martedì, aprile 29, 2008

Riprendiamoci



Va ben, e dopo una pausa lunghina tornano anche le riflesioni musicali.
Nei prossimi giorni parleremo del nulla imperante che caratterizza le uscite musicali di questo duemila e otto.
Una leggera delusione per il disco mediocrissimo dei notwist e' impossibile da nascondere, mentre il buon lavoro dei Fuck Buttons ascoltati finalmente in vinile continua a crescere; una sintesi di minimalismo noise con accenni ritmici e melodici ben sopra la media.
Debbo pure segnalare come anche le produzioni a nome Twilight Sad di cui avevamo accennato tempo addietro continuano ad essere un ascolto gradevolissimo. Forse addirittura sottovalutati. Cercate il loro ep ed album su Fat Cat, buone melodie sotto massiccie dosi di feedback teenage agnst e maglioncini cardingans.
Gli aapuntamnti piu' attesi continuano ad essere la trasferta in quel di londra per vedere i my bloody valentine e il negozio Rough Trade East.
tutto quello che gira attorno alla musica cuntinua ad essere fonte di interesse.
Ed infine parliamo di Nouns disco di prossima pubblicazione da parte del duo californiano No Age. I punk kids della scena legata allo Smell(locale di los angels, vera fucina di esperienze art punk) sbarcano in casa sup pop, con il primo vero album di materiale inedito. Brani rapidi e pieni di feedback, melodie energia e punk attitude. Segnaliamo che qui si parla di punk in modo nuovo, il 77 e' alle spalle. Ma rimane quell'attitudine aperta ai modni sonori e alla voglia di non farsi limitare dai maestri. My Bloody Valentine in salsa art punk. Qui si guarda all'oggi e quindi anche al futuro. Io sto dalla loro parte anche per l'attenzione che hanno nei confronti dell'arte che accompagna le produzioni discografiche.
come dire, punk not.... diet!
Ma soprattutto questa e' musica per i kids...e loro devono seppellirci con un calcio nel culo a noi vecchi trentenni.
quanto li invidio...si ho detto invidio....




np alexander tucker- Custom Made

lunedì, aprile 28, 2008

Dicevano

"Si può fare", dicevano

che rispondiamo?

nei paesi normali ci si assume la responsabilità politica di un risultato del genere. in italia scommetiamo che la colpa la daranno agli altri come sempre...

bravo uolter

lunedì, aprile 14, 2008

Il voto utile

.




































.

giovedì, aprile 10, 2008

ti conosco mascherina

Cinque minuti fa è stato postato un bel commento anonimo. forse il commento piu' bello e condivisibili mai ricevuto. credo lo si possa definire un atto d'amore per reggio emilia e le sue genti. presente e futuro


"A Reggio Emilia i quartieri socialmente diversificati ci sono sempre stati. Come in tutte le città d'Italia. E del mondo, mi vien da pensare. Nel dopoguerra e per quarant'anni a Reggio Emilia il PCI si è preso tra il 45% e il 55% dei voti, il che significa che un'altra metà di città con altri valori e riferimenti comunque c'era e c'è. Sono cresciuto nelle case popolari della periferia a sud, dapprima (anni '60) un quartiere di proletari reggiani, poi (anni '70) un quartiere misto di lavoratori e pensionati locali e lavoratori del sud e oggi un
melting pot vario ed eventuale (anziani, operai meridionali, assistenza sociale di natura e grado differente e immigrati stranieri). Però quando mia madre mi ha iscritto alle scuole medie del centro invece che a quelle del quartiere le facce dei figli della piccola neoborghesia nostrana le ho viste. Venivo da una zona malfamata e considerata socialmente pericolosa e come tale oggetto di immediata - e per fortuna solo momentanea - emarginazione (nel 1980...). Nessuna amministrazione pubblica riuscirà mai a demolire secoli di differenze, ma certamente può aiutare a integrare, risolvere o far convivere culture e persone diverse. Questa città accoglie, aiuta, tenta di fare. Ma il pensiero dominante non può demolirlo, non è mai stata in grado di ambire a tanto. Perchè, semplicemente, è impossibile imporre una visione del mondo a una comunità che non è più realmente tale. Temperare e attutire le differenze sociali e il loro darwinismo imperante è già moltissimo, perchè se nuove povertà premono da ogni lato i due terzi garantiti stanno già altrove. Una maggioranza serenamente sushista malvolentieri si aggrega a minoranze di natura e provenienza sospettabile. E la borghesia illuminata qui non si è mai vista, al massimo abbiamo avuto una classe lavoratrice arricchita dalla capacità di intraprendere (o integrata dal cooperativismo) e una piccola e debole imprenditoria agraria per fortuna travolta dalle riforme degli anni sessanta. Siamo passati dalla campagna alla fabbrichetta e poi al denaro in pochi decenni e solo una cultura molto più solidaristica e cooperativistica della media ha impedito a noi l'orrore di altri luoghi. Ma non c'è scampo nè rimedio se non si vigila e non si lotta per mantenere le conquiste passate (e valori minimamente condivisi) e per promuovere un senso civico sempre più debole. Si rischia che questa città resti solo un vago ricordo di ciò che è stata. E che per tutti diventi solo la città di quei tre strani e bellissimi ponti lungo l'autostrada."

giovedì, aprile 03, 2008

si può dire?

Binetti: "Tifo per Obama, negro coraggioso"

Sempre intervistata da Ecotv, Binetti fa il suo endorsement per Obama: ""Obama sembra intercettare una volta per tutte l'accantonamento delle discriminazioni, cioè il negro presidente degli Stati Uniti. Un negro, peraltro, con un padre nato in Kenya. Quindi, voglio dire, un negro di recente immigrazione, coraggioso: un bel segnale di speranza".
(fonte Repubblica.it)

This page is powered by Blogger. Isn't yours?

Iscriviti a Post [Atom]