duri, quelli che non fanno compromessi, che si prendono troppo sul serio(i titoli delle canzoni non contano) io dico buuuuuuuuuuu e giro il pollice verso il basso. ricordate my father my kingdom...stesso sbuffare. ma se siete conoscitori dei mogwai sapete che loro sono musicisti, hanno codificato un suono che in tanti abbiamo studiato ma sono stati soprattutto "attitudine". qui hanno la stessa attitudine sugli scudi e confrontazionale di come on die young: a differenza dei fan hardcore considero "c.o.d.y." un disco lento, mal registrato dove anche grandi pezzi sono stati sommersi da tonnellate di attitudine. ascoltate "ex cowboy" nella versione live allegata ad un cd dell'nme o dell'immensa "xmas step" in versione singolo e capirete che voglio dire. mancano i colpi di genio o di classe che caratterizzano "rock action"(ah dite che non e' bello? trovate una canzone brutta o meno di geniale) "young team" e "happy song for happy people".
a hawk is hawling scorre senza colpire particolarmente. ok si manda avanti quando e' il turno di "the sun smells too loud", ma il disco è pure mogwai. il trademark sound e' intatto. nessuna sbavatura, nessuna imperferzione, nessun colpo di scena. nessuna canzone che rimarrà tatuata nella nostra memoria come spesso è accaduto("scotland's shame" mi paice molto, lo ammetto).
mi dicono che i mogwai sono molto fieri di questo disco, di cody ed hanno dubbi su young team e rock action.
ok, a me piacciono i mogwai quando si piacciono meno.
nessuno di questi dischi e' brutto. brutto tipo "woman as a lover" per gli xiu xiu. no affatto. sono dischi di mestiere(si anche tv on the radio è un disco di finta rottura. e' un disco molto PD- e quindi vi piacerà). fortunatamente i gruppi in questione(ovviamente anche gli xiu xiu) non hanno bisogno ne dell'ultimo disco ne tantomeno del giudizio di jukka reverberi per entrare nella storia.
queste band hanno percorsi artistici a cui vorrebbero innalzati piccoli monumenti nelle nostre discoteche e per alcuni anche piccoli tatuaggi sul cuore.
lunedì, settembre 08, 2008
ed il voto in condotta?
in teoria questo e' lo split perfetto.
Mogwai/Fuck Buttons.
tour ep americano.
sulla carta un piccolo tesoro. perche' i tour ep spesso contengono materiali di secondaria importanza, feticcio dei fanatici che li comprano online o via posta. splendido invece riuscire ad averli direttamente acquistandoli al banchetto prima(rigorosamente prima) di un concerto. come dire, tour ep = experiencele musiche contenute non riescone a raggiungere la sufficenza. colpa del voto basso preso dai mogwai con il loro remix di colours move di fuck buttons- mi si dirà che gli scozzesi son gruppo di nervi e i remix li lascino fare ad altri... io vi invito invece ad ascoltare i loro lavori per bloc party e engeneers...poco meno che splendidi..questa e' un'occasione persa.
il duo di londra prova a misurarsi con quel pezzo meglio conosciuto negli annali della musica che conta come "fear satan". una sfida non da poco, che fa portare a casa un sei agli arditi. un solo riff, tastierine e distorsori tra stratificazioni di suono, lavoro percussivo su floor tom... cose che ai buttons riescono bene, il loro mondo. manca forse la capacità di togliere il fiato in questa occasione, ma si affoga con piacere negli 8 minuti che ci regalano.(verrebbe da dire che i fuck buttons sono i migliori allievi dei mogwai, ne riprendono il gioco di dinamiche e volumi nel gestire strutture melodiche minimali utilizzando strumentazione diversa, quasi"non convenzionale" per queste musiche. tesi già esposta dopo il cocerto visto a milano)
ricapitolando
questo è uno split per fanatici(dei fuck buttons-e' sempre un pezzo nuovo per loro-, quelli dei mogwai possono passare oltre)
il vostro insegante unico
Mogwai/Fuck Buttons.
tour ep americano.
sulla carta un piccolo tesoro. perche' i tour ep spesso contengono materiali di secondaria importanza, feticcio dei fanatici che li comprano online o via posta. splendido invece riuscire ad averli direttamente acquistandoli al banchetto prima(rigorosamente prima) di un concerto. come dire, tour ep = experiencele musiche contenute non riescone a raggiungere la sufficenza. colpa del voto basso preso dai mogwai con il loro remix di colours move di fuck buttons- mi si dirà che gli scozzesi son gruppo di nervi e i remix li lascino fare ad altri... io vi invito invece ad ascoltare i loro lavori per bloc party e engeneers...poco meno che splendidi..questa e' un'occasione persa.
il duo di londra prova a misurarsi con quel pezzo meglio conosciuto negli annali della musica che conta come "fear satan". una sfida non da poco, che fa portare a casa un sei agli arditi. un solo riff, tastierine e distorsori tra stratificazioni di suono, lavoro percussivo su floor tom... cose che ai buttons riescono bene, il loro mondo. manca forse la capacità di togliere il fiato in questa occasione, ma si affoga con piacere negli 8 minuti che ci regalano.(verrebbe da dire che i fuck buttons sono i migliori allievi dei mogwai, ne riprendono il gioco di dinamiche e volumi nel gestire strutture melodiche minimali utilizzando strumentazione diversa, quasi"non convenzionale" per queste musiche. tesi già esposta dopo il cocerto visto a milano)
ricapitolando
questo è uno split per fanatici(dei fuck buttons-e' sempre un pezzo nuovo per loro-, quelli dei mogwai possono passare oltre)
il vostro insegante unico
venerdì, settembre 05, 2008
la canzone preferita del momento viene dalla germania.
un brano vecchio: ha più di tre mesi!!! non si puo' stare sempre sul pezzo
il gruppo in questione non diventerà mai cool ne figo ne awesome ne quello che vi pare
ora recupero l'album.
(peccato non aver seguito con dovuta attenzione il loro concerto assieme a Gdm a dresda... è passato un lustro)
Seidenmatt - shoryusdnmt
un brano vecchio: ha più di tre mesi!!! non si puo' stare sempre sul pezzo
il gruppo in questione non diventerà mai cool ne figo ne awesome ne quello che vi pare
ora recupero l'album.
(peccato non aver seguito con dovuta attenzione il loro concerto assieme a Gdm a dresda... è passato un lustro)
Seidenmatt - shoryusdnmt
martedì, settembre 02, 2008
un saluto a chi va
italygiglist
31 agosto 1997 - 31 agosto 2008
'IT'S NOT FUNNY ANYMORE'
(Husker Du)
era un po di tempo che cercavo di farmi ritornare in mente le motivazioni per cui mandare avanti questa cosa.
piu' pensavo, piu' capivo che non ne valeva veramente piu' la pena.
infatti, la missione e' conclusa.
conclusa per evaporazione dell'obiettivo: quello di diffondere informazione riguardante una 'scena'.
perche' la 'scena', cosi come conosciuta, intesa e vissuta dallo scrivente per molti anni, non esiste piu'. morta per spappolamento.
per essere leggermente piu' preciso, la 'scena' si e' trasformata, nella sua maggior parte, in una misera, noiosa, ripetitiva fino alla presunzione, fatua, conservatrice e bigotta, falsa, straprovinciale, assopita, rinbambita, babbea imprenditoria da strapazzo con le pezze al culo.
a cascata, quello che la 'scena' offre sono in grande maggioranza banalita', concerti banali, dischi banali, discorsi banali, idee banali, personaggi banali . qualche mese, se va bene, e poi evaporano senza lasciare neanche un porco di alone.
mi serve? no, no, no e, sto cazzo, no!
oltre questa condizione oggettiva, di cui se non se ne ha la percezione significa essere partecipi allo stato di profonda delirante ipnosi collettiva che regola la vita di questo paese in questi anni a tutti i livelli, e che di se gia' basta ed avanza, avevo anche il 'bonus', cioe' le email di chi si lamenta della lista, di agenzie che si lamentano della lista, di gruppi musicali che si lamentano della lista, di gestori di locali che si lamentano della lista, di genitori dei minorenni che consultano la lista che si lamentano della lista, ma soprattutto uno sciame di uffici stampa che pensano di essere gli unici sulla terra ad avere qualcosa da promuovere, e soprattutto che abbiano le capacita' per farlo. che errore devastante.
cosi non va.
la musica, con annessi e connessi, dovrebbe aiutarti a cambiare la vita, non a cambiarti gli abiti ed il 'trend'.
quindi, bisognera' farsi cambiare la vita da qualcos'altro.
quindi, e' ora di chiudere.
niente di personale.
amici come prima.
cioe', per niente.
ps tante cose con cui essere d'accordo! caro ab ci vedrà a qualche concerto. il colpo non lo si molla mai del tutto...per fortuna!
31 agosto 1997 - 31 agosto 2008
'IT'S NOT FUNNY ANYMORE'
(Husker Du)
era un po di tempo che cercavo di farmi ritornare in mente le motivazioni per cui mandare avanti questa cosa.
piu' pensavo, piu' capivo che non ne valeva veramente piu' la pena.
infatti, la missione e' conclusa.
conclusa per evaporazione dell'obiettivo: quello di diffondere informazione riguardante una 'scena'.
perche' la 'scena', cosi come conosciuta, intesa e vissuta dallo scrivente per molti anni, non esiste piu'. morta per spappolamento.
per essere leggermente piu' preciso, la 'scena' si e' trasformata, nella sua maggior parte, in una misera, noiosa, ripetitiva fino alla presunzione, fatua, conservatrice e bigotta, falsa, straprovinciale, assopita, rinbambita, babbea imprenditoria da strapazzo con le pezze al culo.
a cascata, quello che la 'scena' offre sono in grande maggioranza banalita', concerti banali, dischi banali, discorsi banali, idee banali, personaggi banali . qualche mese, se va bene, e poi evaporano senza lasciare neanche un porco di alone.
mi serve? no, no, no e, sto cazzo, no!
oltre questa condizione oggettiva, di cui se non se ne ha la percezione significa essere partecipi allo stato di profonda delirante ipnosi collettiva che regola la vita di questo paese in questi anni a tutti i livelli, e che di se gia' basta ed avanza, avevo anche il 'bonus', cioe' le email di chi si lamenta della lista, di agenzie che si lamentano della lista, di gruppi musicali che si lamentano della lista, di gestori di locali che si lamentano della lista, di genitori dei minorenni che consultano la lista che si lamentano della lista, ma soprattutto uno sciame di uffici stampa che pensano di essere gli unici sulla terra ad avere qualcosa da promuovere, e soprattutto che abbiano le capacita' per farlo. che errore devastante.
cosi non va.
la musica, con annessi e connessi, dovrebbe aiutarti a cambiare la vita, non a cambiarti gli abiti ed il 'trend'.
quindi, bisognera' farsi cambiare la vita da qualcos'altro.
quindi, e' ora di chiudere.
niente di personale.
amici come prima.
cioe', per niente.
ps tante cose con cui essere d'accordo! caro ab ci vedrà a qualche concerto. il colpo non lo si molla mai del tutto...per fortuna!
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