Footprints in Snow

Bon Iver folk con molto soul e contorni elettroacustici. un ascolto che segna fin da ora il 2008. finalmente un disco solido, di quelli che già dal primo momento fanno parte della tua storia di ascoltatore. è bello, anzi fantastico ogni volta che la musica compie questo miracolo. quello di sorprendere e far correre i brividi lungo la schiena. il passaggio delle emozioni da una persona all'altra, l'unico rito collettivo a cui mi sento di partecipare.

siete anche voi tra quelli che non avrebbero voluto smettere di leggere "post punk" di simon reynolds???
ma si sa, i libri hanno un inizio e una fine. purtroppo.
finito di leggere un anno fà debbo ancora trovare un testo in ambito musicale così interessante, capace di parlare con entusiasmo e ricerca di un periodo incredibile.
please kill me letto a seguito è stato illuminante ma non così intenso. krautrocksampler divorato in una domenica ha lasciato un segno ma non così indelebile.
England's Dreaming di j. savage se la gioca alla pari. un testa a testa che e' giusto non abbia un vincitore. son o testi fondamentali per la mia cultura musicale. ci sono dentro tanti dischi che amo e storie che danno un senso e contestualizzano un periodo in cui la musica correva piu' veloce della vita. irripetibile.


ps qui il blog di reynolds dedicato al suo libro "Rip It Up and Start Again" (footnotes, news, and material related to Simon Reynolds' history of postpunk)..ah..rip it up e' il titolo originale preso in prestito da un grande gruppo...chi? leggete il libro bulli!

eccolo!
solamente su i-tunes il primo battito degli hood dopo un 2007 silente. si tratta di un remix, per il brano Intercity del duo americano Chessie. se fosse una semplice rivisitazione di un pezzo d'altri non starei qui a parlarne, ma ascoltato il tutto mi permetto di consigliarlo anche a voi.
La mano di Chris Adams si sente eccome, dubbone con chitarra in levare, ritmi sintetici, voci polverizzate a contorno di una buona linea di cantato. il risultato finale potrebbe essere qualcosa di Braken (ovvero c. adams solo su anticon), che non lo ho mai detto..ma stava nella playlist dei dischi migliori usciti l'anno passato.

"Non è vero che ieri si stava meglio di oggi: è una falsa nostalgia"(cit.)

beh, io mi ricordo che certe notti si andava a vedere prima Aerial M e poi i Broadcast. questo succedeva a bologna...ma tanto tempo fa.
adesso non capita più

"Il Pd assicuri ai radicali 15 eletti e 5 milioni come a Di Pietro" dice Emma Bonino al Pd.
"Più genio e più regolatezza". Questo lo slogan coniato da Rutelli per lanciare la sua campagna elettorale per il Campidoglio.

(fonte: repubblica.it)

umanuvem.blogspot.com/

l'ultimo contributo alla serie "your. noise.", playlist commentate su umanuvem e' molto interessante. bravi tutti

Pochissimi elementi sul piatto. tastiere giocattolo, microfoni giocattolo, melodie basiche di organetto, voci rotte e gracchianti, qualche percussione, una cassa in quattro presa paro paro da una loopstation rc20(il suono e' inimitabilmente scarso, quindi anche riconoscibile). con queste robette ed un paio di idee, pure di seconda mano il duo britannico ci ha fatto un disco. riuscito! ovviamente non e' materia per tutti ma qui siamo alle prese con una versione pop dei suoni d'impronta noise/drone. un movimento che si rifa' a questi suoni e' cresciuto in modo imponente in tutto il mondo. roba che davvero nell'ultimo paio di anni ha ocupato una parte importante del mercato sotterraneo. un mercato che esiste anche in virtu di teorie come la coda lunga.
Fuck Buttons uniscono un'attitudine più pop e quasi fashionista a suoni che normalmente sono maneggiati da gruppi dall'immaginario oscuro ed antimoderno-scarti di cultura industrial e rivoli delle oscurità metal il punk piu' marcio unite assime e in nuove bestiali forme(ovviemente cool a loro modo, sia chiaro!).
tutti i clichet del genere ci sono ma virate in chiavi pop:
tour di 40 date in america, ma con caribou ed in locali importanti anche.
dischi usciti per una label non di primordine, ma è pur sempre l'Atp quella dei festival e che cura il ritorno dei My Bloody Valentine.
grafica rigorosamente psicadelico collagista, ma simile a quelle dei vari Black dice ovvero robe che trovate esposte in gallerie come Ps1 di new york.
feature su blog e piccole webzine ma allo stesso grande attenzione da parte di pitchfork.
produzione in piccoli studi, ma fatta da john cummings di mogwai.

tutto questo e' merito del duo, abilissimo nel maneggiare se stesso come la materia musicale proposta che oggi rischia di essere un campo minato per i piu'. "street horrrsing" in sucita a breve riesce a trovare il suo spazio anche oltre le produzioni del genere, grazie alle timide melodie che affiorano del mare di distorsioni.
ricetta semplice, buon intuito. a volte una combinazione vincente.

myspace.com/fuckbuttons

a questo turno il primo che mi vuole prendere per la giacchetta mettendomi di fronte alla responsabilità del voto utile lo mando a quel paese. so già che a dirmelo(dircelo) saranno i solitari, quelli che sanno giusto tutto loro, quelli che sono nuovi perche' il paese chiede il nuovo ricorderò che nell'avventura di governo a questo passaggio han ben pensato di concentrarsi sulle faccende loro. fare i "democratici", mentre tutto attorno le cose non stavano piu' su neppure con il nastro adesivo.

glittering-blackness