giovedì, maggio 12, 2005

chiacchiere con thaddi cco, 02/2002

Thaddi Herrmann è un tipo a posto. Mi sta davvero simpatico. è una persona semplice, veramente affabile. Come se non bastasse, Thaddi è un vero appassionato di musica. Ma di quelli onesti che provano un amore vero per la musica...

Thaddi ha un'etichetta. Si chiama city centre offices e da un paio di anni a questa parte si sta difendendo nell'affollatissimo mercato musicale, segnalandosi alla nostra attenzione con uscite di ottima qualità. Solo a guardare l'ultimo anno con singoli come quelli di remote viewers (ex hood... e riddaiie!) o del berlinese Zorn, e gli album di opiate/dubtractor (opiate non è altro che il buon thomas knak collaboratore importante nell'ultimo di björk) o il meraviglioso debutto di ulrich schnauss ci sarebbe da gridare al miracolo...
Se pensiamo al passato, beh vorrei sbilanciarmi nel dire che la cco ha pubblicato uno dei dischi idm più importanti di sempre: l'impareggiabile "tides" di arovane.

Thaddi è un giornalista. Musicale. Per davvero, non come me. E lo fa per i tipi di De:bug, il più importante giornale riguardante produzioni elettroniche in germania. E non topolino.

Thaddi è un musicista. Un tempo sotto il nome di sonic subjunkies ci martellava la testa con il suo "happy-core", ritmi sfrenati per un suono ruvido ma mai intensamente violento o cupo... sembrava certa robaccia gabber mandata a doppia velocità!. e non e che lo facesse per i suoi compagni di gita e basta, ma ha pubblicato per diverse etichette tra le quali la digital hardcore recordings di alec empire.

Poi crescendo è approdato a migliori lidi (ma è solo una mia considerazione) con la preziosa collaborazione di tal christian kleine. Per il duo dobbiamo parlare di sonorità morbide, di
melodie sinuose, di synth che ti abbracciano, di uno struggente senso di
malinconia. I loro dischi mi piacciono un sacco. Davvero.

Thaddi ha anche qualcosa da dirci...

Ok Thaddi... come ti sei avvicinato alla musica elettronica... o comunque più in generale alla musica?
Direi che è iniziato tutto all'età di otto anni quando mio zio mi faceva ascoltare i lavori di jean-michel jarre.
Quando ero piccolo usavo ascoltare tutti i tipi di musica alla radio. Ai tempi c'era questo show
radiofonico chiamato "hey music" dedicato alle charts pop e tutti a scuola usavamo ascoltarlo. Cosi anch'io... poi da li c'è stata la mia vera prima passione: i depeche mode.
Avevo all'incirca 13 anni, compravo tutte le produzioni che li riguardavano, compresi bootleg live e cose del genere... i depeche mode mi hanno avvicinato alla musica elettronica e da lì ho cominciato ad ascoltare tutto quello che usciva per la stessa etichetta: la mute.
Facendo cosi iniziai a scoprire gente come fad gadget, nitzer ebb, daniel miller, d.a.f., throbbing gristle... a suguito mi interessai del suoni di alcune formazioni inglesi come my bloody valentine e slowdive... e infine, arrivò la techno.
Techno a berlino per me voleva dire le produzione dell'undergrond resistance, il suono di detroit e il breakbeat. Nel 1990 attraverso alcuni amici entrai in contatto con alec empire ed cominciai a frequentare i "bass terror parties" dove incontrai molta della gente con la quale ancora oggi lavoro.
Breakbeat voleva dire libertà assoluta di espressione in quei giorni.

Quando hai sentito l'esigenza di agire attivamente con il mondo della musica, passando da ascoltatore a muscista e propietario di etichetta?
La mia prima intenzione non era assolutamente quella di fare il musicista.
Nei primi anni dello scorso decennio c'era un tale fermento che tutti avevano in un qualche modo a che fare con synth e strumentazione varia... erano li presenti, li avevi sotto gli occhi... io stesso avevo un piccolo synth dell'ensoniq. Scoprii subito che senza campionatore non avrei fatto nulla, cosi comprai un campionatore emax ii e iniziai a buttare giù delle idee. Alec empire stimolava tutti quanti, faceva in modo che trasformassimo le nostre idee in un qualcosa di concreto e di compiuto. Cosi
è cominciato tutto.
Finita la scuola, ho iniziato a lavorare come giornalista, e dopo un paio di anni ho iniziato la mia collaborazione con De:bug (la più importante e completa pubblicazione -bisettimanale- in campo elettronico in germania... e forse in europa...n.d.r.) come redattore.
E poco tempo dopo è arrivata l'etichetta, cosa abbastanza immediata visto che nel frattempo avevo imparato a conoscere le logiche dell'ambiente, il modo di lavorare, i contatti, le persone

La city centre offices presenta nel suo catalogo diversi titoli, alcuni veramente differenti tra loro.
L'ambito rimane sempre quello elettronico passando dalle malinconiche melodie in odor "pop" di ulrich schnauss fino ad arrivare ai suoni scheletrici di denzel & huhn.

Qual'è l'estetica del suono cco?
Non penso si possa perlare di estetica, anzi penso non ci sia. La cosa più importante per una nostra uscita è che ci piaccia e che comunque ci sia un'approccio in quelche modo pop e melodico.
Quindi ogni uscita ha in se questo gusto, anche produzioni come snd o denzel&huhn che all'apparenza potrebbero far pensare il contrario.

Qual'è lamaggior difficoltà che ti trovi ad affrontare nel gestire la tua etichetta?
(Tenendo conto anche che della cco si occupa anche un altro ragazzo... di manchester!...
Può questa distanza, e quindi trovarsi in una realtà diversa da quella tedesca, diventare un vantaggio, un allargare le proprie vedute?)
Lavorare per la cco con shlom sviri è perfetto! Primo, perchè meglio scegliere assieme ad un altra persona che disco realizzare o meno; secondo, shlom ha creato un suo particolare network in inghilterra e ciò permette una efficace distribuzione dei nostri dischi non solo in germania.
La maggior difficoltà rimangono quelle legate agli aspetti finanziari. Il mercato discografico è attraversato du un profondo periodo di crisi ed è difficile essere sempre pagati.
Penso che il 2002 vedrà la scomparsa di diverse etichette, questo è dovuto dalla proliferazione di troppe nuove label e quindi di uscite. In questo mercato saturo molte produzioni faticano
a trovare i dovuti spazi.
Ritengo che per una label, per poter sopravvivere, sia importante un controllo della qualità delle uscite e un lavoro massiccio e studiato per quanto riguarda la promozione

Il fatto di vivere e lavorare in una città come berlino pensi abbia facilitato il tuo lavoro in questi anni?
Moltissimo. Il maggior pregio di berlino è che ti trovi al centro di un incredibile network in cui le persone supportano il loro lavoro a vicenda.
C'è una costante attenzione ed interesse nel lavoro degli altri. Ci si aiuta sistematicamente a vicenda.
Non penso sia una caratteristica esclusiva di berlino, ma so che non è cosi dappertutto.

Ti sei affacciato sulla scena musicale con il nome di sonic subjunkies, pubblicando diversi titoli per i tipi della dhr. E' un capitolo chiuso, oppure ti sei solo preso una pausa?
Non ci saranno altre uscite come sonic subjunkies. Magari lavorerò su sonorità simili in futuro, ma di certo utilizzerò un nome differente.

Dalle pazzie ed asperità delle tue prime produzioni ai morbidi e vellutatipassaggi del suono di herrmann&kleine... cos'è successo? dove ha trovato origine questo cambiamento cosi radicale?
Se devo dire la verità non penso si possa parlare di un cambiamento cosi radicale. Ho sempre avuto un orizzonte musicale molto ampio e ho semplicemnte cercato di produrre delle cose differenti.
Herrmann & kleine producono musica molto "personale", privata; ed è sicuramente la cosa più personale che abbia mai fatto. nasce da un profondo senso di tristezza e frustrazione che mi ha accompagnato negli ultimi tre anni. E' stato un modo per esorcizzarla, un tentativo di
compensazione delle emozioni.

Christian kleine (tuo compagno di avventura) ci ha regalato alcune brillanti prove in solitaria (di prossima pubblicazione un mini su morr music...). Anche tu ci proporrai qualche materiale sotto il tuo nome o il tuo lavoro solitario è la cco?
Sto mettendo mano ad alcune idee... chissà... ;-)

Dopo due ep e diverse traccie sparse in altrettante compilazioni, il prossimo passo di h & k sarà il vostro primo lp. "our noise"... qualche parola a riguardo...
In questo nostro primo lavoro sulla lunga durata proporremo pezzi registrati nell'ultimo anno e mezzo. Rispetto al precedente "kickboard e.p." non sarà cosi elegiaco, anzi alcune traccie sono addirittura uptempo. Abbiamo anche lavorato con un cantante. Speriamo che alla gente piaccia, abbiamo speso un sacco di tempo e lavoro nella sua produzione.

Riguardo alla proposizione del vosatro materiale dal vivo. Qual'è il vostro approccio al live set?... cercate di riproporre la fisicità di un concerto rock o siete alla ricerca di altre soluzioni?
Un live set deve saper andare oltre alla pura energia. Penso debba fluttuare costantemente senza mai appoggiarsi troppo su un preciso aspetto.
E' abbastanza difficile riproporre la nostra musica live, per questo abbiamo comprato diversi nuovi strumenti, come un vibrafono elettrico ed una chitarra acustica, da affiancare a quello che è il nostro primo strumento: il powerbook.
Il reale problema di trasporre integralmente il nostro suono duranbte i live e che dovremmo portare con noi tutto il nostro studio, il che sinceramente non è il massimo. E in fin dei conti non è neanche cosi importante... quello che conta e la buona musica su tutto.

Quali saranno i prossimi passi per la cco e per h& kleine?
Ci sono un paio di uscite in arrivo per la cco. La prima sarà l'album di static in febbraio, mentre ad aprile toccherà ai britannici remote viewers.
Più avanti ci sarà anche un disco solista di robert lippok (to rococo rot).
Mentre come h&k partiremo presto per il tour, mentra al momento siamo già al lavoro per un nuovo ep che vedrà una maggior attenzione per le parti vocali.

Un'ultima stupidissima domanda: possono una chitarra e una voce farti piangere?
Gli slowdive ci riescono tutti i giorni.

Che la fortuna ti assista caro Thaddi. Io faccio il tifo per te!

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