lunedì, maggio 07, 2007

to the east


Forse uno dei momenti più esaltanti della mia recente trasferta londinese è stata nel classico negozio di dischi a tolbot road: dentro rough trade uno spagnolo(commesso) uno svedese ed un italiano a parlare di hardcore italiano 82/83. i due erano grandi collezionisti e pregavano di vendergli un certo numero di dischi. ovviamente avevo raccontato loro di averne un paio di copie, ma di volerle tenere come riserva in caso di usura. (tenete conto che la maggior parte di quei suoni li ho ascoltati in scomode ristampe su su cassetta a meta' anni novanta ed in comode ristampe cd successivamente.) E' stato il momento dell'italiano che fa l'italiano, come calboni che saluta tutti arrivando in montagna...."ehhh vuoi che non ho quel sette pollici li...ma che scherziamo!"...
la lezione alla fine di tutto questo e' che l'italia può vantare a tutt'oggi un primato musicale: oltre l'italo disco, oltre il nostro prog anni 70 che tanto amano i giapponesi...l'hardcore italiano del biennio furioso 82/83 rimane insuperato. appunto uno spagnolo ed uno svedese che mi chiedevano che fine ha fatto il chitarrista dei c.c.m.(gruppo pisano dell'epoca)..se era vero che uno dei wretched lavorava in un night sui navigli... e quando ho detto di aver parlato recentemente con alcuni ex mebri dei 5 braccio li ho visti trasalire..
insomma dopo "american hardcore" sarebbe bello avere una versione plurale di quel biennnio musicale italiano: dico plurale perche' se volete delle visioni soggettive ne trovate parecchie, partendo dai vari philophat di "costretti a sanguinare".

detto questo nella mia ormai annuale visita londinese ho visto un panorama musicale un po' sofferente. mi sembra infatti gia' metabolizzata la nuova onda di gruppuscoli che dovevano cambiare la storia della musica. complice anche un paio di mostre vagamente a tema alla tate(con la prima grande retrospettiva dedicata a gilbert & george) e all'ICA (the secret public/the last days of british underground 1978-88) ho ritrovato una citta' in cerca di una nuova identita'. tribu' di coloratissimi adolescenti urbani con i ragazzini bianchi (ed apparentemente di buona famiglia) a fare i klaxon-centrici, goth-ici di nuovo in presenza non del tutto marginale, gli artic monkeys come il gruppo che in tanti ascoltano ma pronti ad essere dimenticati come nulla fosse (gli oasis a confronto sono davvero i beatles del loro tempo) e poi..... sotto sotto.... un brulicare di micro cose.... ancora indefinite... che forse avverranno....che usciranno dal loro baccello.... o che forse no.

fantastico! andare ad una classica serata tipo "io leggo the wire" (fighissimo in tanti avevano the wire in tasca, giuro!!!)(alcuni tipi hanno dimenticato pure il contenitore porta tappi per le orecchie che danno gli abbonati a the wire) ma anche plan B( ho codal mio canto mi sono sentito musicalmente vecchio- non conforme all'oggi. ed' e' statomprato il nuovo numero e solo dopo mi son ricordato di essere abbonato)....e' stata un'esperienza per certi versi notevole.
la tappa londinese del Free Noise Tour ha visto interagire assieme vecchie volpi dell'impro inglese come evan parker e giovani macellai americani quali yellow swans(loro davvero bravi) e burning star core(bah..tanta posa...). interessante ed a tratti molto bello. i tratti non "tratti molto belli" purtroppo sono da inserire nella categoria "molto due balle". ma come sempre il mio interesse e' andato sulle cose viste con la coda dell'occhio. gli studenti tipo della san martin, la rantumaglia industriale al sapor di runa(un solo esemplare per fortuna), la borghesia laburista colta che legge the wire(più esemplari e pure di tarda età, distinti, di grande dignità e compostezza. eleganza innata), sperimentatori
nipponici in trasferta europea, fan dell'homemade noise(cdr anche come solette delle scarpe, e walkman al posto dell'ipod) e qualche transfugo dal post rock, dall'indie rock, i barilotti dell'upset the rythm(solo una persona che legge capira' questo riferimento, scusatemi e' un messaggio in codice) ed i primi transfughi del new! rave.
questi erano la sera precedente al cinema renoir di holborn: mangiavano un sushi take away preso da tesco primo di entrare per la visione di "dans paris"...un film carino... si, sono stato a vedere un film francese in un weekend a londra. che c'è di strano?


ps la colonna sonora della vacanza -immaginaria perche' senza ipod- e' stata no shouts, no louds delle eletrelane da qui il titolo del post....come back ...come back....ohhohhhhhh to me

Commenti:
ma vai a londra ad acculturarti? mi fai paura a volte...
 
beh acculturarsi a cavriago non e' purtroppo cosi semplice.
non posso passare la vita davanti al computer. mi dicono che ci sia vita la fuori...


e poi a me della legna e della gayna....zero meno... meno di zero
 
yes, 5 braccio, torino hc! cmq i migliori rimangono i negazione!
 
Ot A proposito Jukka, che mi dici dei Ronin?Ho acquistato "Lemming"(in tandem con 23 dei Blonde Redhead) ma è ancora lì che piglia polvere, trovassi un secondo per ascoltarlo
 
pensa quando andrai a suonare in Polonia e potrai bullarti di conoscermi!!!...altro che trasalire!...he heheh...
 
...dariella..rimani sempre il mio preferito!! : )
 
italian hardcore ? secondo me se n'è già scritto a sufficienza (vedi perciballi, philopat, bernelli, giaccone-pandin...), io personalmente ne ho abbasta di leggerne... non del periodo o dell'intensità che ci fu.
 
Ciao, ebbene sì, sono uno degli snob abbonati a the wire, ma almeno non lo porto in tasca ai concerti!!! ; )

Ah, ecco a cosa servivano quei 2 tappini che mi sono arrivati con la prima copia di the Wire.

Il terzo delle Elecrelane merita. A me recentemente (a proposito d'inghilterra) ha deluso Dan Treacy. Mah.....

Ciao
 
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