lunedì, novembre 12, 2007

Tutto dannatamente vero(e caldo)


un'ottima annata tutto sommato. parliamo di dischi/musiche si intende.
riconciliarmi piano piano con i suoni elettronici e' un po' come tornare in luoghi piacevoli abbandonati da troppo tempo.
il vero ritorno si ha sempre quando si sente il cuore prendere un passo diverso.
ed è effettivamente cosa diversa per me ascoltare un disco come "untrue" di Burial. della cosidetta scena grime ne so davvero poco, giusto quelle brevi cose lette nel blog di Simon Raynolds. anche dopo questo disco, che mi sta folgorando, difficilemnte continuerà a scavare in quei lidi sonori. forse non fanno per me e purtroppo non ho il tempo per indagarli con la giusta attenzione e voglia.
rimane "untrue" opera di produttore senza volto per un pubblico di ascoltatori senza identità. un disco che si fa largo nel suo rappresentare alcuni modi delle solitudini urbane dell'oggi. grumi di suono caldo polverizzati, soul da radio pirata direttamente da Urano, frequenze subliminali di archi che furono classici, battiti sincopati.
il modus operandi di burial mi ricorda quello di Wolfgang Voigt, solo che qui al posto della techno abbiamo le sincopi dei sobborghi londinesi da atomizzare. gente che lavora cinicamente al cuore della musica.
mi fa piacere aver comprato questo disco dai tipi di Rough Trade. anche i punks ed i wavers del bel tempo che fu andavano la a recuperare buone dosi di variazioni sul tema della musica black. allora si parlava delle micidiali visioni del dub jamaicano, oggi del battito delle nostre periferie emozionali.

Commenti:
burial spacca e il disco prima ancora di più
 
io preferisco quest'ultimo. Ma è un gran disco e forse il dubstep non è l'immensa bufala che temevo (la serie box of dub è da non perdere).
ot:
http://indiessolvenza.blogspot.com/2007/11/ok-comincio-quasi-crederci.html
biglietti in vendita da domani.
 
A mio modesto avviso il dubstep non solo non è una bufala ma forse l'unico hype elettronico nato in UK negli ultimi anni davvero in grado di 'segnare il tempo'. Forse esagero e a parlare è il mio gusto personale, ok. Ne riparleremo tra qualche anno.
Per ora anch'io preferisco il primo album di Burial: questo secondo però mi sembra, oltre che un bel dischetto, un modo riuscito di dire 'il dubstep esiste, cagateci'.
 
jukka beccati anche l'ultimo disco di boxcutter (glyphic). anche li` bei suoni e svolte dal mainstream
 
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