domenica, ottobre 09, 2005
come si forma la cultura popolare?
anzi, come alcune persone influenzano la cultura della nazione in cui vivono? e con questo intendo dire come in un qualsiasi modo alcune persone riescono a diventare un modello "culurale", non semplice "costume emulativo" ma per l'appunto, al di la di cio' che banalmente appare lasciano traccie di se nella cultura delle genti.
credo che per rintracciare questo non basti il semplice appurare che ad oggi dire "mi consenta" infastidisce un po' piu' della meta' degli italiani.
ci sono persone che all'apparenza rimangono impresse solo per delle stupidaggini -leggasi appunto al mi consenta- ma in realta' influenzano molto piu' profondamente ed incosciamente alcuni caratteri di una nazione-e il signor mi consenta sta anche in questa categoria, e qui sta la cosa sconcertante e paurosa: ad esempio il concetto della personalita' edell'autorevolezza del "lo dico io quindi..." di bellachioma memoria farà sentire i suoi perche' per molti anni ancora- o la somma dei "valori" o non valori che in diversi modi ha spalmanto sul nostro paese....
ma questa e' un'altra storia.... come direbbe carlo....carlo lucarelli... quello di "pauuraa!"....quello li....sempre vestito di nero....che parla sempre di robe allegre.... che parla sempre con uno stile ben identificabile.... talemnte tanto ben identificabile....che da un po' di giorni o forse piu' ho il sospetto che carlo "paura" lucarelli, l'uomo della nuova via al noir italiano (nessuna merda e sangue del periodo pulp tarantino), sia uno di quei casi che dicevo prima. quelle persone che in un modo o nell'altro influenzano la cultura di un paese....in un modo piu' o meno evidente, lo fanno.
per avere una prova ci vogliono almeno due indizi...
e bene, il riscoprire tutto quel mondo del noir italiano che fu(da scerbanenco, al commissario martelli....per arrivare ai polizziotteschi....ed al "romanzo criminale" da pagine, pellicola ed ottemezzo) parte da molto lontano....e da quando mi e' dato seguire questi fenomeni, la voce di lucarelli si e' sempre sentita puntuale ed autorevole...quasi ad essere un motivo involontariamente trainante. sappiamo, che in campo strettamente di "cultura", il noir tira in italia. anzi va a gonfie vele. e' fenomeno di costume quasi....quasi di massa. che attraversa il cinema, la televisione, la letteratura finanche la musica.
ma questo per me e' un aspetto secondario.
quello che rimane gia' in ambito ancora microculturale e' il come parla carlo lucarelli. le sue cadenze, le parole che usa, il modo di raccontarci una storia, i silenzi, le ripetizioni... cioe' tutto cio' che forma lo stile personale di un autore.
ecco, proprio quello stile li, oggi, lo potete trovare nelle penne e nelle parole di mille altri auttori e giornalisti italiani. anzi di perecchie persone che trovate la fuori, in strada, e che magari alla prossima serata vi raccontera' una storia. il mio indizio, in questi giorni sta tra le pagine di rumore....alla fine di un articolo che parla di musica, o di una recensione mi aspetto di sapere chi e' l'assassino tanto lo stile riprende quello di mr "paura!". e gli autori su quella rivista sono tanti. no sto parlando di scrittura clonata, badate bene. ma di piccole traccie. perche' sono quelle che ci importano. le piccole traccie, che un semplice autore di noir o autore di inchieste su casi di "nera", lascia tra gli abitanti della sua nazione. parliamo ancora di aspetto microculturale....ma sul quanto sia "micro" con esattezza e' difficile pesarlo...
e poi mia nonna parla di lucarelli. e' una signora di una certa eta' che ogni lunedi a mezzodi' mi parla di lucarelli e della trasmissione della sera prima... so che domani parleremo di pasolini, davanti ad un piatto di capeletti. e per questo ringrazio mia nonna, pier paolo pasolini.....e carlo lucarelli (il ponte tra mia nonna e pasolini).
anzi, come alcune persone influenzano la cultura della nazione in cui vivono? e con questo intendo dire come in un qualsiasi modo alcune persone riescono a diventare un modello "culurale", non semplice "costume emulativo" ma per l'appunto, al di la di cio' che banalmente appare lasciano traccie di se nella cultura delle genti.
credo che per rintracciare questo non basti il semplice appurare che ad oggi dire "mi consenta" infastidisce un po' piu' della meta' degli italiani.
ci sono persone che all'apparenza rimangono impresse solo per delle stupidaggini -leggasi appunto al mi consenta- ma in realta' influenzano molto piu' profondamente ed incosciamente alcuni caratteri di una nazione-e il signor mi consenta sta anche in questa categoria, e qui sta la cosa sconcertante e paurosa: ad esempio il concetto della personalita' edell'autorevolezza del "lo dico io quindi..." di bellachioma memoria farà sentire i suoi perche' per molti anni ancora- o la somma dei "valori" o non valori che in diversi modi ha spalmanto sul nostro paese....
ma questa e' un'altra storia.... come direbbe carlo....carlo lucarelli... quello di "pauuraa!"....quello li....sempre vestito di nero....che parla sempre di robe allegre.... che parla sempre con uno stile ben identificabile.... talemnte tanto ben identificabile....che da un po' di giorni o forse piu' ho il sospetto che carlo "paura" lucarelli, l'uomo della nuova via al noir italiano (nessuna merda e sangue del periodo pulp tarantino), sia uno di quei casi che dicevo prima. quelle persone che in un modo o nell'altro influenzano la cultura di un paese....in un modo piu' o meno evidente, lo fanno.
per avere una prova ci vogliono almeno due indizi...
e bene, il riscoprire tutto quel mondo del noir italiano che fu(da scerbanenco, al commissario martelli....per arrivare ai polizziotteschi....ed al "romanzo criminale" da pagine, pellicola ed ottemezzo) parte da molto lontano....e da quando mi e' dato seguire questi fenomeni, la voce di lucarelli si e' sempre sentita puntuale ed autorevole...quasi ad essere un motivo involontariamente trainante. sappiamo, che in campo strettamente di "cultura", il noir tira in italia. anzi va a gonfie vele. e' fenomeno di costume quasi....quasi di massa. che attraversa il cinema, la televisione, la letteratura finanche la musica.
ma questo per me e' un aspetto secondario.
quello che rimane gia' in ambito ancora microculturale e' il come parla carlo lucarelli. le sue cadenze, le parole che usa, il modo di raccontarci una storia, i silenzi, le ripetizioni... cioe' tutto cio' che forma lo stile personale di un autore.
ecco, proprio quello stile li, oggi, lo potete trovare nelle penne e nelle parole di mille altri auttori e giornalisti italiani. anzi di perecchie persone che trovate la fuori, in strada, e che magari alla prossima serata vi raccontera' una storia. il mio indizio, in questi giorni sta tra le pagine di rumore....alla fine di un articolo che parla di musica, o di una recensione mi aspetto di sapere chi e' l'assassino tanto lo stile riprende quello di mr "paura!". e gli autori su quella rivista sono tanti. no sto parlando di scrittura clonata, badate bene. ma di piccole traccie. perche' sono quelle che ci importano. le piccole traccie, che un semplice autore di noir o autore di inchieste su casi di "nera", lascia tra gli abitanti della sua nazione. parliamo ancora di aspetto microculturale....ma sul quanto sia "micro" con esattezza e' difficile pesarlo...
e poi mia nonna parla di lucarelli. e' una signora di una certa eta' che ogni lunedi a mezzodi' mi parla di lucarelli e della trasmissione della sera prima... so che domani parleremo di pasolini, davanti ad un piatto di capeletti. e per questo ringrazio mia nonna, pier paolo pasolini.....e carlo lucarelli (il ponte tra mia nonna e pasolini).
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