sabato, agosto 27, 2005

rubo da un robot!

top class modern pop!( i francesi sembrano saperne a pacchi di ste robe...)



Dark Side Of The Gooom Mix by Dopplebanger
http://turbine.slackworks.com/robots/blair/DarkSideOfTheGooom.mp3

01. Gel: (remixed by Abstrackt Keal Agram) vs Kelis (feat. Nas) – Thug Nerves
02. Abstrackt Keal Agram vs Eminem – Audio Crash Yourself
03. KG vs Jay-Z – Dirt Off Your Spectre
04. Abstrackt Keal Agram vs Terror Squad (feat. Mase & Eminem) – Nato Leans Back
05. M83 vs Beyoncé vs 50 Cent – Unrecorded Love
06. M83 vs Aphex Twin vs Khia – Pussylicker
07. Villeneuve (remixed by Convol) vs Christina Aguilera – Genie in a Carrousel
08. M83 vs Missy Elliott (feat. Ludacris) – Slow Gossips
09. M83 (remixed by Boom Bip) vs Miss Kittin – Requiem for a Flame
10. Villeneuve (feat. M83) vs Twista – Look at my Celebrity
11. Purple Confusion vs Ol’ Dirty Bastard – Dreaming of Your Money
12. Mils vs DJ Hell vs Sweet Pussy Pauline – Work That Copo
13. Kids Indestructible (remixed by M83) vs Olive – Alone on the Trans-Penine Express
14. Montag & DJ Yoeri – Figures of a New Cocaine

venerdì, agosto 26, 2005

canadianology

una sola domanda. come mai tutta la nuova ondata di gruppi canadesi riesce a riempire il palco non solo di strumenti ma anche di persone che li suonano?

tralasciando tutto quello che e' il mondo non alternativo(ma poi vedi alla voce ....neil young...quante truppe sul palco!)...la musica canadese(quella che ci ha fatto parlare ed ha avuto riscontro) degli ultimi anni ci ha fornito esempi di collettivi, piu' o meno aperti, che partendo da un nucleo centrale in base all'occasione arrivava ospitare diecine di persone sul palco. una dimensione collettiva, davvero "di gruppo" di fare musica dal vivo e non solo.
facciamo un breve elenco....e procediamo a ritroso...

the next big thing from canada....potrebbero essere i wolf parade... su disco quattro.... dal vivo....mi dicono che ad emmaboda il palco era ben piu' numeroso 6 7 persone... ok questa e' fatta.... prima di loro.... arcade fire....dal vivo una masnada di gente ad affollare il palco con cambio strumenti...e via di corsa...poi prima ancora....broken social scene....ne parliamo....si supera la diecina....come nella maggior parte dei casi delle band costellation.....
ricordate la costellation.... no?
peccato.... i gruppi costellation furono i primi a presentarsi come grandi collettivi di musicisti, che partecipavano a piu' progetti contemporaneamente.....di fatti tra i broken social scene troviamo transfughi di un gruppo(a mio avviso mediocre) come i do make say thing... mentre i superosannati arcade fire dove registrano? hotel to tango.....che se leggo bene vecchie retrocopertine di dischi dei.... vedo che e' proprio li dove e' nata l'espereinza che si e' aggregata attorno alla costellation.
prima ho omesso il nome, e non parlavo dei silver mount zion....o come diavolo si chiamano....
ma di un gruppo che la maggior parte di voi ha dimenticato

alla voce godspeed you black emperor.
la mia e' naturalmente una lettura viziata dal gusto personale. ma non avendo la pretesa di essere un opinion maker, sparo i miei colpi senza troppo pensare.
i gybe sono stati il primo vero gruppo "alternativo" ad uscire dal canada, ci hanno fatto aprire gli occhi su quella realta'.... hanno aperto le porte di una nazione pacifica ed accolgiente. pacifica ed accolgliente.teniamo a mnte il concetto di accoglienza nel considerare questi gruppi dalle line up ampie.
la copertina dell'nme ai godspeed faceva si che in molti si interessassero a quella nazione anche per la musica e non solo per le giubbe rosse o per una domanda d'asilo politico.
qeusta e' stata forse una delle chiavi di volta di molto del successoche oggi le band canadesi sembrano avere. si e' iniziato aguardare "la" dopo il successo di una band che il successo se lo e' davvero conquistato con le unghie...no...non lohanno mai cercato....e' arrivato perche' forse facevano musica di grande valore.
da li anche l'idea del collettivo numeroso...con violini e varie...la registrazione nell'hotel tt...l'aspetto non propriamente rocker alla GQ... sembra proprio aver influenzato gente come gli arcade fire...che poi si dedichino alla musica con penna diversa....non rientra in questo ambito della discussione.
i broken social scene( diciamolo....il nuovo...mi sembra decisamente buono...)...nascono i modo che non conosco...ma ad esempio l'amicizia e la presenza in sede di registrazione di membri di do make say thing...li riporta presso casa prima costellation...cosi come il grande collettivo....con le mille chitarre e fiati....e poi l'idea dell'etichetta di cui sono parte....che fino a ieri ha promosso solo progetti legati a quel collettivo o ad esso amici...un po' come la sopracitata costellation faceva.

quindi, gybe....come padri di una certa scena? poi giustamente uccisi dai figli in cerca di maturita'?....
forse non e' proprio cosi, ma ricordarli dopo tanto silenzio mi sembrava quantomeno doversoso.



ps tutto il contrario dell'europa....dove 4 o tre sembra essere il numero perfetto membri gruppo...se non one men band(and his droid)...e computeralia di sorta.

potrebbe essere uno specchio della societa'....???
pensateci su se vi va....

cloud are not dead

finirono con "Ten" i clouddead. si chiuse li, per quanto ci e' dato sapere, la carriera del trio che fece conoscere ai piu', che l'hip hop non era solo una serie di schemi e stilimi da rispettare. c'era dell'altro, e che non era obbligatorio essere bianco e fare il sempre giovvvane come i beastie boys....o il bianco, ma che fa ghenga con i neri come eminem. si puo' essere bianchi e fare ...od agire....nell'emisfero hip hop ....con un proprio linguaggio. andare oltre cercare nuovi spazi al di la della mosca "bianca".
questo hanno fatto i cloudead....altre che ad una serie di dischi decisamente belli ed interessanti. la raccolta dei primi dieci pollici e' bella ed interessante, con momenti altissimi, dove un'appasionato di drone e bruma inglese dava gli sfondi su cui due dementi delle corde vocali disegnavano i loro "pocci". belli ed intensi.

oggi che quei pocci sono esplosi....ci ritroviamo con i pezzettini sparsi qua e la....

dose one...che con uno scialbo lavoro solista.....ha onorato il nome con sutle ed il progetto 13&god(themselves +notwist) che se su disco si puo' recriminare....si, la somma delle parti non ha dato il risultato pieno.... ma live...chi li ha visti ha avuto dimostrazione che siamo su un altro pianeta.... tutta un'altra cosa. presenza scenica ed indubbie capacita' tecniche ddi dose one... istrionico quasi... con il resto dei musici a fornire uno dei meglio, e forse unici, live in cui kraut nuovo hip hop ed indolenza e pacatezza acheriana si sposano con le turbolenze anticon. davvero uno scontro baviera/anticon dove la somma delle parte in questo caso e' molto di piu' ...2+2=5

odd nosdam....burner e' un album oscuro, nero, rumoroso, confuso e che fa della confusione un elemento portante, non c'e' luce.... l'uomo dietro le quinte del progetto cloudead... quello delle basi oscure dei primi 10"....l'appasionato di bruma inglese, dalle produzioni di matt elliot agli hood passando per i mitici flaying soucer attack....uno con dei gusti cosi non c'e' lo vedi alle prese con qualsiasi delle possibili mutazioni dellhip hop. Burner e' un album che sta li a dimostrare che ci si sbaglia, noi....odd nosdam no!

why?.... la "svolta pop" di ten ultima fatica del trio anticone alla luce delle mosse successive forse e' proprio da imputarsi al ragazzo in questione.... dove un brevissimo ascolto del nuovo "elephant eyelash"....ne ritroviamo tutti i colori.... in questo caso mi spingo a dire che abbiamo il brian wilson della compagine. questo nuovo album supera proprio il concetto di hip hop...di cui ne troviamo pochissime traccie, solo alcuni momenti nella rielaborazione dei suoni. ci troviamo in pieno campo della musica suonata, quella che ormai in troppi e troppe volte chiamanno indierock.... ovvero quel rock dalle melodie deboli ma non troppi e dai muscoli poco accentuati. "elephant eyelash" e' un disco gentile nei toni ma decisamente interessante nel proporre una proprio cifra stilistica. c'e' un poco di malinconia gioiosa che in piu' punti riporta alla mente i beach boys. non per i pastiche vocali...ma per un senso piu' ampio del colore dei pezzi. why? ha piazzato la zampata.

ed ora che ognuno ha fatto la "sua cosa" ha espresso i propri giusti prudori.

tutti assieme...di nouvo...... il terzo disco...la prova del nove.... non manchera' il coraggio.....ne hanno da vendere questi!

martedì, agosto 23, 2005

dell'estremo fronte orientale...

il buon vecchio momus ci spiega un perche'....(alla voce un altro busker e' possibile o il senso dell'avanguardia)

"I'd like to draw your attention to a most extraordinary tour that's going on in Japan right now, and being blogged in an excellent collective blog. Shobus Diary documents Shobo Shobo artists O.lamm, Domotic, Davide Balula, and Minifer during their "Shoboshobus / Mobium Japan Tour 2005".-http://shobus.blogspot.com/- (Ishida Daisuke is the Japanese host.) Since these are highly original people, this is a bit different from your average rock or laptop tour. Instead of playing concert halls, the French artists have opted to busk. They've built portable speakers which hang from their necks, each one supporting a laptop. They're playing on the roofs of buildings, at the Tsukiji fish market, in malls and car parks, anywhere. The blog is brilliant, and expanding rapidly with photos, sounds and videos. The Shoboshobus are quite aware of the problematical issues their guerilla tactics raise about disruption, noise pollution and their status as guests in Japan. There's a lot of noise pollution in Japan already, but it tends to be in commercial or industrial areas; areas zoned for residence are hushed. Rehearsals on the roof of Yahiro Factory, where the Shoboshobus are staying, were stopped, for instance, when an employee of the Austin Mini dealership next door shouted that he couldn't stand it any more.

I'll be following the Shoboshobus Tour with great interest. Something about its brave originality and its concern to get new art out to the people rather than preaching to the same old tiny choir reminds me of the 1913 train tour by Russian Futurists Mayakovsky, Burliuk and Khlebnikov. They jumped onto trains and took their avant garde art directly to the people, performing in public places, ready to debate, rebuff resistance, and charm their way to acceptance. After all, isn't that what "avant garde" literally is: the front carriage of a train bound for the provinces?"

http://www.livejournal.com/users/imomus


momus resta un campione di cultura POP a 360 gradi e forse piu'. il suo livejournal ne e' un'esempio...lettura quatidiana...consigliata.

lunedì, agosto 22, 2005

to be remixed or not to be remixed?

e' in realtà un dilemmino da poco. che non ha come quasi nulla una risposta assoluta.
qualche tempo fa si parlava di moda del remix: per quanto mi rigarda una gran bella moda.
per un musicista far remixare da mano altrui i propri pezzi e' assolutamente ganzo per diverse ragioni:

_ ad esempio, al mondo ci sono altri musicisti che si apprezzano in modo particolare e l'unico modo per far musica "assieme" e' quella di un remix.
_oppure il bello di poter dire: senti che botta che e' diventato quel pezzo rifatto da .....un favorito a caso...
_oppure: cazzo il tale ha deciso di remixare un mio pezzo, non avrei mai creduto.
_oppure.... ecco senti questo che roba ha tirato fuori dalle traccie che abbiamo mandato noi.... te l'avresti mai detto....cazzo io non avrei mai pensato ad uno sviluppo del genere... se lo facevamo noi....
_fico, adesso magari vendiamo 5 copie ai fan di sto tipo che di norma non ci avrebbero mai cagato, ed in virtu' di questo si scaricheranno il remix altri 5000mila... e magari anche solo un 2% vorra' sentire l'originale...e quindi dai non e' male....con un prodotto di sintesi artistica riusciamo a fare due robe: appunto un prodotto artistico, secondo pubblicita' praticamente gratuita in bacini di utenza che non avremmo mai toccato.
_ed ultimo il piacere di sentirsi mixati in modo diverso da menti diverse... partendo da una cosa che diventa quasi neutra come le fonti sonore di partenza ...si puo' evidenziare un differente modo di sintetizzare e quindi di mettere in luce stili ed attenzioni nel creare musica.


proprio per questo motivo, con il gruppo di cui faccio parte, abbiamo sempre deciso....fin dagli albori di lavorare anche nel campo dei remix....piu' che altro facendoci remixare...e per esperienza personale vi posso assicurare che molto spesso e' un bellissimo modo per stabilire contatti con artisti che ammirate(o conoscerne di nuovi) e di scoprire che sono assolutamente dei cazzoni come voi...

metto una piccolissima lista dei cinque remix preferiti al momento:

m83-don't save us from the flames-superpitcher remix...su superpitcher bisognerebbe scrivere un capitolo a parte...lo ritengo il miglior remixer al momento...

bloc party-pioneers- m83 remix

the killers- mr brightside- thin white duke remix ....ascoltatelo sto remix prima di darmi del picio...

dragon ash- hood remix.... scaricabile da www.hoodmusic.net

13&god- l'atlas flexible/von gradleute- remix by hrvatski


questo tento per dare l'idea di che vuol dire remix....non solo una cassa in quattro su pezzo che in origine non ne....oggi i remix non sono piu' solo dei "mix da ballo"....forse sono le nuove cover...ahahah...

remix IS the new cover version.

e' un campo murato!

"grand master mogol" dei ragazzi del vajont, meglio noti come Amari e' proprio un bello. di un bello che potrebbe pure restare.
non nascondero' qui la mia difficile relazione con la musica "in italiano". e' un rapporto davvero difficile, e sono pochi i dischi di musica altra cantati nella nostra(brRRRRR) lingua che ho ascoltato molto e con piacere.

purtroppo sti ragazzi del vajont potrebbero finire li in mezzo a quei quattro o cinque lp in italiano che di tanto in tanto ascolto.
grand master mogol ha il grande merito di essere un ascolto decisamente facile ma non troppo. e cavolo, e' il massimo, essere pop ed allo stesso tempo non scontati (errore che fanno quasi tutti, ma forse appunto perche' non possiedono l'arte del fare musica pop). i testi sono decisamenti moderni e belli...li canti in due minuti e se li leggi....non pensando alla fragetta e agli occhiali improponibili del Dariella...pensi che in fondo dovresti pure rileggerli appena finito di canticchiarli in coro....perche' non sono cosi stupidi....anzi con gli stupidi non ci sono neppure parenti.
musicalmente vorrei fare loro un complimento.... se decidessero di essere ancora piu' pop(ed almeno in "campo murato" e "bolognina" lo sono in modo tramendamente bello)...anche noi in italia potremmo vantarci di avere un gruppo cazzuto quanto i phoenix. che sono cazzutissimi...sia ben chiaro.

questo credo sia il terzo album per gli Amari. ed e' bello bello bello in modo assurdo. il mio album italiano dell'anno.





ps gia' che ci siamo vorrei segnalare un'iniziativa in terra italica: pop-gradara, il 3/4/5 settembre prossimi....forse potete trovare maggior informazioni su www.popgruppo.net suoneranno tra ottimi italici anche ospiti stranieri quali dalek e lungfish....e ciliegina sulla torta: to rococo rot un evento che ha nella sua intestazione la parola sacra "pop" e chiama i fratelli lippok deve essere supportato finanche con il sangue----io ovviamente non ci saro' per motivi passionali (leggasi alla voce GDM in belgio)...ma mandero' una fidata che mi fara' un report minuto per minuto...anche meno, dai!

"two more years"

"two more years" oltre che essere una nuova canzone dei bloc party potrebbe essere l'augurio che gli stessi si fanno ogni mattina l'un con l'altro...."stiamo in botta almeno per altri due anni....cazzo altri due anni cosi e bona!".

detta sta baggianata parliamo pure dei bloc party.
attualmente un gruppo che considero piu' che gradevole. non ho avuto il piacere di vederli dal vivo, per capire se meritano in modo definitivo, ma diversi amici mi dicono che:si sono un gruppo che dal vivo suona e pure bene.
di tutta la fuffa'n'roll in levare che la terra d'albione ci ha propinato nell'ultimo annetto e mezzo l'album dei bloc party e' l'unico che ho comprato. e mi piace. bel tiro, belle melodie, bella voce, belle chitarre.
anche loro forse non sono destinati a rimanere nella storia della musica, ma a parte pochi, pochissimi, chi mai pensava che oggi ci saremmo tutti ritrovati a parlare dei gang of four? forse i fan dei fugazi piu' curiosi, che ovviamente sono colti ed intelligenti solo per il fatto di essere fan dei fugazi(e' una verita' ineluttabile). di altri, direi pochi... potrei fare anche dei nomi...
quindi della maggior parte dei liquindoni da strapazzo che liquidano i bloc party come "punk funk tipo quei gruppi la.....degli anni ....ottan....new wave" blah blah blah blah blah blah blah..... o ma dai, giu' dalla brocca....che se ci mettiamo davvero a fare la conta di chi cazzo se li ascoltava primi sti gruppi cosi "storici che oggi li copiano tutti", il tempo di bere un gingerino e siamo tutti a casa.


il nuovo pezzo, naturalemente fara' rabbrividire anche parte dei "vecchi fan" dei bloc party..... "le chitarre non si sentono.....tropppi synth....soono come i bravery, che come sapete fanno il verso ai duran duran ....non sono piu' il gruppo di una volta, troppo cheesy."
two more years e' un pezzo talemente figlio di puttana, furbo ed appiccoso che specularci sopra e' una perdita di tempo.


lo si ascolti e basta.( e vaffanculo al poncho di devedra banhart)

domenica, agosto 21, 2005

prendiamoci le nostre responsabilità!

"benjamin britten, pardon gibbard come salvatore della patria? chi mai ha pensato cio seriamente? e' sempre stato un buon, forse ottimo in alcuni momenti, scrittore di canzoni e storie... ma da li ad aspettarsi la rivoluzione in terra forse neppure i fans 16enni che i death cab hanno in america. sono un gruppo interessante proprio perche' riescono ad elevare a status la "mediocrita'" l'essere normali... date uno sguardo al dvd ...sono brutti, anonimi, non suonano benissimo, gibbard dal vivo fa delle stecche ma non riesci a non volergli bene a gente cosi....dai sono pacioccosi, sfigati come crediamo o pensiamo di esserlo tutti....e cmq riescono....degli sfigati veri che riescono...alla faccia dell'eroismo nichilista dei primi 90', dello slackerismo pavimentoso(questi non sono neppure belli e svogliati alla malkmus), alla faccia delle belle statuine della nuova york degli ultimi anni.
detto cio', l'album e' bello, gradevolissimo come un bel bicchiere di acqua fresca....e non c'e' cosa piu' gustosa di un bicchiere di acqua fresca quando si ha sete"

ok questo e' un commento anonimo che, non per spirito pavido, ho lasciato su un blog altrui- di cui non riesco a mettere il link perche' sono un ASINO INFORMATICO...e forse non solo, ma questo e' un altro capitolo-

tornando alla questione base: che aspettarsi dai death cab for cutie?
un bel bicchiere d'acqua. che non e' poco. si fanno campagne milionarie per ribadire l'importanza dell'acqua al giorno d'oggi:non sprecatela e' una risorsa importante e vitale. noi che ne abbiamo abbastanza, non diamo importanza a ste roba trasparente insapore(e si potrebbe aprire un dibattito) che addirittura "lava via".
dopo decenni di rock i dischi dei death cab for cutie rischiano davvero di passare inosservati per il loro semplice valore musicale. io un pochetto credo davvero che sto rischio ci sia. insomma, i velvet o i jesus and mary chain risuonano con costanza annuale nel mio stereo, ma the photo album...eh,,,,l'ultima volta che ha suonato per intero nel mio stereo...ah davvero non lo ricordo....e gia' il non ricordarsi un album uscito da poco non e' un buon segno.

pero', e qui ci sta un pero', mi stanno simpatici e li seguo con attenzione...o cmq, non ne faccio una bandiera ne null'altro, ma mi sembrano un gruppo, forse "il gruppo", che fotografa nel modo piu' genuino l'indie rock di questi anni insapore o dal sapore un po' cosi... omogeneizzato. i mean, suonano simil new wave? neh. suonano r'n'r garage alla new york che piace? neh. sono ficosi con hedi slimane a curarne il look? giammai. sono avant-quello che vi pare? neppure.
che cazzo sono?
un fottuto gruppo di barillini, mezzi pelati e mezzi no, poco belli, attraenti come non mi viene in mente neppure un paragone, che suonano canzoni gradevoli, a volte pigliano pure la melodia che rimane e lo fanno come si usava fare alcuni anni fa. sono quasi demode' in questo: sono tutt'altro che il suono dell'oggi. fanno la loro onesta figura, onestamente e grazie ad una botta di culo, oserei dire interplanetaria, ora si godono pure un po' di successo.

"plans" che come tutti sanno e' il nuovo album, forse e' il lavoro piu' completo e bello. a parte una ballataccia che farebbe cmq un figurone nel repertorio di conor oberst(un vero cazzone quello li si), ilo resto dell'album e' come sempre.
pulito, rifinito, ben arrangiato, con qualche soluzione in piu', meno chitarre simil ruggenti che tanto non servono per la resa sonora finale.
ci sono un bel po' di canzoncine pop, fatte con gusto.

cosi e'. almeno credo. o voglio credere cosi. perche' mi stanno simpatici.

sabato, agosto 13, 2005

broken (social) asses

a questo indirizzo potete scaricare legalmente il nuovo singolo (o forse semplicemente un estratto) dal nuovo album dei broken social scene. ecco l'address http://www.galleryac.com/product_free.php

l'operazione mi sembra quantomeno ottima. ormai con il free download legale od illegale... ha senso che una band diffonda la musica che crea in piena qualita'. tanto giorno piu' giorno meno la si troverebbe cmq online. tanto vale per la band stessa garantire la diffusione di pezzi registrati e masterizzati in modo ottimale, in modo da buttare nel cesso, tramite un rippaggio criminale, i mesi o settimane o gg o semplicemente ore passate in studio.

ormai vietare la diffusione online/illegale della propria musica mi sembra non solo una chimera, ma pure un errore. se la canzone od un disco piacciono veramente, prima o poi li si vuole anche avere fisicamente. si sta parlando sempre di ambito "alternativo", quindi che problemi ci sono. non saranno le vendite di dischi ad arricchirci e forse la moda di scaricare only finira'.

io, come modesto musicista, che lavora per mantenersi,e suona per hobby(purtroppo....e non raccontiamoci balle) preferisco vendere due copie in meno, ma avere locali pieni di gente quando faccio un concerto.

sarebbe bello che la gente comprasse i miei cd, che io li vendessi ad un prezzo onesto, che ci facessi pure due lire(non mi sembra un reato, visto che ci si spende anni nel fare un disco o ad arrivare a farlo)....
tutto questo sarebbe bello molto bello. sarebbe. io stesso non sono cosi "bello".

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