sabato, febbraio 12, 2011
Straight Edge Lenin
Questo rispetto velato per la morale borghese mi ripugna quanto questa passione per le questioni sessuali. Ha un bel rivestirsi di forme sovversive e rivoluzionarie: questa occupazione è non di meno, alla fine dei conti, puramente borghese. Ad essa si dedicano di preferenza gli intellettuali e gli altri stati della società vicini a loro. Per questo genere di occupazione non c’è posto nel partito, tra il proletariato che lotta e ha una coscienza di classe.
A che cosa conduce, in fin dei conti, questo esame insufficiente e non marxista della questione? A questo: che i problemi sessuali e matrimoniali non sono visti come una parte della principale questione sociale e che, al contrario, la grande questione sociale stessa appare come una parte, un’appendice del problema sessuale. La questione fondamentale è ricacciata in secondo piano, come cosa secondaria. La rivoluzione esige concentrazione, tensione delle forze. Dalle masse e dagli individui. Essa non può tollerare stati orgiastici, del genere di quelli propri delle eroine e degli eroi decadenti di D’Annunzio. Gli eccessi nella vita sessuale sono un segno di decadenza borghese. Il proletariato è una classe che sale. Non ha bisogno di inebriarsi, di stordirsi, di eccitarsi. Non chiede di ubriacarsi né con eccessi sessuali né con alcool. Non deve dimenticare e non dimenticherà la bassezza, il fango e la barbarie del capitalismo. Attinge i suoi maggiori impulsi alla lotta dalla situazione della sua classe e dall’ideale comunista. Ciò che gli è necessario è la chiarezza e ancora una volta la chiarezza. Così, lo ripeto, niente debolezza, niente sciupio o distruzione di forze. Dominarsi, disciplinare i propri atti non è schiavitù, neanche in amore.
Lenin
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