mercoledì, settembre 12, 2007

Mito(come il parmigiano reggiano in versione snack)


ne ho già parlato tempo fa. facendo pure un'intervista con Rutger Zuydervelt aka Machinefabriek. artigiano avanguardista, buon produttore di drone casalinghi. voglio ripetermi: è bravissimo. anche lui ogni tanto si perde con qualche rottura di scatole, procurando un po' di noia.
ma dobbiamo dire che il ragazzo di adattato allo spirito dei tempi: la gente consuma musica come fossero noccioline, in modo rapido e frugale... perchè allora cercare etichette e preoccuparsi troppo del pubblico. Machinefabriek produce in modo casalingo(ma super hi fi) la sua musica e se la pubblica da solo. ogni mese trovate una nuova uscita, sempre di qualità medio alta, quando non molto alta. piccoli cdr 3" pieni zeppi di suoni(ci sono poi mp3,cassette, vinili e cd ufficiali che altri gli chiedono di pubblicare) sempre accompagnati da buone grafiche che vanno oltre l'interessante(adesivi o cartoline ad accompagnare il prodotto). tiratura ridotta a 50 copie.
piccole miniature casalinghe che in un paio di anni hanno intrapreso il loro viaggio per le case di alcuni appasionati del suono fino ad approdare con successo sulle pagine di the wire dove il nostro viene visto come una speranza. forse domani arriverà pure pitchfork, ed allora crescerà una nuova generazione di indiedrones.
ma alla sola idea noi abbiamo già la nausea.
ci concetriamo quindi sul valore dell'intera operazione artistica: la rinascita di mondi diy al di la del classico circuito chitarra basso e batteria.
il mondo del drone/avant e' gia' da tempo (se non da sempre) la frontiera dell'auto produzione ma ora sta cambiando i connotati, perchè gli attori principali, gli artisti, hanno caratteristiche nuove: sono spesso giovani che vengono da un background indie/punk/pop/post rock e non dal solito ciarpame industrial/goth esteticamente fascistoide.
potrebbe ricostruirsi su queste basi un nuovo vento simile a quello che fu la prima fresca ondata post rock. per il resto aspettiamo i nuovi nirvana a mandare a casa i nostri parrucconi

machinefabriek.nu
myspace.com/machinefabriek

ps machinefabriek avrà una traccia pubblicata dal sottoscritto, ma non cambia il mio giudizio artistico. e questa che ho scritto non e' una auto-marchetta...un pò magari.....ma solo un pò


update: un paio di ore fa ho rintracciato il nuovo lavoro di Yellow Swans, due di portland dedito ad un marasma noise molto intenso. conobbi gabe(uno dei due swans) un paio di anni fa, quando era merchandiser per xiu xiu. ci siamo rivisti la scorsa primavera a londra. io e francesca siamo andati a vederlo in azione durante il freenoise tour. una serata ottima, anche perche' gabe e' una persona disponibilissima che sa trattare con gentilezza ogni tipo di discussione. ma poco importa con la musica direte voi. beh in quella data mi raccontò che i lavori per il nuovo disco erano quasi terminati. mi disse che si trattava di registrazioni molto piu' melodiche, c'era una ricerca degli spazi e tante altre cose.
stasera, come accenato in principio, arriva nel mio stereo "at all ends".ed e' un trionfo. un trionfo che mi fa gioire anche a dispetto del titolo non proprio allegro. posso dirvi che il disco parte bene. una valanga di feedback magmatici dove fanno capolino delle sottilissime melodie. ma molti di voi forse non avrebbero voglio di cercarle li in mezzo. cosi anche il secondo brano e' buono, ma se fosse stato per questa apertura ora non sarei a parlare di yellow swans. tutto cambia dalla terza traccia, "our oases", in poi. il magma sonoro annuncia una tragedia di dimensioni epiche. epico: l'unico aggettivo che mi viene subito in mente. e' una battaglia di stalingrado in musica. ovvero il dramma totale, uno sforza resistenziale alle brutture: c'è il dramma degli uomini dietro a queste carcasse di canzoni. il kursk che sprofonda. il dolore per l'oggetto sottomarino capace di inghiottire mille figli di mille madri, portandoli con se in un lento declino. il metallo possente di chitarre magmatiche che si rendono distinguibili di tanto in tanto. voci uscire lontane tra i rintocchi e gli squarci metallici. qualcuno cerca di comunicare con noi. ma è lontano, soffocato da mille altri rumori. l'umanità ridotta a maceria. questo duo di portland non puo' far altro che esorcizzare le nostre preoccupazioni. violentandole gentilmente. ogni volta che vediamo la luce si tratta di un'abbaglio.
uno dei miei dischi dell'anno, se vi interessa saperlo.


Commenti:
nel mio ultimo post parlo di z'ev con kk null e chris watson.
in qualche modo c'entra . e mi hai incuriosito
 
i dont understand a word but look at this: http://ecstaticpeace.com/multimedia/thurston_web.mov
(the first part looks like your place at your parent's house! :-)
 
su machinefabriek penso di condividere ogni singola virgola. davvero. aspettiamo.
invece. di quello che scrivi in piccolo non sapevo niente. non sono ancora riuscito ad ascoltare at all ends per intero ma le cose che ho trovato suonano incredibilmente piene. intense. (our oases è già su, da me). grazie (ancora, come mille altre volte). tomm.
 
Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]





<< Home page

This page is powered by Blogger. Isn't yours?

Iscriviti a Post [Atom]