domenica, ottobre 28, 2007

Avrei già dato, ma...


ne ho parlato più volte. forse straparlato.
un'intervista che avevo fatto al cantante è passata da queste pagine a quelle di rockit.
ma dovete capire che si tratta di una questione di affetto.
altro affetto. una bella presentazione dell'album da parte del quarto Altro, posso dirlo vero?

lunedì, ottobre 22, 2007

Societas contemporanea.


Le figuranti non indosseranno un costume di scena, i loro corpi saranno rivestiti di un colore teatrale,  e dovranno compiere movimenti sia corali, sia individuali molto semplici,  all’interno di una danza collettiva informale, scandita dalla musica degli ZU.

Così recitava l'annuncio per la ricerca di figuranti allo spettacolo Vexilla regis prodeunt inferni di Romeo Castellucci/Societas Raffaello Sanzio. Una piece di teatro contemporaneo estremamente suggestiva, inserita del calendario del festival modenese Vie.
Non sono un appassionato di teatro o danza contemporanea, ma degli spettacoli della compagnia raffaello sanzio mi sono sempre stati dipinti come interessanti anche ai non addetti alle bellezze del palcoscenico. Inutile dire che il vero motivo di attrazione è stata la presenza degli Zu. Infernali e luciferini come non mai. Quasi ferali nell'affrontare una scena decisamente suggestiva. Un suono, il loro, più magmatico che mai, distorto e corrosivo fino all'ossesso. Sax baritono alla Peter Brotzmann. Distorsioni a rasentare il male. Una frenesia ritmica alle volte doom(so che può sembrare un controsenso).
Forse anche grazie all'azione a cui hanno partecipato, capace di elevarli oltre il semplice concerto, ma gli Zu non mi sono mai sembrati così mostruosi come ieri sera. Un gruppo della madonna...alla faccia dell'inferno!


mercoledì, ottobre 17, 2007

Fuoco Amico


Quest'anno va di moda l'italiano. Speriamo non l'italiano vero.
detto questo, a me piace un sacco l'ultimo lavoro dei Disco Drive. che non è assolutamente il classico disco da italiani. i torinesi oggi fanno un grande lavoro di sintesi, partono da influenze importanti per distillare un proprio lessico. dal vivo riusciranno a rendere tutte le sfumature di "the things to do today", compito arduo? la sfida ed il suo superamento sono inderogabili.
Tra un tour e l'altro Alessio, cantante chitarrista e tantissimo altro, prosegue la ricerca di un suono personale attraverso il progetto Banjo or Freakout. ascoltate i quattro pezzi del suo myspace: molto molto belli.
se ne facessi una, questi tipi li butterei nella mia top list per il 2007. assieme ad altri grandi dischi. tra stranieri, il più forestiero dei gruppi di casa nostra.

lunedì, ottobre 15, 2007

Get some (he)art

Filmporvida/ mail art exchange program
(da non perdere gli scambi di cartoline artistiche

asdfmakes.com/ is a series of collaborative projects by Mylinh Trieu Nguyen and David Horvitz. They are first and foremost works that can be translated through digital mediums, enabling free access and reproduction of the files.


canicola/ immagini indipendenti


In Radio

Alle 16.30 dibattito in diretta telefonica a tema “In Rainbows” con Fabio DeLuca. Ospiti di Radio Città del Capo conduce Francesco Locane.


lunedì, ottobre 08, 2007

Metallo teatrale



c'e' questa nuvola di fumo, che non appena viene aperto il sipario, si libera ed avvolge gli spettatori seduti quasi a volerli soffocare. inermi, sembrano scomparire nel nulla. la poltrona che ne accoglie i corpi diventa scomoda quasi irriconoscibile sotto il peso della coltre biancasta. la tensione aumenta attraverso note di chitarra ben poco teatrali. le luci pungolano gli occhi. alcune bordate minacciose di elettronicaccia lasciano presagire ben poco di buono. il fumo se ne va, ma mai del tutto. ne rimane sempre un poco ad appestare l'aria, e a stare attenti quando le luci cambiano colore od intesità se nè possono torvare piccoli banchi o grumi sparsi. il morso alla gola però non se ne va. sono i volumi di suono a far aumentare la senzazione di minaccia. un non confort che dura per 40 minuti. molti dei quali sopra ogni limite. e' chiara la volontà di schiacciare lo spettatore. di lasciarlo li per terra. non stupirlo, solo schiacciarlo sotto il tacco dello stivale. luci ed impatto decisamente teatrale. nulla e' lasciato al caso anche nel profondo cuore di questo buco nero che è stato il concerto dei KTL. gestualità tipiche dell'heavy metal utilizzate per calarsi nello stato mentale giusto(quindi sbagliato), ambiguità estetiche, volumi sovraumani, effetti luminosi disturbanti ed epici. un concetto di performance totalizzante. che non da tregua agli spettatori.
Peter Rehberg e Stephen O'Malley lasciano le loro postazioni vuote. una luce bianca le illumina. rimane solo un persistente fraseggio di chitarra mandato in loop, tra feedback e note sparse per nulla rassicuranti. nessuna persona in scena. il sipario si richiude come si era aperto. con un intervento altro. le persone non contano ad un concerto dei KTL. anzi, sono artefici del loro annientamento.

mercoledì, ottobre 03, 2007

Alla faccia dell'altro mercato

impossibile scartare l'argomento radiohead. lo si può fare per snobberia, senz'altro. ma sarebbe un esempio mirabile di cecità di fronte ad un big bang che in un qualche modo camberà alcuni rapporti nel mercato discografico.
non tutti imiteranno i radiohead nella loro scelta osiamo dire "radicale". intanto perchè la truppa di oxford si puo' permettere una tale mossa a fronte di anni di successo e notorietà conquistate alla maniera antica. dove le major ti creavano il fenomeno a suon di palanche. dobbiamo dire che yorke &c non sono mai stati plasmati e disegnati per il mercato: troppo intelligenti, anche se vi sa fatica ammetterlo e li trovate noisi(non e' il mio caso).
la major band band e' da almeno una quindicina di anni la band più attenta di tutte in riguardo ai nuovi suoni ed il loro possibile approdo nel grande pubblico. basterebbe compilare un elenco dei gruppi spalla avuti negli anni(dai low ai deerhoof) dei djset (dai lali puna al grime) ai riferimenti colti(dalla musica concreta, agli autechre per finire con alice conltrane).
un'altra lezione importante dei radiohead e' l'amore per il rischio-mi ripeto, sempre da una posizione di forza ma tant'è che altri non vi hanno mai provato neppure a chiacchere. era calcolabile a tavolino il successo di Kid A? voi direte di si, adesso e con il senno di poi. ma insomma allora non so in quanti ci avremmo scommesso. usciva in anni fantastici per il rischio in musica(si la riscoperta di tante musiche e la loro attualizzazione avvenuta con il post rock, quello reynolds-iano non quello math) trasformata in prassi. ma e' anche vero che altri avevano provato a spingersi oltre: le visioni piu' avanzate nel campo della musica pop erano finite in successi di critica ma flop commerciali incommensurabili, leggersi ad esempio la parabola splendida dei Talk Talk...lo chiamarono suicidio commerciale.
eppoi l'elemento centrale che ha sempre accompagnato i radiohead e' la qualità del percorso musicale, la profonda ricerca di un nuovo lessico pop. il pop del XXI secolo. dove le grandi esperienze delle musiche tutte sono rielaborate in un contetso moderatamente popolare. vi e' dunque il tentativo di operare un rilettura in chiave culturale della musica pop. ovvero ridare spazio ad istanze di ricerca e non solo di patina e vendibilità alla musica di ascolto.
cosi come e' culturale il distacco dalla major. il download legale e a prezzo libero suona si come il "date il contributo economico che ritenete opportuno per la nostra musica", ma finirà per essere la campana a morto per quelli "che scaricano perche' costa troppo". si toglie dal piatto una scusa(in parte vera...ma solo in minima parte) per andare al cuore del problema: l'artista libero ha diritto di avere un riconoscimento economico dall'ascoltatore libero? è lecito che l'artista chieda un contributo per continuare nella propria ricerca artistica? per i radiohead e' quasi facile fare queste domande. c'e' una storia alle spalle che li regge(economicamente ed artisticamente), per le giovani band sarà ben difficile iniziare cosi la carriera.
ma questo passaggio di una grande band pop che si rivolge direttamente al proprio publico e' una botta per tutta la cultura musicale. saltano molte delle connessioni con il mercato come lo conoscevamo prima. da anche una via nuova a tutti quelli che credono ed hanno creduto enll'indipendenza della produzione artistica da quella del mercato senza se e senza ma. qui vengono introdotti molti se e molti ma. e' anche una critica al piccolo piccolissimo liberismo che ha soffocato il mercato in ricerca della nuova big thing. da oggi si dice che il valore della musica e' da riconsiderare con strumenti e modi nuovi, e non in modo stupidamente passivo come hanno fanno le multinazionali musicali e le indie label di nuovo conio. i radiohead cambiano le regole fornendone e tutti nuove. consolidandole come nuova prassi che sarà(anzi e' già ora) di successo. un successo "consapevole", ed in parte partecipato(noi che seguiamo questa fase e ne ragionaiamo o compriamo il risultato). una terza via per il mercato musicale.

eh si, i radiohead sono da almeno quindici anni una sicurezza sulle positività del moderno e della critica alla modernità. e questo mi piace. moltissimo.

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