giovedì, gennaio 08, 2009
la musica di tim hecker si può anche descrivere. qualcuno ha detto in passato "cathedral electronic music", riuscendo con tre parole a definire la dimensione sonora toccata dal giovane canadese. difficile, in effetti, raccontare meglio i paesaggi sonori disegnati attraverso un complicato software autocostruito e qualche aggeggio hardware come pedalini e radio fm, che così elencati potrebbero portarci fuori pista. ed invece arriva l'ascolto che lascia pochi dubbi mettendo da parte le parole. tasto play pigiato e le cattedrali sonore appariranno davanti a voi. anzi, entreranno in voi. una spiritualità digitale mai così calda, mai così capace di trasmettere emozioni avvolgendo, lasciandoci la senzazione di una mente umana capace di interpretare il sublime.
le cattedrali di musica elettronica regalateci di tim hecker sono luoghi laici, dove tutti possiamo liberarci nell'ascolto e toccare quel divino che è la musica senza chiacchere e tutta pelle d'oca.
il nuovo album "an imaginary country" esce tra qualche settimana su kranky.
io ho scritto quattro righe perche' amo i dischi di questo autore.
se vi interessano le sonorita ambient-drone-noise: ascoltatelo.
se non vi interessano: ascoltatelo.
ripeto, e' un disco stupendo
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