giovedì, maggio 12, 2005
chiacchiere con thomas nel 2000
Per chi vuole avere un’idea dell’etichetta e del suo sound può anche incominciare dal seminale doppio CD compilation a prezzo-bazza “Putting The Morr Back In Morrissey”.
Quella che segue è una intervista al deus ex machina dell’etichetta, Thomas Morr, condotta via e-mail dal prode Jukka Reverberi dei Giardini di Mirò ed originariamente apparsa su http://www.insound.com e qui tradotta in italiano dal sottoscritto Giovanni Gandolfi.
Chi sei?
In un modo o nell’altro sono più di dieci anni che mi occupo di musica, come dj dai 18 ai 24 anni, come promoter di concerti locali, come commesso in negozi di dischi e ho curato il catalogo di un mailorder.
Poi ho cominciato a lavorare per un piccolo distributore in Germania chiamato Hausmusik, dove mi occupo di export e di acquisti dei titoli di elettronica.
In più ho studiato storia e lingua tedesca per qualche anno, ma senza successo.
Nell’estate del 1998 Markus dei Notwist e Wolfgang della Hausmusik mi hanno chiesto se mi sarebbe piaciuto prendermi cura di programmare una nuova distribuzione indipendente a Monaco; così ho cominciato alla Hausmusik
Poco dopo aver incominciato questo nuovo lavoro abbiamo iniziato ad avere in catalogo la maggior parte delle etichette britanniche più piccole e che mi piacevano di più.
Così facendo siamo diventati parte di una sorta di network formatosi attorno ad etichette come per esempio Hobby Industries, City Centre Offices, Atomic e Din.
In questo caso si trattava di un network dove era condiviso lo stesso interesse per le melodie elettroniche, la complessità dei beat programmati e i rumori ispirati dall’ abstract-hip hop, con il risultato della nascita di contatti ed amicizie a livello internazionale, espandendo e mettendo in connessione le anime e le concezioni che stavano dietro a più o meno distanti geograficamente bedroom-studios, living room offices e scaffali di dischi.
Quando e perché hai fondato l’etichetta?
Dopo un paio di mesi che lavoravo per la Hausmusik distribution ero sicuro che fosse arrivato il momento giusto per far partire l’etichetta. B. Fleischmann, il primo artista ad essere pubblicato su Morr, mi è stato presentato tramite un conduttore radiofonico austriaco e tramite Markus Archer (componente di Lali Puna - Notwist - Tied & Tickled Trio oltre che mio compagno di appartamento per un certo tempo), in un periodo nel quale mi erano già state confermate le uscite di Isan e Lali Puna.
Mi sono messo in contatto con Bernhard (Fleischmann) e poi le cose si sono sviluppate molto velocemente.
Qual è l’idea di base dietro all’etichetta?
Immagino le stesse idee che spesso causano la nascita di una nuova etichetta.
Prima di tutto ero un fan ed un collezionista di etichette come Wurlitzer Jukebox, Static Caravan, Skam – etichette che lavorano in gran parte come “project-label”.
Dal momento che facevo parte di questa “scena” di collezionisti ero in grado di mettere le mani sui titoli più interessanti, ma mi rendevo conto che la maggior parte degli artisti aveva un potenziale maggiore di edizioni limitate a 750 copie e, anche se tuttora mi piace l’idea di tracce uniche e di singoli, la Morr è focalizzata maggiormente su album interi.
Facendo comunque parte del network in cui già ci sono molte fantastiche etichette britanniche di singoli diventava naturale che io cercassi di raggiungere un maggior numero di persone con uscite che sarebbero comunque rimaste in stampa anche se esaurite.
Con gli iSAN ho chiesto ad uno dei miei “gruppi” preferiti, hanno accettato e quindi l’idea è diventata sempre più concreta.
La Morr Music funziona un po’ così: da un lato come una “artist-label”, cercando di far crescere certi musicisti e possibilmente tenerli in stretto contatto con l’etichetta per svariati albums, il che li rende “resident-artists” (gruppi che pubblicano solo per un’etichetta).
La Morr Music non vuole certamente rallentare le attività dei suoi artisti ma, dal momento che la maggior parte di loro sono anche amici, si discute prima di eventuali uscite per altre etichette.
C’è comunque anche l’aspetto di voler essere anche una “project label”, che include l’essere in grado di poter promuovere nuovi artisti con un veloce statement sotto forma di un ep, in modo da porre i nuovi artisti in un contesto già riconosciuto e riconoscibile.
Come ultima cosa, non in ordine di importanza, la Morr si caratterizza anche per l’aspetto visuale, visto che il mio migliore amico Jan Kruse è un artista grafico ed è responsabile del “corporate” design delle copertine delle uscite Morr.
Qual è l’estetica/etica che spinge la Morr? C’è un filo rosso che unisce tutte le tue pubblicazioni?
Ciò che mi piace, è praticamente tutta qui (l’etica/estetica), quando non mi piacciono i pezzi non li pubblico.
E’ più una domanda che riguarda il futuro dal momento che fino ad ora ho scelto gli artisti per la loro musica, supponendo che rientrassero anche loro nel mio modo di vedere l’etichetta e perché penso che abbiano preferenze simili alle mie in campo musicale e dunque immagino che i loro gusti si svilupperanno nel mio stesso modo. Immagino di averli scelti con molta cura, sono tutti musicalmente molto aperti, non fissati su un unico genere musicale e un po’ più informati della maggior parte di artisti che conosco. O qualcosa di simile. Sono persone interessate in quello che loro fanno e anche in quello che gli altri fanno. Molto spesso hanno un approccio alla socializzazione musicale (modo di vivere la musica assieme ad altri) simile al mio. Questo è uno degli aspetti più rilevanti di cui un’etichetta si deve preoccupare.
La città di Berlino e la sua scena di musica elettronica hanno una qualche influenza sulle uscite della Morr? E dacci anche una opinione sulla tua Berlino…
Stiamo mettendo in piedi una raccolta di 6 etichette berlinesi in congiunzione: din, cco, lux nigra, hey rec, a.d.s.r. e morr music.
Una sorta di statement su come noi vediamo Berlino anche se ovviamente ci sono altre etichette come la Scape, Monolake ed altre che operano in un ambito simile al nostro, separato da quello orientato verso il dancefloor al 100%.
Per quale motivo hai chiamato la tua prima compilation “Putting The Morr Back In Morrissey”? E’ un gioco di parole o una dedica?
Posso solo dire che una volta mi è stato chiesto da un giornalista francese di scrivere una frase a proposito di ognuno dei miei artisti.
Di Styrofoam (Morr Music 010, 015) ho scritto che i suoi campionamenti vocali mi ricordano il cantato di Mr Morrissey.
L’ho detto ad Arne aka Styrofoam il giorno prima della masterizzazione del suo album.
Mi disse che effettivamente ha imparato a cantare grazie alle canzoni degli Smiths e allora la sera dopo abbiamo ascoltato assieme gli Smiths, pensando ai giorni spensierati e malinconici di quando eravamo giovani, rendendomi conto di avere un passato musicale in comune con i miei artisti.
Credo effettivamente che tutti abbiamo dei dischi-chiave in comune.
Forse il titolo della prossima compilation farà riferimento ai My Bloody Valentine o ai Seefeel e magari quello successivo agli Autechre. Oops! E a dire il vero questo gioco di parole con Morr(issey) lo facevo quando avevo 15 anni ed è stato divertente da ricordare
Gli Smiths sono stati importanti per la mia “socializzazione musicale”, ma lo sono stati anche i New Order, gli OMD e i Soft Cell quindi anche se il titolo fa riferimento a quel piccolo aneddoto con Arne ci può essere dietro qualcosa di più.
Forse la stessa cosa accaduta ancora 10 anni dopo attraverso le prime uscite della Too Pure ed i Tortoise.
La tua etichetta sta velocemente assumendo lo stato di “etichetta di culto”….. a me pare una sorta di trasposizione della etichetta regina dell’indie pop Sarah records in ambito elettronico… cosa ne pensi? (è una mia convinzione, ok ma quando compro l’lp di Wechsel Garland e vedo la grafica…la foto della camera da letto…capisci…)
E’ curioso come la parola “cult” sia stata parte di tutte le interviste che ho ricevuto via e-mail o fatto per telefono.
Intendo dire, sono onorato, ma forse è più dovuto al fatto che la maggior parte dei miei artisti sono influenzati dall’indie pop.
Non direi però Sarah records & Co. E neanche nessuna delle etichette di indie pop più nuove che non mi piacciono assolutamente, dal momento che non mi piace l’easy listening che è uno dei maggiori rompimenti di palle che riesca ad immaginare.
Ma posso pensare alle prime cose della 4AD, Too Pure…ma non è certamente questa nuova sdolcinatezza di svariate etichette retrò che fanno riferimento alla Sarah.
La copertina di Wechsel Garland è una di quelle che non sono rappresentative dell’etichetta.
A proposito a me ha ricordato gli Smiths
Nel tuo catalogo ci sono due dischi di remix….quello dei Tied & Tickled Trio è meraviglioso, ma perché hai scelto di pubblicare un album di remix di una guitar band come i Piano Magic? Mi appaiono così lontani dalle cose che fai tu….c’è una qualche connessione con il mondo dell’indie rock?
Mi piacciono ancora i gruppi e la musica indie pop, ma sfortunatamente non sta accadendo molto in quel genere.
Ho perso interesse nella maggior parte delle etichette e preferisco tuttora gli originali piuttosto che le copie da cui siamo sommersi ora, anche se sono popolari.
Amo i Piano Magic, i Low, gli Stereolab e svariate altre bands.
Ovviamente sono anche un grande fan dei Tied & Tickled Trio ed è la ragione per cui abbiamo incominciato a collaborare assieme e di conseguenza sono molto ansioso di sentire il loro prossimo album.
Immagino che potrei pubblicare lavori di più bands, è solo che ce ne sono poche che mi piacciono davvero.
I dischi della Morr hanno un loro stile grafico….. credi in una sorta di connessione tra la musica e la grafica?
Come ho detto sono un collezionista e il mio miglior amico dei tempi della scuola Jan (della 08 design) è responsabile del filo rosso che lega la grafica delle varie uscite.
Ne abbiamo discusso prima di iniziare l’etichetta. Mi piaceva l’immagine di etichette come Touch o Mego, il cui artwork ha una identità precisa e avevo voglia di fare qualcosa del genere.
Abbiamo già vinto un premio per il design delle copertime nel 2000.
Vedo le varie parti dei dischi come una cosa unica, e non mi piacciono le copertine normali dato che credo che ogni dettaglio abbia la sua importanza in un disco.
Dischi essenziali del passato?
Autechre – tutto; Codeine – tutto; brian eno - music for airports, Mogwai – prime uscite; Mouse on mars – i primi due album; My Bloody Valentine – Tutto; Omd - Primo lp; Pan American - st; Pan Sonic – tutto; Sebadoh - Bakesale; Seefeel - Quique; Slint - Spiderland; Slowdive - Souvlaki; The Smiths - tutto; Sonic Youth - Daydream Nation; Stereolab - Space age e i primi albums; Tortoise - Gamera e i primi albums; Talk Talk, Pavement, Ween, Yo la Tengo, Kraftwerk; quindi sono un vero indie kid.
Qual è la tua etichetta preferita?
Sono nella fortunata condizione per cui alcuni dei miei amici gestiscono etichette che mi piacciono molto.
La Hobby Industries è di Opiate, la CCO è di Mr. Hermann (di Hermann & Kleine) e del nostro amico che ha incominciato una fantastica distribuzione per il Regno Unito chiamata Baked Goods, la Atomic è di Styrofoam e la Din è dei nostri amici della Hard Wax che si occupano anche della distribuzione.
In qualche modo ci supportiamo a vicenda e siamo diventati amici in questo modo oppure ci si conosceva già da prima.
In più cerchiamo di collaborare con alcune etichette di Miami e della west coast americana. E’ una concorrenza amichevole ma cerchiamo di sommare i nostri sforzi e sto facendo piani per una sub-distribuzione assieme a Christian Kleine (di Hermann & Kleine) qui a Berlino, per dare alle nostre etichette il massimo supporto con un ufficio comune e l’idea di costruire nuove strutture per gli artisti e le etichette che ci piacciono.
Sono ancora un collezionista quindi nominare alcune etichette può dare luogo ad una lunga lista!
Ho già nominato le più importanti prima ma potrei aggiungere la Schematic (us), Chocolate Industries (us), Static Caravan (uk), Warp, Vertical Form (uk), Hefty (us), Process (uk), Karaoke Kalk (di Colonia), a.d.s.r.(di Berlino); insomma sono ancora un collezionista.
Il futuro della musica….. per Thomas Morr?
In parte ho avuto dei problemi per la velocità con cui l’etichetta si stava sviluppando, perché non appena mi abituavo ad una situazione le cose erano già cambiate.
Dato che sto ancora lavorando per la distribuzione sono in realtà occupato con due lavori ognuno dei quali andrebbe fatto più che a tempo pieno.
Christian Kleine ha incominciato a lavorare per l’etichetta nel 2001 e spero che si possa crescere assieme ad alcuni degli artisti e distributori con cui abbiamo deciso e decideremo di lavorare.
Dal momento che gli artisti della Morr hanno suscitato un certo interesse e hanno ricevuto tutti offerte da etichette più grandi sarebbe naturale per me cercare di fare il passo successivo ma mi piacerebbe farlo all’interno delle strutture già esistenti per mantenere il controllo.
In più sto 'mettendo su' assieme ad un amico una società per i diritti d’autore per essere in grado di aggiungere un altro anello alla catena del music business.
Ma dovrà essere qualcosa di più che semplicemente riscuotere meccanicamente le royalties.
Ho incominciato ad occuparmi della stampa dei dischi per alcuni etichette, soprattutto con artisti con cui stavo lavorando, come nel caso di Opiate e la sua Hobby Industries o Solvent e la sua Suction records.
Con etichette che, penso, mantengano costante un alto livello qualitativo.
Curo la stampa dei dischi ed offro il catalogo di queste etichette, assieme al mio, ai distributori cui mi rivolgo.
E’ semplicemente un combinare gli sforzi con persone che stimo per raggiungere più ascoltatori.
E grazie al mio lavoro alla Hausmusik nell’export è un qualcosa che comunque faccio tutti i giorni.
La prossima etichetta sarà quella di Orvar dei Mùm dall’ Islanda, di certo una delle band migliori da qualche tempo in qua, e poi una etichetta statunitense che esordirà con un doppio lp di Lexaunculpt.
Forse delle altre più avanti, vedremo.
Quella che segue è una intervista al deus ex machina dell’etichetta, Thomas Morr, condotta via e-mail dal prode Jukka Reverberi dei Giardini di Mirò ed originariamente apparsa su http://www.insound.com e qui tradotta in italiano dal sottoscritto Giovanni Gandolfi.
Chi sei?
In un modo o nell’altro sono più di dieci anni che mi occupo di musica, come dj dai 18 ai 24 anni, come promoter di concerti locali, come commesso in negozi di dischi e ho curato il catalogo di un mailorder.
Poi ho cominciato a lavorare per un piccolo distributore in Germania chiamato Hausmusik, dove mi occupo di export e di acquisti dei titoli di elettronica.
In più ho studiato storia e lingua tedesca per qualche anno, ma senza successo.
Nell’estate del 1998 Markus dei Notwist e Wolfgang della Hausmusik mi hanno chiesto se mi sarebbe piaciuto prendermi cura di programmare una nuova distribuzione indipendente a Monaco; così ho cominciato alla Hausmusik
Poco dopo aver incominciato questo nuovo lavoro abbiamo iniziato ad avere in catalogo la maggior parte delle etichette britanniche più piccole e che mi piacevano di più.
Così facendo siamo diventati parte di una sorta di network formatosi attorno ad etichette come per esempio Hobby Industries, City Centre Offices, Atomic e Din.
In questo caso si trattava di un network dove era condiviso lo stesso interesse per le melodie elettroniche, la complessità dei beat programmati e i rumori ispirati dall’ abstract-hip hop, con il risultato della nascita di contatti ed amicizie a livello internazionale, espandendo e mettendo in connessione le anime e le concezioni che stavano dietro a più o meno distanti geograficamente bedroom-studios, living room offices e scaffali di dischi.
Quando e perché hai fondato l’etichetta?
Dopo un paio di mesi che lavoravo per la Hausmusik distribution ero sicuro che fosse arrivato il momento giusto per far partire l’etichetta. B. Fleischmann, il primo artista ad essere pubblicato su Morr, mi è stato presentato tramite un conduttore radiofonico austriaco e tramite Markus Archer (componente di Lali Puna - Notwist - Tied & Tickled Trio oltre che mio compagno di appartamento per un certo tempo), in un periodo nel quale mi erano già state confermate le uscite di Isan e Lali Puna.
Mi sono messo in contatto con Bernhard (Fleischmann) e poi le cose si sono sviluppate molto velocemente.
Qual è l’idea di base dietro all’etichetta?
Immagino le stesse idee che spesso causano la nascita di una nuova etichetta.
Prima di tutto ero un fan ed un collezionista di etichette come Wurlitzer Jukebox, Static Caravan, Skam – etichette che lavorano in gran parte come “project-label”.
Dal momento che facevo parte di questa “scena” di collezionisti ero in grado di mettere le mani sui titoli più interessanti, ma mi rendevo conto che la maggior parte degli artisti aveva un potenziale maggiore di edizioni limitate a 750 copie e, anche se tuttora mi piace l’idea di tracce uniche e di singoli, la Morr è focalizzata maggiormente su album interi.
Facendo comunque parte del network in cui già ci sono molte fantastiche etichette britanniche di singoli diventava naturale che io cercassi di raggiungere un maggior numero di persone con uscite che sarebbero comunque rimaste in stampa anche se esaurite.
Con gli iSAN ho chiesto ad uno dei miei “gruppi” preferiti, hanno accettato e quindi l’idea è diventata sempre più concreta.
La Morr Music funziona un po’ così: da un lato come una “artist-label”, cercando di far crescere certi musicisti e possibilmente tenerli in stretto contatto con l’etichetta per svariati albums, il che li rende “resident-artists” (gruppi che pubblicano solo per un’etichetta).
La Morr Music non vuole certamente rallentare le attività dei suoi artisti ma, dal momento che la maggior parte di loro sono anche amici, si discute prima di eventuali uscite per altre etichette.
C’è comunque anche l’aspetto di voler essere anche una “project label”, che include l’essere in grado di poter promuovere nuovi artisti con un veloce statement sotto forma di un ep, in modo da porre i nuovi artisti in un contesto già riconosciuto e riconoscibile.
Come ultima cosa, non in ordine di importanza, la Morr si caratterizza anche per l’aspetto visuale, visto che il mio migliore amico Jan Kruse è un artista grafico ed è responsabile del “corporate” design delle copertine delle uscite Morr.
Qual è l’estetica/etica che spinge la Morr? C’è un filo rosso che unisce tutte le tue pubblicazioni?
Ciò che mi piace, è praticamente tutta qui (l’etica/estetica), quando non mi piacciono i pezzi non li pubblico.
E’ più una domanda che riguarda il futuro dal momento che fino ad ora ho scelto gli artisti per la loro musica, supponendo che rientrassero anche loro nel mio modo di vedere l’etichetta e perché penso che abbiano preferenze simili alle mie in campo musicale e dunque immagino che i loro gusti si svilupperanno nel mio stesso modo. Immagino di averli scelti con molta cura, sono tutti musicalmente molto aperti, non fissati su un unico genere musicale e un po’ più informati della maggior parte di artisti che conosco. O qualcosa di simile. Sono persone interessate in quello che loro fanno e anche in quello che gli altri fanno. Molto spesso hanno un approccio alla socializzazione musicale (modo di vivere la musica assieme ad altri) simile al mio. Questo è uno degli aspetti più rilevanti di cui un’etichetta si deve preoccupare.
La città di Berlino e la sua scena di musica elettronica hanno una qualche influenza sulle uscite della Morr? E dacci anche una opinione sulla tua Berlino…
Stiamo mettendo in piedi una raccolta di 6 etichette berlinesi in congiunzione: din, cco, lux nigra, hey rec, a.d.s.r. e morr music.
Una sorta di statement su come noi vediamo Berlino anche se ovviamente ci sono altre etichette come la Scape, Monolake ed altre che operano in un ambito simile al nostro, separato da quello orientato verso il dancefloor al 100%.
Per quale motivo hai chiamato la tua prima compilation “Putting The Morr Back In Morrissey”? E’ un gioco di parole o una dedica?
Posso solo dire che una volta mi è stato chiesto da un giornalista francese di scrivere una frase a proposito di ognuno dei miei artisti.
Di Styrofoam (Morr Music 010, 015) ho scritto che i suoi campionamenti vocali mi ricordano il cantato di Mr Morrissey.
L’ho detto ad Arne aka Styrofoam il giorno prima della masterizzazione del suo album.
Mi disse che effettivamente ha imparato a cantare grazie alle canzoni degli Smiths e allora la sera dopo abbiamo ascoltato assieme gli Smiths, pensando ai giorni spensierati e malinconici di quando eravamo giovani, rendendomi conto di avere un passato musicale in comune con i miei artisti.
Credo effettivamente che tutti abbiamo dei dischi-chiave in comune.
Forse il titolo della prossima compilation farà riferimento ai My Bloody Valentine o ai Seefeel e magari quello successivo agli Autechre. Oops! E a dire il vero questo gioco di parole con Morr(issey) lo facevo quando avevo 15 anni ed è stato divertente da ricordare
Gli Smiths sono stati importanti per la mia “socializzazione musicale”, ma lo sono stati anche i New Order, gli OMD e i Soft Cell quindi anche se il titolo fa riferimento a quel piccolo aneddoto con Arne ci può essere dietro qualcosa di più.
Forse la stessa cosa accaduta ancora 10 anni dopo attraverso le prime uscite della Too Pure ed i Tortoise.
La tua etichetta sta velocemente assumendo lo stato di “etichetta di culto”….. a me pare una sorta di trasposizione della etichetta regina dell’indie pop Sarah records in ambito elettronico… cosa ne pensi? (è una mia convinzione, ok ma quando compro l’lp di Wechsel Garland e vedo la grafica…la foto della camera da letto…capisci…)
E’ curioso come la parola “cult” sia stata parte di tutte le interviste che ho ricevuto via e-mail o fatto per telefono.
Intendo dire, sono onorato, ma forse è più dovuto al fatto che la maggior parte dei miei artisti sono influenzati dall’indie pop.
Non direi però Sarah records & Co. E neanche nessuna delle etichette di indie pop più nuove che non mi piacciono assolutamente, dal momento che non mi piace l’easy listening che è uno dei maggiori rompimenti di palle che riesca ad immaginare.
Ma posso pensare alle prime cose della 4AD, Too Pure…ma non è certamente questa nuova sdolcinatezza di svariate etichette retrò che fanno riferimento alla Sarah.
La copertina di Wechsel Garland è una di quelle che non sono rappresentative dell’etichetta.
A proposito a me ha ricordato gli Smiths
Nel tuo catalogo ci sono due dischi di remix….quello dei Tied & Tickled Trio è meraviglioso, ma perché hai scelto di pubblicare un album di remix di una guitar band come i Piano Magic? Mi appaiono così lontani dalle cose che fai tu….c’è una qualche connessione con il mondo dell’indie rock?
Mi piacciono ancora i gruppi e la musica indie pop, ma sfortunatamente non sta accadendo molto in quel genere.
Ho perso interesse nella maggior parte delle etichette e preferisco tuttora gli originali piuttosto che le copie da cui siamo sommersi ora, anche se sono popolari.
Amo i Piano Magic, i Low, gli Stereolab e svariate altre bands.
Ovviamente sono anche un grande fan dei Tied & Tickled Trio ed è la ragione per cui abbiamo incominciato a collaborare assieme e di conseguenza sono molto ansioso di sentire il loro prossimo album.
Immagino che potrei pubblicare lavori di più bands, è solo che ce ne sono poche che mi piacciono davvero.
I dischi della Morr hanno un loro stile grafico….. credi in una sorta di connessione tra la musica e la grafica?
Come ho detto sono un collezionista e il mio miglior amico dei tempi della scuola Jan (della 08 design) è responsabile del filo rosso che lega la grafica delle varie uscite.
Ne abbiamo discusso prima di iniziare l’etichetta. Mi piaceva l’immagine di etichette come Touch o Mego, il cui artwork ha una identità precisa e avevo voglia di fare qualcosa del genere.
Abbiamo già vinto un premio per il design delle copertime nel 2000.
Vedo le varie parti dei dischi come una cosa unica, e non mi piacciono le copertine normali dato che credo che ogni dettaglio abbia la sua importanza in un disco.
Dischi essenziali del passato?
Autechre – tutto; Codeine – tutto; brian eno - music for airports, Mogwai – prime uscite; Mouse on mars – i primi due album; My Bloody Valentine – Tutto; Omd - Primo lp; Pan American - st; Pan Sonic – tutto; Sebadoh - Bakesale; Seefeel - Quique; Slint - Spiderland; Slowdive - Souvlaki; The Smiths - tutto; Sonic Youth - Daydream Nation; Stereolab - Space age e i primi albums; Tortoise - Gamera e i primi albums; Talk Talk, Pavement, Ween, Yo la Tengo, Kraftwerk; quindi sono un vero indie kid.
Qual è la tua etichetta preferita?
Sono nella fortunata condizione per cui alcuni dei miei amici gestiscono etichette che mi piacciono molto.
La Hobby Industries è di Opiate, la CCO è di Mr. Hermann (di Hermann & Kleine) e del nostro amico che ha incominciato una fantastica distribuzione per il Regno Unito chiamata Baked Goods, la Atomic è di Styrofoam e la Din è dei nostri amici della Hard Wax che si occupano anche della distribuzione.
In qualche modo ci supportiamo a vicenda e siamo diventati amici in questo modo oppure ci si conosceva già da prima.
In più cerchiamo di collaborare con alcune etichette di Miami e della west coast americana. E’ una concorrenza amichevole ma cerchiamo di sommare i nostri sforzi e sto facendo piani per una sub-distribuzione assieme a Christian Kleine (di Hermann & Kleine) qui a Berlino, per dare alle nostre etichette il massimo supporto con un ufficio comune e l’idea di costruire nuove strutture per gli artisti e le etichette che ci piacciono.
Sono ancora un collezionista quindi nominare alcune etichette può dare luogo ad una lunga lista!
Ho già nominato le più importanti prima ma potrei aggiungere la Schematic (us), Chocolate Industries (us), Static Caravan (uk), Warp, Vertical Form (uk), Hefty (us), Process (uk), Karaoke Kalk (di Colonia), a.d.s.r.(di Berlino); insomma sono ancora un collezionista.
Il futuro della musica….. per Thomas Morr?
In parte ho avuto dei problemi per la velocità con cui l’etichetta si stava sviluppando, perché non appena mi abituavo ad una situazione le cose erano già cambiate.
Dato che sto ancora lavorando per la distribuzione sono in realtà occupato con due lavori ognuno dei quali andrebbe fatto più che a tempo pieno.
Christian Kleine ha incominciato a lavorare per l’etichetta nel 2001 e spero che si possa crescere assieme ad alcuni degli artisti e distributori con cui abbiamo deciso e decideremo di lavorare.
Dal momento che gli artisti della Morr hanno suscitato un certo interesse e hanno ricevuto tutti offerte da etichette più grandi sarebbe naturale per me cercare di fare il passo successivo ma mi piacerebbe farlo all’interno delle strutture già esistenti per mantenere il controllo.
In più sto 'mettendo su' assieme ad un amico una società per i diritti d’autore per essere in grado di aggiungere un altro anello alla catena del music business.
Ma dovrà essere qualcosa di più che semplicemente riscuotere meccanicamente le royalties.
Ho incominciato ad occuparmi della stampa dei dischi per alcuni etichette, soprattutto con artisti con cui stavo lavorando, come nel caso di Opiate e la sua Hobby Industries o Solvent e la sua Suction records.
Con etichette che, penso, mantengano costante un alto livello qualitativo.
Curo la stampa dei dischi ed offro il catalogo di queste etichette, assieme al mio, ai distributori cui mi rivolgo.
E’ semplicemente un combinare gli sforzi con persone che stimo per raggiungere più ascoltatori.
E grazie al mio lavoro alla Hausmusik nell’export è un qualcosa che comunque faccio tutti i giorni.
La prossima etichetta sarà quella di Orvar dei Mùm dall’ Islanda, di certo una delle band migliori da qualche tempo in qua, e poi una etichetta statunitense che esordirà con un doppio lp di Lexaunculpt.
Forse delle altre più avanti, vedremo.
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